Capitolo 11.

Charlotte's pov.







La possente figura di Tommy entra dalla porta dandoci le spalle, mentre sembra avere un'accesa conversazione con qualcuno dietro di lui.
Ancora una volta, nonostante io sia a conoscenza di cosa faccia nella sua vita come lavoro, mi ritrovo ad essere in pericolo, solo che stavolta è lui a tenermi in trappola e io che pensavo che potesse essere la mia salvezza.
Oh quanto ti sbagliavi, Charlotte.
Un'improvvisa voglia di alzarmi da questo lurido pavimento e di urlargli contro che è veramente uno stronzo infame, si manifesta dentro di me.
Ma per fortuna o chissà per quale ragione, non posso farlo, perché dal momento in cui riuscirei ad alzarmi mi verrebbero addosso tutti gli uomini qui presenti, e non sono pochi, e solo Dio sa cosa mi farebbero.
Sono del tutto sbalordita, nonché sorpresa. Tra tutte le persone che immaginavo che ci avessero fatto questo, non avevo minimamente pensato che potesse essere stato lui.
Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
Ma davvero te lo stai chiedendo? Ti ricordo che è un criminale.
Beh, non è molto diverso da me, infondo. Rispondo a me stessa.

Ancora una volta, emozioni contrastanti si alternano in me, da una parte vorrei tanto ribellarmi e urlare contro ognuno di loro di liberarci e di lasciarci andare, ma dall'altra, ho una paura fottuta.
Infondo, ho sempre saputo di non potermi fidare di Tommy, fin dal nostro primo incontro in quel parcheggio deserto, con quel suo sguardo profondo e cupo, eppure, è tutto il contrario di ciò che ho fatto.
Nonostante Charlotte Grace Owen sia una stronza inaffettiva, si è fidata di un bastardo che a malapena conosceva, e Dio non ha la minima idea di quanto me ne penta.

I miei occhi sono fissi sui movimenti del suo corpo muscoloso, ma lui sembra non essersi accorto della nostra presenza, o semplicemente ci sta volutamente ignorando.
Irrompe nella stanza e si volta quasi subito verso una minuscola mensola posta sul muro davanti a lui e da lì, prende qualcosa che però non riesco ad intravedere.
Subito dopo di lui, entrano anche altri uomini, grossi e muscolosi anche loro, che però, non avevo mai visto prima, tra loro non poteva mancare Tobias, che con passo spedito si dirige dritto verso il tavolo al centro della stanza. La mia attenzione però viene catturata da qualcun'altro che attraversa quella pesante porta, Jordyn.
Ma che cazzo ci fa lui qui?
Questo non è veramente possibile.
«Che cazzo stai facendo?» urla Cheryl, anticipandomi.
Inizialmente non si accorge di noi, un po' come tutti loro, ma appena sente la voce della sorella, vedo la sua espressione da divertita e soddisfatta, diventare improvvisamente seria e preoccupata.
«Che cazzo hai fatto a mia sorella bastardo?» corre incontro al ragazzo seduto, che continuava a messaggiare tranquillo, nonostante l'arrivo del suo capo.
«Cazzo vuoi? Sono ordini dall'alto. E comunque se è questa tua sorella, è proprio un bel bocconcino, fattelo dire.» mormora sorridendo in modo perverso, mentre continua a starsene tra le sue.
«Tobias, che cazzo significa questo? Non mi hai detto di aver rapito mia sorella, lurido bastardo.» inveisce contro il suo capo, non appena capisce che Diego, non c'entra niente.
«Non me ne frega un cazzo che sia tua sorella, è proprio lei che ha visto tutto.» risponde voltandosi verso Cheryl, quindi verso di noi.
Anche Tommy, si è volta improvvisamente verso di noi e la sua espressione è del tutto impassibile.
«Ma tu te la sniffi invece che venderla? Molla subito mia sorella.» continua Jordyn.
«Non farmi incazzare, sbrighiamoci a risolvere questa questione che ho parecchio da fare.» risponde il bruno con prepotenza.
«Non farmi incazzare? Ah davvero? Dovresti essere tu quello incazzato? Veramente che cazzo ti fumi?» inveisce, fronteggiandolo.
«Smettila.» lo richiama Tommy, poggiandogli una mano sul petto, cercando di calmarlo.
«Lasciami bastardo.»
«Jordyn datti una calmata, ora parliamo e cerchiamo di capire che diavolo ha visto.» continua Tobias che, riesce così a calmare Jordyn, almeno all'apparenza. Ad ogni modo il Boss lo ignora e sposta il suo sguardo su ognuna di noi, per poi soffermarsi su Cheryl.
«Quindi, che vuoi fare?» domanda Tommy, guardando negli occhi me mentre si scola una lattina di birra, quello che precedentemente aveva preso dalla mensola. I suoi occhi, continuando a guardarmi in modo del tutto insolito, come se fosse sorpreso di vedermi qui.
Sono leggermente socchiusi, e studiano la situazione. Le sopracciglia invece sono aggrottate, con un'espressione concentrata, e a dir poco inquietante.
E ancora una volta non so cosa diavolo pensare, oggi non ho fatto altro che vederlo, non ho avuto tempo neanche per pensare a cosa fare della mia vita. Non ho pensato a come diavolo fargliela pagare per tutto ciò che mi ha fatto da quando è entrato nella mia vita, e cazzo, ora sono qui, davanti a lui, legata con le mani dietro la schiena, che lo guardo dritto negli occhi, mentre lui guarda me e non so cosa ne sarà di me, o delle mie amiche.

