20. Moglie, moglie e marito

Rose

Per tutta la durata del pranzo, Terence mi fissa sconvolto e sembra sul punto di scoppiare a piangere.

È quasi inquietante vedere un colosso alto e grosso come lui — con le gambe incredibilmente sottili e sproporzionate rispetto al resto del corpo, ma questo adesso non c'entra niente — sfoggiare quell'espressione da cerbiatto bastonato che stona con i suoi lineamenti spigolosi da "affetto il prosciutto con la mia mascella."

Se si mettesse a piangere sul serio, lo considererei come un gesto d'amore nei miei confronti e allora il mio buon cuore mi spingerebbe a chiedere a Dominique di consolarlo.

La mia attenzione viene catturata da una risata piuttosto attraente, appena uscita dalla bocca di un individuo altrettanto attraente seduto pochi posti più lontano. Scorpius ha la testa appena reclinata all'indietro, il petto scosso dalla ridarella e le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti. Se mi concentro riesco ancora ad avvertire il calore delle sue labbra sulle mie e le sue mani strette sui miei fianchi; le mie orecchie vanno a fuoco al solo ricordo. 

Per un attimo resto a guardarlo, felice che il ghiaccio che c'è in lui oggi si sia sciolto permettendogli di essere così spensierato.

Scorpius però, sentendosi probabilmente osservato, volta la testa e incrocia il mio sguardo. Ammicca scherzoso nella mia direzione e io per salvaguardarmi la dignità, sono costretta a girare la testa da un'altra parte talmente velocemente da farmi venire il torcicollo.

Merda, mi ha beccata.

Decido che fare finta di niente è la scelta più opportuna, e perciò inizio a guardare con lo stesso interesse con cui fissavo Scorpius, un angolo imprecisato della sala da pranzo.

Wow, quella parete è sempre stata lì?

«Partitina a Quidditch?» propone James, infilandosi in bocca l'ultima fetta dal suo dolce e io non credo di aver mai venerato abbastanza mio cugino e il suo tempismo.

•••
Albus

Fisso Molly in cagnesco mentre sale sulla sua scopa e si schiera dalla parte di campo opposta a quella della mia squadra. Ha i capelli rossi e cespugliosi raccolti in una coda dietro la nuca e mi chiedo che cosa ci trovi Cassie di così bello in lei. Io sono decisamente più affascinante.

Il vento freddo di dicembre mi sferza violentemente in faccia, rendendomi difficile continuare a fulminare mia cugina con lo sguardo.

Una volta che tutti si sono recati nelle loro postazioni, la partita ha inizio. Mia madre, in piedi su una panchina, lancia il segnale soffiando energicamente nel fischietto. Subito Rose mi sfreccia davanti alla velocità della luce, costringendomi a spostarmi di lato per non cadere dalla scopa.

Anche se ho appena mangiato e il pollo continua a muoversi nel mio stomaco, sono estremamente felice siccome sto per annientare la mia più grande nemica. Come dicono sempre i cattivi nei film: il miglior modo per liberarsi di qualcuno è farlo fare a qualcun altro. E io ho intenzione di prendere il loro suggerimento alla lettera. Lascerò che quel matto lancia bolidi di Lysander tiri un colpo in testa a Molly, mettendola fuori gioco quel che basta per far innamorare mia moglie di me e solo esclusivamente di me.

Guardo in basso, verso un angolo del cortile in cui sono accampati sotto un albero tutti i cugini che non hanno intenzione di giocare, ma bensì preferiscono assemblare un pupazzo di neve dall'aria deforme. Tra loro c'è anche Cassie, ovviamente coperta da una giacca rosa piumata, intenta a mettere l'eye-liner in faccia a Hugo.

Per un attimo solleva il viso e sorride dolcemente a Molly, poi sposta lo sguardo e mi riserva la medesima attenzione, lasciandomi interdetto.

È in quel momento che realizzo di non potere ammazzare la moglie di mia moglie, perché se lo facessi lei mi odierebbe e allora io cadrei in depressione. Mi rendo conto, piuttosto, che se Cassie preferisce dividere il suo cuore in tre parti al posto di due, perché è questo che la rende felice, tanto vale farsene una ragione e accettarlo.

Alzo gli occhi al cielo e inclino la scopa verso il basso, per andare a dire a Lysander che la missione "stacchiamo la testa a Molly" è annullata.

•••
Rose

Quando esco dalla mia stanza dopo essermi lavata e cambiata — di solito non sudo così tanto, ma quando si tratta di partite e di Quidditch i miei cugini con ci vanno mai leggeri — sono quasi tentata di unirmi ai miei chiassosi parenti e scommettere su mio padre che anche questo Natale vincerà il campionato famigliare di scacchi dei maghi.

Inoltre, scendere al piano di sotto non mi è mai sembrato più semplice adesso che Nott se ne è andato dopo essersi misteriosamente rotto la mascella.

Una serie di imprecazioni scabrose, però, risuonano per il corridoio e io lo interpreto come un segnale divino che mi ordina di non scendere a giocare a scacchi perché tanto non sono capace.

