CAPITOLO 42
"Ritorniamo alla festa?" Mi domanda Friedrich,guardandomi con un sorriso stampato in faccia.
Annuisco e gli sorrido di rimando quando stringe la mia mano nella sua.
Gli invitati continuano ad arrivare nel frattempo,mentre procediamo lentamente,intravedo il viso di mio padre. Per fortuna non mi nota,perché proprio nel momento in cui passiamo davanti a lui, rivolge un sorriso languido ad una ragazza con cui sta parlando.
Istintivamente,volto il capo dall'altra parte;non voglio che mi noti e mi costringa a fare qualsiasi altra cosa lui voglia,già stamattina sarei dovuta essere alla parata e invece sono stata tenuta come un ostaggio in una camera d'hotel.
"Tutto bene?" Chiede Ziegler,deve aver notato il mio sguardo in parte indignato.
"Meglio spostarci di qui." Rispondo evitando il contatto visivo.
Proseguiamo fino ad arrivare all'esterno,dove sono stati allestiti diversi tavoli colmi di pietanze.
É arrivato il momento.
"Ostriche?" Domando indicando un vassoio con un'aria sbalordita.
Lui mi osserva con un'aria soddisfatta.
Mi avvicino subito al tavolo e ne assaggio una.
"Beh,le nostre vittorie portano frutti." Al suo commento smetto di masticare e gli rivolgo uno sguardo freddo. Ziegler cambia espressione e subito diventa serio.
Lo sai perfettamente che tra voi due non potrà mai funzionare...
Suggerisce la mia vocina interiore.
Faccio per prendere un bicchiere di champagne,quando la sua mano mi blocca.
"Dovresti smettere." Il suo tono mi lascia allibita,chi si crede di essere? Soltanto perché ho ammesso che provo qualcosa per lui,non significa che da questo momento abbia il libero arbitrio sulle mie azioni.
Tu hai ammesso molto di più Ilse,hai esplicitamente detto che lo ami.
Stupida voce.
"Ti da forse fastidio?" Dico,prendendolo ugualmente.
"Lo dico per il tuo bene."
"E tu cosa ne sai di ciò che è bene per me?" Non risponde,continua a tenere il suo sguardo fisso nel mio.
"Scusa,non dovevo reagire in quel modo." Ammetto subito dopo. Dovrò imparare a moderare il tono,altrimenti andrà tutto a monte. Anche se in teoria é già andato tutto a monte,non avrei mai dovuto dire quelle cose prima. Non avrei mai dovuto dirgli che provo qualcosa per lui,quando so benissimo che in parte é solo una messa in scena per il bene di tanti.
Appoggio il bicchiere nel vassoio da cui l'ho preso e gli rivolgo un sorriso,per tranquillizzarlo.
"Ilse! Cosa ci fai qui?" Una voce che conosco fin troppo bene,mi interrompe. Chiudo gli occhi e mi volto lentamente.
"Olga!potrei dire di te la stessa cosa." Dico sorridendo. Perfetto,adesso ci mancava soltanto lei.
"Oh beh,nel pomeriggio sono andata a prendere dei fascicoli che mi servivano alla HJ,ho chiesto di te e Kurt mi ha detto che eri in questo magnifico hotel. Poi sai come si dice,una parola tira l'altra ed eccomi qui." Quando finalmente smette di esporre il suo soliloquio,Friedrich si intromette.
"Forse avrei dovuto essere più insistente con Kurt,a quanto pare le mie richieste non sono state ascoltate."
"Cosa volete dire,maggiore?"Olga sembra improvvisamente molto interessata.
"Niente,non si preoccupi signorina Schneider. Le auguro una buona serata." Dopodiché mi prende sottobraccio e torniamo dentro.
"Perché l'hai trattata in quel modo?" Gli domando.
Olga sa essere davvero molto impicciona,ma non lo avevo mai visto trattarla in quel modo anzi,sembravano andare molto d'accordo fino a qualche settimana fa...