Ho sempre odiato la paura, eppure io stessa ne provo un sacco ogni giorno della mia vita, ma difficilmente le persone che mi circondano riescono a vederle.
Ho paura dei ragni, dei serpenti.
Ho paura di ammalarmi e dei germi, e questa stanza ne è piena fino al collo.
Ho paura degli aghi e di tagliarmi, nonostante abbia deciso di fare il chirurgo per vivere.
Ho paura dei sentimenti, quelli capaci di logorarti in caso di perdita, quelli che ti fanno pentire di provare dei sentimenti per qualcuno, che prima o poi ti farà soffrire.
Ho paura della vita e di tutto quello di brutto che è capace di farci capitare.
Ho paura perfino del buio, si ha ventuno anni ho una paura fottuta del buio.
E in questo momento mi sento esattamente in questo modo, come se tutte le mie paure interiori e, che persistono ancora nella mia persona, si rivoltassero tutte contro di me nello stesso momento.
Sono investita da una scarica di emozioni che si contrastano tra loro, ma la più forte, oltre la paura e più che altro una sensazione. Ho questa strana sensazione che nonostante tutto Tommy non permetterà che qualcuno mi faccia del male, eppure lui sembra essere uno di quelli che ci ha portato qui.
Stacco gli occhi dai suoi, perché sto per piangere e non voglio affatto sembrare debole, mai nella vita dimostrerò a qualcuno le mie debolezze, tantomeno a questi stronzi.

