CAPITOLO 39


Un sole mattutino splende in cielo,colorando con i suoi colori vivi tutto ciò che ci circonda. L'erba del campo da gioco è tagliata perfettamente,alcuni addetti alla manutenzione si muovono frettolosamente,spostando ostacoli per la corsa,e sacchi di sabbia da svuotare a terra per il salto in lungo. Tra poco arriveranno i ragazzi e dovranno iniziare ad allenarsi.
Li osservo,seduta all'ombra degli spalti. La mia attenzione viene richiamata dal suono di un fischietto,quando guardo meglio,vedo tutti i ragazzi disposti in una fila ordinata e Ziegler pronto a far cominciare il riscaldamento. Se ne sta dritto nella sua uniforme,mentre i ragazzi cominciano a correre ordinatamente. Ne frattempo,gli addetti hanno quasi terminato di sistemare le cose necessarie per l'allenamento.
"Buongiorno Ilse,tutto bene?" Dice la Schneider con un espressione alquanto felice,dando un morso alla mela che tiene in mano,sedendosi accanto a me.
"Tutto bene,grazie." Le accenno un sorrisetto,per poi tornare a prestare attenzione a ciò che sta succedendo in campo; non perché sia più interessante,ma semplicemente perché non credo di poterla sopportare tutto il giorno se già adesso di prima mattina cominciamo così.
"L'altra sera...mi dispiace,cioè io..."
Comincia con uno strano soliloquio,allora decido di interromperla immediatamente.
"Non ha alcuna importanza,davvero. Anzi,dispiace a me di avervi interrotto." Le dico. Mi guarda con i suoi occhi da cerbiatta,poi distolgo nuovamente lo sguardo.
"...non voglio che tu pensi male di me,non sono uscita prima per andare da lui;non farti strane idee." Sembra che voglia convincere più se stessa...
"É tutto apposto."
Il mio sguardo cade sulla figura di Ziegler,che si appresa ad avvicinarsi. Inizio ad agitarmi. Perché sta venendo qui? L'ultima volta che ci siamo visti non ho fatto altro che lanciargli frecciatine. Come dovrei comportarmi ora?
Alza il suo sguardo e per qualche secondo ci fissiamo,poi continua a camminare verso di noi.
"Adesso devo andare,ci vediamo più tardi." Mi alzo in fretta e faccio di tutto per non incrociarmi con Ziegler,ma quando ho quasi raggiunto l'uscita dagli spalti,lo sento chiamarmi.
"Ilse! Dove sta andando? Venga qui per favore." Dannazione. Stringo in un pugno la mano destra,mi volto cercando di mostrare l'espressione più calma e rilassata che riesco a fare.
Quando torno dov'ero prima,la Schneider,ancora seduta,ci fissa come se non riuscisse a capire che cosa stia succedendo,alternando lo sguardo da me a lui e da lui a me.
"Il mio ufficio si trova al secondo piano,prima stanza a destra."
Non riesco a capire dove voglia arrivare...
Non dandogli alcuna risposta,annuisce.
"A pomeriggio." A pomeriggio?! Che cosa sta succedendo?
"Scusa,ma che cosa è appena successo?" Dico,rivolgendomi verso di lei.
"Eh,Ilse...l'altra sera,Friedrich mi ha chiesto se potevo aiutarlo a compilare delle cose questo pomeriggio,ma purtroppo ho dovuto rifiutare perché io non sono in servizio, lavoro soltanto fino alle 12:00. Herr Hoffmann é molto rigido su questo e non potevo di certo aggiungermi un pomeriggio,così per non sembrare scortese gli ho detto che tu eri disponibile,infatti tu lavori al pomeriggio... Però mi sono dimenticata di dirtelo,sono davvero mortificata."
Friedrich... é così che si chiama allora.
Non so se dovrei arrabbiarmi con lei per ciò che ha fatto o ringraziarla,perché potrei sfruttarla come un'ottima occasione per avvicinarmi a lui.
Nel dubbio,reagisco come qualsiasi persona favorevole a tutto questo reagirebbe.
"Non fa nulla e poi come hai detto tu,lavoro al pomeriggio..."
"Oh menomale! Credevo ti saresti arrabbiata."
Scuoto il capo e dopo averla salutata mi dirigo verso l'ambulatorio,aspetterò li.

