Capitolo 47
Le giornate diventarono sempre più tristi,ormai mi restava soltanto la piccola Lena e io dovevo proteggerla. Tutte le persone a me più care se ne erano andate e adesso ciò che regnava tutt'attorno era soltanto la mente malata di una nazione.
Con la piccola in braccio,mi diressi verso il telefono che squillava.
"Pronto?"
"Buon giorno signorina,sono Kurt. Il maggiore crede di avere qualcosa che appartenga a voi. Dovete venire qui il più presto possibile. É ciò che mi ha detto di riferirvi."
Il mio cuore batte a una velocità innaturale.
"Va bene,ditegli che sto arrivando."
Bacio Lena sulla fronte e la adagio nella sua piccola culla. Questa casa non va più bene per lei,nessuno può prendersene cura mentre io sono via e ormai sta crescendo,qualcuno potrebbe sentirla.
La lascio sola,con la speranza che non faccia nulla di pericoloso,ma che sopratutto non pianga,perché questo potrebbe sicuramente metterla in pericolo. In questo condominio ci sono troppe orecchie.
Percorro la strada che mi divide da casa al commando in fretta,il vento che mi arriva sul viso mentre sono in bicicletta,mi fa arrossare gli occhi e il naso.
Salgo gli scalini esterni in fretta e mi dirigo verso l'ufficio di Ziegler.
Apro la porta con un tonfo.
"Cos'è che avete che mi appartiene?" Dico,senza nemmeno bussare.
Lui si gira calmo verso la mia direzione,mi si avvicina e con il suo solito sguardo marziale esce dalla stanza.
"Venite con me."
Non aggiunge altro e io non oso farlo.
Scendiamo a quelle che credo un tempo fossero le cantine del municipio, l'ambiente qui é molto umido e il corridoio é stato illuminato soltanto da fioche lampadine appese al soffitto ogni cinque metri più o meno.
Nella mia testa regna il caos,perché mi sta portando qui? Perché deve comportarsi sempre così? E soprattutto,che cos'ha di mio?"
Ziegler dice a un soldato lì davanti che può aprire la porta davanti a noi. Il soldato prende il mazzo di chiavi che tiene su un tavolino lì vicino e dopo averne scartate un paio che non andavano bene,finalmente apre la porta.
Non si riesce a vedere che cosa ci sia dentro,tutto è completamente buio.
"Alzati." Ziegler Si riferisce a qualcuno che è nella minuscola cella. Io sono in piedi sotto L'architrave della porta. Un po' intimorita osservo la scena che si sta svolgendo davanti ai miei occhi.
Il rumore di una catena che tocca terra,fa crescere la curiosità,ma anche la paura in me. Che cos'ha lui di mio?
"Accendete la luce." Il ragazzo,non appena sente l'ordine di Ziegler si appresta ad eseguire ciò che gli è stato richiesto.
Davanti a me,vedo il corpo di Leonard,non Leonard,quello non é più lui. La camicia bianca che indossava ora é ricoperta di sangue e porta tutte le sfumature del colore vermiglio. Il suo volto é tumefatto,con un grande taglio alla fine dell'occhio destro. Le mani gli sono state legate dietro la schiena. Tiene gli occhi socchiusi,chissà per quante ore é stato rinchiuso qui dentro senza luce,acqua,cibo.
Ziegler ora Si fa in dietro,pronto ad osservare la scena.
Non posso evitare di non avvicinarmi a Leonard,gli accarezzò piano il collo,al contatto con le mie dita fredde rabbrividisce. Una lacrima inizia a rifarmi il volto,chi lo ha ridotto in queste condizioni? E perché?
Le mie domande trovano una risposta che non esita ad arrivare quando mi volto verso Ziegler. Osserva immobile,non un espressione,non una parola,si limita ad esserci.
Quando capisco che é stata davvero colpa sua,subito mi scaravento su di lui e non ci penso due volte a tirargli un pugno,a questo punto non mi importa delle conseguenze,lui non aveva il diritto,so perché lo ha fatto. Soltanto per il piacere di provocarmi dolore visto che l'ho rifiutato e detto quelle cose dopo il funerale della nonna. Ma tra noi due non finirà così,no. É appena cominciata.