«Allora, dimmi velocemente cos'è che hai visto?» domando a Cheryl, cercando di sussurrare il più possibile, approfittando del fatto che si sono riuniti tra loro per discutere sul da farsi, deduco.
Lei si volta verso di me e mi guarda negli occhi, nei suoi leggo puro terrore.
Ha una paura folle di aver combinato una cazzata accentando di uscire di un fottuto giovedì sera e mi sento terribilmente in colpa per questo. Avrei dovuto aspettare sabato, quando aveva proposto lei e, starmene a casa a piangere e a decidere cosa farne di me stessa. Non avrei mai dovuto abbassare la guardia in quel locale, so che non era mai successo una cosa del genere, ma con il tipo di persone che vi girano all'interno non è sempre possibile per gli uomini della sicurezza accertarsi che tutto fili liscio e che nessuno sia in pericolo. E questa situazione ne è un chiaro esempio.
Ho tanta voglia del mio papà in questo momento.
Vorrei tanto sentire la sua voce che mi sussurra che andrà tutto bene e che non devo preoccuparmi, che lui mi ritroverà presto.
«Lui, ha..sparato..» singhiozza in modo persistente cercando di fare il più piano possibile.
«Lui chi?» chiedo confusa. Cheryl alza di poco lo sguardo e lo rivolge subito verso Tommy, e con un leggero cenno del capo lo indica.
«A chi ha sparato?»
«A.. Luke..» ammette infine, mentre altre lacrime continuano a solcarle il viso in modo persistente.
Oh mio dio.
Adesso capisco il suo pianto costante e incontrollato, ma soprattutto il suo essere completamente stravolta.
Tutto questo non è possibile, sapevo che Luke non era un angioletto, le ricerche su di lui sono state molto difficili, ma eravamo giunti a trovare dei buoni risultati e i file su di lui non erano affatto come ci si aspetterebbe.
Io e lui eravamo risaliti alle sue origini, e di certo non era del North Caroline come aveva riferito a Cheryl, anzi, il bastardo non era neanche americano. Era un povero australiano orfano, che venne poi adottato da un potente uomo d'affari russo. E oltre a queste informazioni, non eravamo riusciti a trovare altro.
Sinceramente non mi sorprende affatto che l'abbiano fatto fuori, anche se non ho idea di cosa abbia combinato, ma ribadisco, non era un angelo.
«Cos'è che hai visto, di preciso?» continuo ad indagare.
«Quando sono andata in bagno - singhiozza- ho sentito dei rumori, e ho trovato una piccola porta nascosta, andando quasi verso il retro.. l'ho aperta leggermente ed ho visto Tobias che riponeva delle cesoie ricoperte di sangue e poco dopo quello lì sparare.» finisce indicando ancora una volta Tommy.
«Chiudete la bocca.» urla Diego verso di noi, mentre continua a stare con il telefono in mano. Dio, glielo sbatterei in faccia e glielo romperei a forza di schiaffi.
«Forse dovresti dire al tuo capo di avvicinarsi e smettere di stare lì in disparte.» gli rispondo a tono.
«Se vuoi farti sparare, te lo posso chiamare seduta stante.» alza finalmente lo sguardo.
«Prego, non ho niente da perdere.» continuo. Sorridendomi in modo amaro si alza, non prima però di aver posato finalmente l'aggeggio che aveva tra le mani, e si dirige così verso il gruppetto di uomini.
«Ti sta dando di volta il cervello?» sbotta Michel verso di me, cercando però di tenere un tono basso.
«Voglio sapere che intenzioni hanno.»
«Allora, intanto ti sparano, poi non so, forse ci danno da mangiare in pasto ai coyote.» ribatte ovvia.
«Dovresti calmarti, Tobias non potrebbe mai toccare te.» dico riferendomi a Michel, ribadendo ancora una volta la cotta che ha per lei il Boss.
«E Jordyn non permetterebbe mai a nessuno di toccarti.» mi riferisco a Cheryl, stavolta, che si è leggermente calmata.
«Per quanto riguarda me, nessuno garantisce la mia salvezza, quindi parlo io. Voi tranquille.» continuo, cercando in tutti i modi di mantenere la calma.
