19. Un Natale da ricordare

Rose

«Ragazzi, c'è della posta per voi sul tavolo in salotto» annuncia la mia genitrice dai capelli gonfi, non appena il mio leggiadro piede varca la porta d'ingresso.

Dominique, un attimo prima intenta a raccontarmi qualcosa riguardo qualcuno, si stampa in faccia un sorriso da pazza esaltata e, dopo avermi rifilato una spallata per rallentarmi, corre verso il punto indicatoci da mia madre. Albus e Scorpius, dietro di me, la osservano come se fosse pazza — cosa che effettivamente è, visto che si è messa talmente tanta matita nera attorno agli occhi che pare le abbiano tirato due cazzotti in faccia.

La posta generalmente non mi interessa, ma oggi si tratta di posta natalizia, ed è risaputo che i mei spasimanti di Hogwarts amino fare dichiarazioni d'amore piuttosto bizzarre per poi spedirmele via gufo.

Le corro dietro, uso tutta la forza che ho nelle gambe e per fortuna riesco a gettarmi di peso sul tavolo su cui sono disposte le lettere prima di lei. Probabilmente mi sono rotta un'anca, ma ne vale la pena.

Afferro la mia corrispondenza e sono tentata di fiondarmi a gettarla nel caminetto. Dominique però è più agile, riesce a strapparmi di mano una busta bianca piena di cuoricini e io comprendo che la mia fine è vicina. Il suo sogghigno non lascia spazio ai malintesi: non vede l'ora di sfottermi.

"Per Rose Weasley,
il Lumos dei miei occhi"

Inizia a leggere ad alta voce.

Cara Rosie.
Posso chiamarti Rosie, vero?
Non passa giorno in cui io non pensi ai tuoi capelli che sono così rossi che pare ti abbiano sgozzato una mucca sulla testa. I tuoi occhi marroni come il fango delle paludi mi appaiono in sogno ogni notte. Ieri mi sono svegliato di soprassalto perché le tue mani bianche e ricoperte di lentiggini come quelle di in cadavere affetto da spruzzolosi, facevano  su di me cose che non posso raccontarti.

Passa buone vacanze, auguri a te e famiglia.

Spero che una volta tornati ad Hogwarts smetterai di ignorarmi.

Alonzo.

Dominique e Albus stanno morendo dalle risate ma il loro essere degli individui privi di cervello non mi stupisce, il fatto che spinge la mia sopportazione dell'imbarazzo al limite, però, è che anche la saggissima Hermione Granger si sta tenendo la pancia in preda agli spasmi, prendendosi gioco di me. Questo è un affronto alla mia persona.

Scorpius mi lancia una rapida occhiata divertita, prima di tornare ad osservare svogliatamente le sue lettere.

«Io lo trovo molto dolce!» mento, cercando di rendere la situazione in cui mi hanno incastrato meno ridicola.

«Sentite questa, è breve e concisa» Dom mi ignora, raccogliendo da terra una busta che mi era sfuggita.

"A Rose Minerva Weasley,
la ragazza con le ovaie più grandi del castello"

Buon Natale dolcezza.

R.T.C

Incrocio le braccia al petto, perché se le lasciassi dove sono strozzerei mia cugina e allora mia madre verrebbe a conoscenza del mio lato oscuro. «Andrete all'inferno, tutti voi» li maledico tra i denti.

"A Rose Weasley, la tizia che mi ha quasi affogato nel Lago Nero"

Oh mia Dea, mi è stato riferito che stai passando le vacanze al Manor dei Malfoy. Ho convinto mio padre, Theodore Nott, come saprai un amico di vecchia data di Draco, ad autoinvitarsi per il pranzo di Natale solo per poterti vedere.

Il mio cuore è tuo,
Terence N.

Questo è un incubo e io sto per buttarmi fuori dalla finestra.

•••
Albus

Scorpius è teso, con le spalle dritte in modo troppo composto e altezzoso per sembrare davvero rilassato come il sorriso affilato che gli curva le labbra vuole far credere. O almeno, è un dettaglio che non passa inosservato a me, il suo migliore amico.

È stramaledettamente geloso.

•••
Rose

Più tardi, dopo aver mangiato una ciambella per colazione — quattro, in realtà, ma mi rifiuto di ammetterlo a me stessa per una questione di principio — sono intenzionata ad appiccare un fuoco in cortile con tutte le lettere scabrose che mi hanno spedito. Perciò, non appena mi carico le braccia di quella robaccia, mi dirigo allegramente verso la porta d'ingresso per poter uscire.

Il suono del campanello, però, mi fa perdere un battito. Avverto la voce di mia madre che mi grida di andare a salutare gli ospiti (come se questa fosse casa mia) ma io non sono mica stupida, nossignore, col cavolo che mi avvicinerò a quello schizzato di Terence Nott.

Wonka ha già aperto la porta e io sono ancora ferma immobile nell'ingresso, con un'espressione inorridita e le braccia piene di carta.