Lui non si difende.
Gli do un paio di sberle e poi ancora un pugno.
"Cosa credi di fare? Di poter prendere tutte le persone a me più care perché non mi sono rivelata essere colei di cui tanto ti eri innamorato?!" Urlo,tra i singhiozzi,la mia faccia è paonazza.
Leonard se ne sta in piedi in silenzio.
Spingo Ziegler al muro e gli tirò ancora una sberla.
"Non ne avevi il diritto,tu non dovevi!" A questo punto,mi afferra per entrambi i polsi e mi spinge contro l'altra parete facendomi sbattere la spina dorsale contro il muro gelido.
Leonard,subito fa per venire in avanti quando vede che Ziegler sta alzando le mani,ma le catene non gli permettono di intervenire.
In fretta,mi abbasso a terra. E quando lui fa per girarsi,dal fodero che porta sul fianco sinistro,gli sfilo la pistola.
"Non obbligarmi." Gli dico fissandolo negli occhi.
"Non oseresti." Sputa lui.
"Invece ti sbagli,non obbligarmi." Continuo convinta.
Lo vedo ritornare in se,si sistema la giacca e dopo aver ripreso la sua pistola con forza,se ne esce dalla cella lasciandoci soli.
"Finiamo questa messa in scena il prima possibile." Bofonchia guardandomi,poco prima di andare.
Torno a guardare Leonard.
"Cosa ti ha fatto quell'animale?" Dico guardandolo. Vorrei aiutarlo,portarlo via da qui,ma so che sarebbe un sogno irrealizzabile.
"M-mi ha f-fatto confess-are Ilse."
Rimango in silenzio per un momento.
"Io non v-volevo giuro,m-ma sai come s-sono fatti. Mi hanno picchiato fin quando n-non han-no ottenuto quello che volevano."
Fa fatica a parlare,tossisce un po' tra una frase e l'altra.
"Devi dirmi quello che sa,va bene?" Dico,prendendogli le mani.
"Sa tutto."
Per un attimo tutto si ferma. Come sa tutto?
"Come?" Chiedo incredula.
"Ilse,la nostra guerra é finita."
Mi avvicino a lui e cerco di prendergli il viso per guardarmi negli occhi,non mi ha rivolto lo sguardo da quando lui se ne è andato.
"No Leonard,non ti rendi conto che è appena iniziata?" Dico fra le lacrime.
Abbasso il capo e lo Poggio proprio vicino al suo collo,l'unica parte del suo corpo poco ferita. Piango per quelle che sembrano ore.
Qualcuno batte sulla porta della cella,devo andare.
"Ilse ascolta,devi scappare. Dopo di me,prenderà te. Vai via fin quando sei in tempo. Lascia perdere il piano,é impraticabile." Sussurra.
"No,io resterò fino alla fine e giuro che ti porterò fuori di qui." Dico annuendo,cercando di convincerlo.
Riappoggio la testa vicino al suo collo. Ancora non posso credere a quello che ha fatto quell'animale.
"Devo andare. Prometto che tornerò."
Dico guardandolo negli occhi.
Improvvisamente lo vedo avvicinarsi di più a me,esito un momento,ma poi mi avvicino anche io,lasciando che le nostre labbra si scontrino.
"Non fare promesse che non puoi mantenere." Dopo aver sentito queste sue parole esco correndo,forse vado contro Ziegler,non lo so. Le lacrime mi offuscano la vista.
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Scusate per possibili errori grammaticali,ma ho scritto tutto il pomeriggio ahaha e visto che ve lo avevo promesso,ecco il capitolo.
Ora voglio davvero sapere che cosa ne pensate perché mi rendo conto che questo sia un capitolo shock.
Andate a leggere anche I'll be home for Christmas,il primo capitolo é online! Lo trovate sul mio profilo☺️ci terrei tanto a sapere che cosa ve ne pare.
Lidia,💗.
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