Ed è vero, nessuno garantirebbe per me, eppure la cosa non mi spaventa per certi versi. Fin da piccola ho imparato a difendermi, le lezioni di arti marziali, mi sono sempre state utili, sia per la mia difesa personale, che per la mia condizione mentale.
Il gruppetto si incammina verso di noi, e la sicurezza di prima se ne è andata tutta a puttane.
Ma si può sapere che mi prende? Sono veramente una cogliona a volte.
«A chi è che devo sparare?» domanda Tobias, fermandosi esattamente davanti a me. «Scommetto che sei proprio tu l'impertinente.» sogghigna guardandomi negli occhi.
«E se fosse?» domando con tono duro, sostenendo il suo sguardo.
«Certo, che vuoi proprio morire.»
«Che c'è? Non sai come ribattere?» sputo, rivolgendogli un sorriso amaro, e a dir poco pieno di rabbia.
«Ti conviene chiudere quella bocca.» minaccia, sfiorandomi appena il mento, senza doversi neanche abbassare.
Ci scambiamo una serie di sguardi di sfida, prima che strattoni il mio mento con forza, per poi allontanarsi.
«Per quel che vale, potresti fare la conta e vedere chi si merita la prima pallottola.» interviene Diego, poco dietro di lui, prima di accendersi una sigaretta.
«Tu tocca mia sorella e io ti giuro che sparo a te.» continua Jordyn, alterato.
«Datti una calmata, ora la tua bella sorellina mi dirà cos'ha visto.» si abbassa, sedendosi sulle proprie caviglie giusto davanti a Cheryl.
«Lei non ha visto niente.» intervengo impulsiva.
«E tu come lo sai?» indaga il bruno.
«Perché quella che ha visto tutto sono io.»
«E cosa diavolo hai visto?» chiede abbastanza alterato, mentre sembra cadere nella mia trappola.
«Prima di tutto, vorrei dirvi che per essere dei criminali dovreste farvi un bel controllo alla vista ed essere più vispi.» enuncio quasi divertita, cercando di mettere da parte la parte di me che se la sta facendo sotto.
«E tu dovresti smettere di fare la spiritosa.» risponde astuto.
«Vuoi sapere cos'ho visto, bene te lo dirò, ma tu intanto slegaci e trattaci come delle persone.» esigo.
«Tu parla.»
«Slegaci.»
«Parla, Charlotte.» si intromette Tommy, che fino allora non aveva aperto bocca, almeno con me.
«Tu taci, patetico stronzo.» sbotto alzando lo sguardo verso di lui, poco lontano da noi.
«Parla cazzo.» urla Tobias davanti a me, afferrandomi nuovamente il mento.
Il suo sguardo è minaccioso e tenebroso, è sembra essere disposto a tutto pur di ottenere l'informazione che ha chiesto.
«Ho visto quella testa di cazzo del tuo uomo, - indico Tommy con il mento, approfittandone per allontanarmi dalla sua presa - che ha sparato al povero Luke.» dico con voce flebile, cercando di fargli percepire la mia paura e il mio orrore per la presunta scena, come se davvero l'avessi vissuta.
Tobias si rialza in piedi, più furioso di quanto non lo fosse prima e inizia ad urlare qualcosa di incomprensibile in spagnolo.
«Coñazo, nononono. La tengo que matar.» sbraita.
«Wei papi, tranquilo.» ribadisce Diego.
«Oh ma che cazzo, vorrei capire che state dicendo.» urla Jordyn nervoso, mentre fa cenno a Cheryl che andrà tutto bene e cercando di non farsi scoprire cerca di sussurrarle che la aiuterà il prima possibile, anche se ciò significa che le dovrà delle ottime spiegazioni su cosa cavolo stia facendo con questa brutta gente.
Ho studiato un po' di spagnolo quando ero piccola e poi sono stata a Cuba per qualche mesetto con papà, quando avevo poco più di quattordici anni, ma di quello che si sono detti ho capito ben poco.
Cerco di seguire il dialogo in spagnolo di quei due, ma continuo comunque a non capire molto, in quanto si parlano l'uno sopra l'altro.
Il mio sguardo ricade invece, su Tommy, che è seduto esattamente dov'era Diego, quando mi sono svegliata qui, il suo sguardo non si è spostato da me neanche per un secondo. Con quei suoi occhi penetranti continua indisturbato a fissarmi e ad entrarmi sotto la pelle.