La voce soave che sbotta parolacce in un marcato accento Scozzese, non è altro che quella di Scorpius. Non mi domando come mai mister contegno e autocontrollo si sia d'un tratto trasformato in uno scaricatore di porto, perché tanto ormai nulla mi stupisce più, e mi avvicino alla porta della sua stanza.

Non busso: i Weasley sono geneticamente predisposti a fare irruzione nelle camere altrui senza invito, ed entro di soppiatto, di nuovo.

Il letto è intatto, ordinato ossessivamente come ogni singolo vestito nell'armadio e i libri disposti in ordine alfabetico sulla mensola. L'unico elemento che stona in tutta quell'immobile perfezione, è la camicia di Scorpius, abbandonata a terra accanto ad una scia rossa.

Ecco, una persona sana di mente se ne andrebbe, ma io sono Rose Weasley.

Il rumore di un rubinetto che si apre cattura la mia attenzione. Non ho intenzione di aspettare che la principessa si prepari, o finisca di fare qualsiasi cosa stia facendo, chissà quanto ci mette per asciugarsi i capelli. Nel caso lo troverò nudo, tanto meglio.

Attraverso la stanza con qualche falcata, data la lunghezza delle mie gambe direi una ventina, mentre, nel frattempo, la mia testolina bacata sta creando una miriade di immagini sconce che comprendono lui, la sua mano e il suo uccello. Ma quando apro la porta, a differenza di quello che mi aspettavo, Scorpius sta indossando i pantaloni.

Lo trovo a petto nudo, intento a tamponarsi il naso sanguinante davanti allo specchio.

Ci fissiamo, tengo ancora le dita serrate contro la maniglia. Potrei fare retromarcia e fare finita di non aver visto niente, lui non si arrabbierebbe, eviteremo di litigare e potrei andare a perdere a scacchi.

«Che diamine ti è successo?» esclamo invece, assottigliando gli occhi per limitare il mio raggio d'azione e non guardargli spudoratamente i muscoli tesi delle spalle e gli addominali.

Mi scocca un'occhiata in tralice e io sollevo le sopracciglia scettica per fargli capire che il sorriso scanzonato che gli curva le labbra non è affatto opportuno.

Cerco di darmi un tono, ignorando con sforzo innato le sua bocca arrossata che sembra gridarmi "Baciami, baciami"

«Hai forse preso parte ad una rissa clandestina?» lo accuso ipotizzando e puntandogli contro un dito, siccome lui non si è ancora degnato di darmi una risposta. «Ma soprattuto, non mi hai portata con te?! Meriti ben altro che un naso sanguinante»

«Sono stato sfidato a duello e ho vinto»

Devo fare qualsiasi cosa per evitare di fissagli gli addominali, pensa ai rospi Rose, quelli non hanno niente di eccitante. Decisamente. A parte quando li baci e si trasformano in figaccioni da paura muniti di castello e sostanzioso conto in banca. Se dovessi baciare un rospo vorrei tanto che dopo prendesse le sembianze di Scorpius.

D'accordo, non sta funzionando. Per niente.

Aggrotto la fronte confusa. «Che significa?»

Scorpius poggia l'asciugamano nel lavandino e si volta completamente verso di me, incrociando le braccia in una posa tanto altezzosa quanto attraente. «Dopo la partita di Quidditch Nott mi si è avvicinato» spiega rilassato, con voce calma. «Era tranquillo, perciò pensavo che volesse chiacchierare, poi però mi ha tirato un pugno in faccia»

«E tu allora gli hai giustamente rotto la mascella?»

«Ho dovuto difendere il mio onore!» si giustifica davanti alla mia espressione esasperata. «E poi gli ho solo restituito il pugno, giuro! Non credevo che fosse così fragile»

Per un secondo mi sento responsabile, perché in un certo senso è a causa mia se adesso Scorpius sta gocciolando sangue sul pavimento bianco del bagno.

Lui sembra leggermi nel pensiero, infatti subito esclama. «Non è colpa tua, Rose»

«Certo che non è colpa mia, razza di idiota» mi riprendo, recuperando il mio solito fare brusco ma d'effetto.

Gli lancio un'occhiata carica disapprovazione e faccio per andarmene, ma la sua voce divertita mi richiama prima che possa mettere un solo piede fuori. «Rose?»

«Che c'è?»

Il sorriso sulle sue labbra non è mai stato più spudorato ed i suoi occhi vagano sui vestiti che indosso. «Quella è la mia maglietta?»

«Le parole mia e maglietta sono molto vaghe, perciò non so di cosa tu stia parlando» gli rifilo un occhiolino sfrontato e lascio la stanza.























Mi piace molto la piega che sta prendendo il rapporto tra Rose e Scorpius, sono troppo carini🤩

Comunque oggi ho scritto questo capitolo al sole perché volevo abbronzarmi, e niente, adesso ho tutte le gambe bruciate. Mai una gioia.

Baci,
Ele💋

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