Secondo piano,prima stanza a destra... continuo a ripetere nella mia mente,l'unica cosa che riesco a sentire sono i miei tacchi battere velocemente sul pavimento,il suono rimbomba in tutto il corridoio. Quando arrivo davanti all'ufficio,trovo la porta aperta con Ziegler seduto come sempre alla sua scrivania.
"Permesso?" Busso delicatamente contro l'anta aperta.
Alza il capo chino e subito mi rivolge un sorriso.
"Prego,venga pure." Si alza e da un angolo prende una sedia,che mette accanto alla sua.
"Dovrà aiutarmi a compilare dei documenti per i ragazzi. I giochi si avvicinano e siamo tutti molto entusiasti." Sembra contento,forse ha dimenticato il modo in cui l'ho trattato a casa di mia nonna,lo spero,ma a quanto ho capito fin ora,non mi sembra una persona che dimentica facilmente.
Prendo posto. La scrivania davanti a noi é completamente ricoperta di fogli e timbri.
"Questi sono quelli che dovete fare voi; - dice,indicando una pila di carte alla mia destra.- prima compilate con le indicazioni scritte su questi fogli per ogni ragazzo e poi timbrate,va bene?"  Guardo la sua pila,é molto più grande della mia...
"Si."
"Bene,potete iniziare."
Comincio a scrivere,ma quando finisco il primo figlio,sento il bisogno di legarmi i capelli a causa del caldo,così prendo una matita e con un movimento quasi naturale ormai,li raccolgo.
Ziegler si volta,distratto dalla mia ombra riflessa sulla scrivania.
Mi fissa per qualche istante negli occhi,ma non riuscendo a reggere lo sguardo,lo abbasso immediatamente tornando ai documenti,nello stesso momento in cui si alza e va verso la finestra,per aprirla.
"Grazie." Dico,accennando un sorriso.
Improvvisamente i fogli davanti a me sembrano tanto interessanti e soprattutto un ottimo modo per distrarsi dalla persona che mi ritrovo accanto.
"Quando ero piccolo l'estate era la mia stagione preferita."
Smetto di scrivere e poso la penna. Devo iniziare un discorso con lui? Che cosa farebbe Leonard al mio posto? I dubbi mi assalgono...
"Perché dite 'era' ? Dico.
Torna al suo posto,con le mani in tasca.
"Quando si cresce le cose cambiano e anche le stagioni lo fanno. Ciò che prima vedevamo in un modo,ora potrebbe essere l'estremo opposto. A lei non capita mai?" Poggio una mano dietro al collo,un po imbarazzata da questo suo atteggiamento.
"Beh forse...si,é probabile." Ci rifletto un po,ma in effetti non ha tutti i torti. Esempio: il rapporto che prima avevo con mio padre e che ora non ho più.
"Ma la cosa che preferivo di più durante questa stagione erano i pomeriggi trascorsi al lago con la mia famiglia,già..." improvvisamente il suo sguardo si incupisce. Sono curiosa,ma non voglio affrettare troppo le cose.
"In ogni modo,come vi state trovando qui?" Eccolo che riporta sempre in ballo l'argomento,sembra quasi che non sappia dire altro.
O forse sei tu che non gli dai l'opportunità di aprirsi completamente.
Mi risponde la mia vocina interiore.
"Di certo non aspettatevi ringraziamenti da parte mia Friedrich." Dico con ironia,soltanto in un secondo momento mi accorgo del modo in cui l'ho chiamato.
Dannazione,perché mi è sfuggito!
"Come mi avete chiamato?" Risponde quasi immediatamente corrucciando le sopracciglia.
"S-scusate,io non volevo non so come mi sia usci"
"Ilse,va bene.- mi guarda sorridendomi- eppure lo vedo nei vostri occhi..." ammette,diventando più serio.
"Cosa?"
"Voi mi temete ancora,cercate di mostrarvi forte quando ci sono io,ma lo capisco dal modo in cui mi guardate che avete paura."
Deglutisco,questa conversazione deve finire al più presto.
"Voi non avreste paura di qualcuno  che risponde agli ordini di un 'qualcosa' di mostruosamente inumano,che avete visto con i vostri occhi?" Sono seria,adesso riesco a guardarlo negli occhi.
"Non so di che cosa stiate parlando." Sposta la biro e distoglie lo sguardo.
"No,guardatemi ora,guardatemi e ditemelo in faccia. Ditemi se avreste paura."
Sono in piedi,davanti a lui che sta seduto,tiene lo sguardo puntato sui fogli.
"Guardatemi." Lo obbligo e alza lo sguardo.
Non una parola,in espressione,niente di niente.
"Proprio come pensavo."
Affermo,tornando al mio posto.

Continuiamo a scrivere fino a tardi. Dopo la discussione di pomeriggio non abbiamo parlato,ognuno ha continuato a scrivere indisturbato,o forse sì,dai propri pensieri.
Richiudo l'ultima cartelletta.
"Io ho finito." Guardo Ziegler per vedere a che punto sia e mi accorgo che anche lui sta per finire.
Mette apposto la scrivania,richiude la finestra e usciamo. Percorriamo tutti i corridoi fino ad arrivare all'entrata.
Il cielo ora è rossiccio,con diverse striature di colori caldi.
"Arrivederci." Dico,prima di salire sulla bicicletta.
"Ilse."
"Si?" Mi volto,spostando una ciocca di capelli dagli occhi.
"Non tutti i lupi fanno quello che fanno perché credono sia giusto,alcuni lo fanno soltanto perché ne sono costretti." Mi guarda come se le parole mi dovessero entrare per sempre in testa e dovessi capirne davvero ciò che intende.
"Coraggio, ecco di cosa hanno bisogno." Dico, poi salgo sulla bicicletta e mi allontano da lui e da tutti gli altri lupi.

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Ciao! Nuovo capitolo!
Ditemi che cosa ne pensate♥️
Xoxo,lidia.

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