"Quando dico una cosa,non mi piace ripeterla due volte. Kurt la deve smettere di comportarsi come uno stupido ragazzino."
Continuo a non capire il suo ragionamento.
"Andiamo,non puoi punirlo perché ha detto a una ragazza forse un po' troppo impicciona qualcosa come 'Ilse é in un hotel.' Insomma,sai che novità!" Dico,cercando di farlo ragionare.
"E invece si se di mezzo c'è la mia e la sua vita."
"Cosa stai insinuando?"
"Nulla che tu non sappia già." Dice,riprendendo a camminare.
"No,fermo. Cosa volevi dire?" Lo tiro per una manica.
"Come ti ho già detto,non mi piace ripetere le cose due volte."
Così dicendo si allontana,verso un gruppetto di ufficiali,accanto al piccolo quartetto posto nel mezzo della stanza.
Che vada al diavolo!
Penso,andandomi a sedere all'aria aperta.
Circa mezz'ora dopo,decido che è arrivato il momento di continuare il mio piano.
Prendo nuovamente un bicchiere di champagne,assicurandomi prima che Ziegler non mi stia guardando. Lo bevo in fretta e poi,con passo deciso mi avvicino a lui,per iniziare a mettere in atto la mia messa in scena.
"Frederich,potrei parlarti un attimo?" Domando,richiamando la sua attenzione. Gli altri ufficiali mi guardano con sguardo interrogativo,non riuscendo a capire chi io sia.
Come al solito,molto educatamente chiede di scusarlo e soltanto quando siamo a qualche metro da loro mi fa parlare.
"Non mi sento molto bene,deve avermi fatto male l'ostrica,era da molto che non ne mangiavo una e probabilmente non l'ho digerita bene." Mento,facendo un'espressione in pena.
"Va bene,preferisci andarti a riposare?" La sua domanda non fa che far proseguire il mio piano nel migliore dei modi.
"Se a te non dispiace...ma non mi sento per niente bene." Continuo a fare la vittima.
"Nessun problema,vieni ti accompagno." Poggia una mano dietro la mia schiena,ma lo fermo subito.
"Non ti disturbare,riesco a raggiungere la mia camera anche da sola,ci vediamo domani."
"D'accordo,come preferisci."
Dopodiché mi allontano esultando dentro di me.
Una volta raggiunto il primo piano,osservo attentamente ciò che mi circonda;non c'è nessuno.
Alzo di poco la gonna del vestito e dall'estremità delle calze che indosso,tiro fuori il mazzo di volantini che ho ripiegato più e più volte.
In fretta,inizio a spingerli uno ad uno da sotto ogni porta,in modo tale che poi,aprendola i destinatari se lo ritrovino proprio ai loro piedi.
Una volta finito il primo piano,passo al secondo e poi al terzo;dove si trova la mia camera.
Prima di iniziare però,vado di corsa in camera mia e telefono a Leonard.
"Ilse,che succede?"
"Tutto sotto controllo,fa quello che ti dico. Potsdamer Platz 3,manda un'auto,ricorda Potsdamer Platz 3. Fra dieci minuti,d'accordo?"
"Si sì,certo."
"Perfetto,a tra poco."
Metto giù la cornetta e mi fiondo fuori dalla stanza,per completare il mio piano. Una volta aver terminato,prendo le mie poche cose dalla camera e mi richiudo la porta alle mie spalle.
Prima di scendere al piano di sotto però,faccio la cosa più importante,lascio un volantino anche sotto la mia porta.
Senza pensarci due volte, mi dirigo verso l'auto che mi aspetta.
Quando finalmente l'auto parte,sento come un peso spostarsi dal mio petto, tutto é andato come doveva andare,penso soddisfatta.
O almeno così credo fino a quando uno sparo,frantuma in mille pezzi il vetro posteriore della vettura.
//
Ilse é di nuovo nei guai? Chi lo sa...
Intanto,scrivetemi ciò che pensate 😘.
Xoxox,Lidia.💋
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top