Risvegliando in me quelle favolose sensazioni che poche ore prima mi aveva fatto provare. E vorrei davvero picchiarlo in questo momento, e urlargli contro e capire cosa diavolo vuole da me.
Nonostante il suo praticarmi del sesso orale, che mi ha portata ad un intenso orgasmo, quello che provo per lui in questo momento è pura repulsione.
Il mio livello di odio è al massimo.
«Si può sapere cosa cazzo stai guardando?» abbaio furiosa.
«E' vietato?» risponde con una fastidiosissima tranquillità.
«Per te è vietato perfino respirare il mio stesso ossigeno.» sputo acida.
«Oh-oh. Ha le palle sta stronza.» ride un'altro che non avevo minimamente preso in considerazione.
«Ha un bel carattere, ma le palle non le ha, ho controllato personalmente.» sghignazza Tommy, guardandomi in modo provocatorio.
Oh merda.
No, ma veramente?
«Che grandissimo figlio di puttana.» gli urlo contro agitandomi, mentre tutto intorno a noi sembra sparire, come se ci fossimo solo io e lui, e il mio unico obiettivo e raggiungerlo e prenderlo a schiaffi.
In questo momento vorrei tanto una pistola.
Caricarla con tutti e quindici colpi e sparargli contro, lasciandolo peggio di uno scolapasta.
«Smettila di punzecchiare la puttanella, che è già frigida di suo.» si intromette Diego.
«Ma senti un po' da che pulpito, scommetto che non vedi una vagina da quando sei uscito da quella di tua madre.» rispondo a tono, cercando di reprimere la premeditazione per un omicidio.
«Sta attenta a ciò che dici, non sai ancora con chi hai a che fare, puttana.» inveisce contro di me, puntandomi il dito. Nonostante mi abbia dato della puttana, decido di lasciare perdere e di non peggiorare ulteriormente la mia situazione.
«Prendi la biondina.» ordina, Tobias indicandomi.
«Che?» domanda Tommy, schizzando dalla sedia.
«Prendi la cazzo di bionda e andiamocene che ho altro da fare al momento.» ordina nuovamente, una paura fottuta si insidia in me fino alle ossa. E stavolta sono fottutamente seria.
«Non azzardarti a toccarmi.» frigno, verso Tommy che cerca di prendermi per le braccia, in modo da aiutarmi ad alzarmi.
«No, no, fermo non è stata lei, io ho visto tutto.» urla Cheryl, cercando di salvarmi.
«No, sono stata io, smettila di sparare cazzate.»
«Tommy, muoviti cazzo, non ho fottuto tempo da perdere.» comanda Tobias, dirigendosi verso la porta. «E Jordyn, vedi di zittire tua sorella.»
«Stai zitta e cammina.» ordina invece Tommy verso di me.
«Scusa che?» domando, mentre riesco a liberarmi dalla sua presa.
«Non farmi incazzare, Charlotte.» bofonchia mentre mi volto a guardarlo in modo sprezzante.
«Tu prova a ordinarmi nuovamente qualcosa e ti giuro che in un modo o in un altro io ti spacco la faccia.» prometto.
Non sono solita giurare, ma cazzo, a lui sto riservando addirittura il trono nella tomba di famiglia. E se la merita tutta.
Non mi lascia neanche il tempo di finire che scatta e prende la pistola dal retro dei pantaloni, puntandola alla mia tempia. 
«Hai intenzione di muovere il culo e chiudere quella bocca o vuoi che ti spari?»
«Abbassa questa cazzo di arma, coglione.» mormora Jordyn, cercando di far calmare le acque.
I miei occhi si sgranano alla vista della sua Glock.
Mi ha colta a dir poco alla sprovvista questa sua azione così repentina, cioè la mia intenzione era di provocarlo, ma non pensavo che sarebbe arrivato a puntarmi una pistola in mezzo alla fronte.
Sinceramente non gli rispondo, non tanto per la paura, più per la sorpresa.
«Ora taci, e comincia a muovere i tuoi piedini verso quella porta.» dice, tenendo in modo ferreo e fermo la pistola.
«Hai intenzione di spararmi, senza neanche averla caricata?» lo stuzzico.