È troppo tardi, il matto mi ha visto, sfoggia un sorriso raggiante. Suo padre mi sorpassa ignorandomi e si inoltra in corridoio come se conoscesse questo posto alla perfezione.

«Rose Weasley, sei stupenda» erompe Terence.

«Ciao?» replico, con il cervello che nel frattempo cerca di elaborare una via di fuga.

«Vuoi fare una passeggiata con me, mia Dea?»

Questo è scemo, scemo forte.

Non posso schiantare l'erede di casa Nott in casa Malfoy. Sarebbe come entrare nella tana del lupo ricoperta di prosciutto.

«Corri Rose, ti copro io» bisbiglia Dominique parandomisi davanti e agitando i capelli con fare sensuale. «Ehi Nott, come va?» la mia migliore amica mi fa scudo con il suo corpo rinsecchito ma tonico. Per una manciata di secondi sono fuori dalla portata visiva di Terence, così me la do a gambe.

Giro i tacchi, le lettere mi scivolano dalle mani ma ormai non posso tornare indietro a prenderle.

Schivo James e Fred che si tengono a braccetto come una coppia di anziani. Potrei lanciare il mio spasimante tra le loro braccia, ma lo ridurrebbero a brandelli. Per quanto lo scemo sia fastidioso non merita di fare quella fine. Faccio un cenno ad entrambi sventolando una mano in aria e loro mi mandano un bacio volante.

Dom e le sue ciglia lunghe mi hanno concesso, che ne so, mezzo minuto di vantaggio. Niente insomma. Considerando poi che io e la corsa siamo come il giorno e la notte, rischio che Terence mi raggiunga e mi faccia una proposta di matrimonio davanti ai nostri genitori. Ne sarebbe capace, ne sono sicura.

Non merito una fine del genere, dannazione.

Mi volto per vedere se è dietro di me, e si, è lì. Percorre il corridoio con le sue gambe lunghe e ossute. Almeno è un tipo che non si da per vinto facilmente, però, secondo il mio modesto parere, dovrebbe provare ad usare la sua testardaggine con qualche altra povera ragazza.

Con un fiatone da "ehi, sto correndo una maratona di duecento chilometri, unisciti a me" svolto l'angolo e finisco in pieno contro qualcuno.

Sollevo la testa, tenendomi ben aggrappata alla sua camicia. Un sorriso vittorioso mi spunta sulle labbra quando mi rendo conto di essere tra le braccia muscolose di Scorpius Malfoy.

Allora il mondo non mi odia così tanto.

Non bisogna fraintendere la mia euforia, chiaramente.

Sento la voce di Terence che urla il mio nome e siccome tutti hanno paura di Scorpius —sarà per colpa della stazza, del cognome o dei capelli catarifrangenti — mi appendo al suo collo sotto il suo sguardo perplesso.

«Sei caduta tra le mie braccia» sogghigna, ma io sono troppo agitata per assecondare il suo stuzzicarmi.

«Aiutami» sussurro.‌ «Il tuo compagno di stanza vuole portarmi a fare una passeggiata e forse anche chiedermi di sposarlo!»

Lui arriccia il naso, ma non capisco il suo fastidio, non mi sembra di avergli chiesto di risolvere un problema di trigonometria avanzata senza calcolatrice.

«Nott?» chiede, e dal modo in cui pronuncia il suo cognome posso immaginare che non gli stia molto simpatico.

«Ovviamente»

«Come vuoi» dice, uno strano sorriso scanzonato corre ad illuminargli il viso.

Poi, in un attimo, la sua mano mi prende piano la nuca e avvicina il mio viso in avanti, attirandomi in un bacio inaspettato e impetuoso che mi fa mancare il respiro.

Inizialmente resto immobile, quasi sconvolta. Il suo braccio mi circonda la vita in una presa ferrea ma leggera da cui dovrei scappare, solo che non lo faccio. Cerco, ricerco, ma non trovo nessun motivo valido per tirargli una testata e allontanarmi. Dischiudo le labbra e mi lascio andare, realizzando di essermi sollevata sulle punte e di aver affondato le dita tra i suoi capelli arruffati.

Avverto il sorriso di Scorpius sulle labbra, stupidamente mi ritrovo ad imitarlo.

Sono talmente trasportata dal bacio e dalle sue mani scivolate a sui miei fianchi, che non mi accorgo dei passi pesanti di Terence che si allontana strascicando deluso.

Ci stacchiamo per riprendere fiato senza però separarci. Scorpius, chinato su di me, poggia la fronte sulla mia con il respiro accelerato. Non posso fare a meno di notare che i suoi occhi grigi sembrano più scuri del solito.

«Sai di dentifricio» erompo.

Lui ride sommessamente e io mi ritengo in modo ufficiale un'idiota patentata.























Amatemi, ho pubblicato un capitolo dietro l'altro a poche ore di distanza.

Questa parte mi piace tantissimo, sono super soddisfatta di quello che ho scritto.

Baci
Ele❤️

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