Ma io dico, cosa cazzo ti passa per la testa? Questo potrebbe spararti da un momento all'altro e tu che fai? Lo provochi pure?
Lui non se lo fa ripetere due volte e in pochi secondi ritrae l'arma per caricarla, e posso chiaramente vedere il proiettile entrare in canna.
La pistola torna nuovamente a contatto con il mio viso, e una scarica elettrica attraversa il mio intero corpo, che viene come scosso dalla repentina paura di morire.
«Allora, hai finito di fare la ribelle?» domanda Tobias, spuntando nuovamente dalla porta. «Tu abbassa l'arma.»
«Vi chiedo solo una cosa..»
«Pretendi pure qualcosa?» ribatte Diego ridendo sotto ai baffi per tutta la scena, nel mentre il suo amico mi ha ancora nel mirino, e nonostante l'ordine, non si decide ad abbassare l'arma.
«Fate di me tutto quello che volete.. - inizio, anche se nessuno sembra ascoltarmi con interesse, - e lasciate andare loro.» imploro, guardando verso Cheryl e Michel.
«Basta, cammina.» intima Diego, avvicinandosi a me.
Nonostante non abbiamo accettato la mia "condizione", decido di dargli retta e comincio a camminare lentamente verso quella stupida porta.
Ma ancora una volta, la paura di morire con la consapevolezza che nessuno mi cercherebbe, sembra più grande di qualsiasi loro ordine.
Se dovessi seguirli là fuori che ne farebbero di me?
E Cheryl?
E Michel?
E se infondo vogliono solo giustiziarmi?
O ancor peggio, usarmi come loro schiava del sesso?
Delle calde lacrime iniziano a sgorgare dai miei occhi, bagnandomi le guance. Questo perché nonostante mi ero promessa che non avrei dimostrato la mia debolezza a nessuno, adesso, è inevitabile non sfoderare la paura.
«No, non ci vengo con te.» mi impunto, cercando nuovamente di ribellarmi, stavolta con più convinzione e resistenza.
«Smettila cazzo.» mi urla Tommy, agitando la pistola sulla mia schiena, dove continua a puntarla.
«Thomas, smettila, abbassa quella cazzo di pistola.» urla ancor più forte Jordyn, cercando in tutti i modi di farlo ragionare.
«Ti sparo qui se non cammini.» minaccia.
«Allora sparami, penso che non faccia nessuna differenza dove tu voglia farlo, ad ogni modo lo farai comunque, no?» impreco voltandomi verso di lui e incrociando i nostri sguardi.
I suoi occhi sono rossi di rabbia, non ho mai visto qualcuno così incazzato, e nonostante la paura costante che possa spararmi da un momento all'altro, continuo comunque a provocarlo.
«E questo che vuoi? Che le tue amichette di sto cazzo ti vedano morire?» chiede.
«Hai intenzione di farlo?» continuo.
«Si.»
«Bene. Allora vai, premi il grilletto.» lo fronteggio, avvicinandomi al suo corpo.
Mentre cariche elettriche ricche di erotismo e malizia investono entrambi i nostri corpi, non appena si sfiorano.
«Mi avete rotto il cazzo, andiamo.» borbotta Tobias avvicinandosi a me con passo spedito. Si ferma giusto un paio di secondi e si piega fino a raggiungere le mie gambe, in modo da poter caricarmi sulle sue forzute spalle.
L'ultima cosa che vedo, mentre lasciamo questo posto lercio e Cheryl che ha ripreso a piangere in modo disperato e Michel che è impassibile dallo shock.
«Andrà tutto bene.» mimo con le labbra verso le due, mentre Tobias mi trascina fuori con se.









Spazio autrice. 🌺

Rieccoci con un nuovo capitolo!
Questo capitolo indica un segno di svolta per la storia, perché da qui in poi, ne vedremo proprio delle belle in questa nuova "famiglia" allargata.
Siete cresciuti un sacco ultimamente è non fa che farmi un sacco di piacere sapere che molte persone leggono la mia storia, è una bella soddisfazione.
Niente, ora vi lascio, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Commentate in tanti.

Kiss kiss.


Diego:

Se avete dubbi, o qualche domanda da farmi, potete contattarmi su Instagram: nicoldelacruzalvarez, o su Twitter @imnastygirln.

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