57 | mark your territory
Sono le quattro del mattino e non riesco a prendere sonno sia per la scomodità del divano sia per la bugia di Sofia a cui ho finto di credere. Non è scientificamente possibile che si sia innamorata di Theo, avendo trascorso tutto il tempo con me e a scuola, quindi mi sta nascondendo qualcosa di grande rilevanza.
E ancora non mi spiego il suo improvviso distacco nei miei confronti, o tantomeno la sua voglia di tornare solo amici.
Persino sua madre è riuscita ad accettarmi, perché proprio ora vuole fare dieci passi indietro? Le ho detto che mi piace e lei ha ricambiato, ma di punto in bianco è scomparso quel sentimento da parte sua; il che è risultato come una pugnalata al mio cuore.
Turbato, mi sposto in cucina per sgranocchiare qualcosa, ma suppongo di aver fatto un po' di rumore scendendo, dato che Andrea si presenta con un sorriso malinconico.
"Avevo fame" mi affretto a giustificarmi e a scusarmi per averla svegliata, scoprendo poi però che nemmeno lei aveva chiuso occhio.
Fa un cenno col capo e cambia discorso, ficcanasando sulla sorta di relazione tra me e sua figlia e chiedendomi dunque qualche aggiornamento.
"Vuole che siamo soltanto amici, ma so perfettamente che prova qualcosa per me nonostante abbia ammesso di essere innamorata di un altro" spiego, nella speranza che la rimproveri e le faccia aprire gli occhi.
"Mia figlia è complicata e si spaventa facilmente quando le cose si fanno serie" enuncia, ma viene interrotta dal mio quesito più grande, ossia che errore ho commesso? Cosa le incute tanto terrore? "Il futuro con te. Le hai promesso di rimanere nella sua vita con il tatuaggio e lei, essendo abituata a non impegnarsi e a non aspettarsi niente da nessuno, si è lasciata sopraffare dalla paura."
"Che dovrei fare?"
"Rispetta la sua volontà di essere amici, senza però diminuire la quantità di attenzioni che le hai sempre dato e per cui, dal profondo del mio cuore, ti ringrazio. Ha smesso di bere troppo, di frequentare ragazzi a caso e di piangere ogni notte" mi comunica e una lieve soddisfazione si fa spazio dentro di me.
"Ironico che mi abbia conosciuto proprio perché non sapeva controllarsi."
"Sei ciò di cui ha bisogno mia figlia" conclude tornandosene a letto e io invece nella stanza del soggetto della nostra conversazione. La trovo rinchiusa su sé stessa, come un riccio, e combattendo contro l'irrefrenabile voglia di sdraiarmi al suo fianco e abbracciarla, mi acquieto sul sofà dove ci sto a malapena.
Sono davvero quello giusto per Sofia? Le sto nascondendo spudoratamente che stia da ormai tre settimane indagando su suo padre con Matthew, con l'unico scopo di ricacciarlo in prigione con la sua intera banda criminale. Fatto che cancella ogni mia buona azione e che mi fa capire che non meriti altro dolore, che non la meriti io. Afferro pertanto il mio telefono per inviare un messaggio al mio collega, ex migliore amico, dicendogli che lascio il caso e che deve continuare senza di me. Vedo subito il cambiamento del suo stato da offline ad online, che a sua volta si trasforma in un sta scrivendo.... Ciononostante non riesco a leggere la sua opinione a riguardo, ché Sofia, biascica con voce impastata e gli occhi chiusi:"È scomodo quel divano, vero?"
"Vieni pure qui, Dean-osauro" continua, liberando un po' di spazio, e io di conseguenza metto via il mio cellulare e la raggiungo. Non prima però di aver dato un'occhiata all'anteprima del messaggio.
Matt: molli adesso? Stiamo ad un passo dal poterlo arrestare! È per Sofia, non è vero?...
| Rispondi | Visualizza | Cancella |
___
La sveglia suona per le sei e quarantacinque, il che significa che sono riuscito a dormire solo per due ore scarsissime, ma in compenso ho l'onore di vedere la smorfia di Sofia tramutata poi in uno splendido sorriso al realizzare la mia presenza al suo fianco.
Peccato il suo alito letale mattutino che le fa perdere ogni minima attrazione.
"Vai a lavarti i denti, va'" le consiglio scherzosamente ed è strano che ora sia io quello che prende in giro l'altro. I suoi quotidiani insulti toccavano il mio ego, lo ammetto, ma non sentirla dire alcuna cattiveria non è da lei.
"Se non fossimo amici, ti bacerei per darti più fastidio" mi fa la linguaccia e mi sarebbe andato più che bene, ma le cinquanta sfumature dei suoi possibili aliti, non mi interessano granché.
"Nessun altro fetore batte quello che avevi la prima volta che mi hai baciato" comunico, rammentando il sapore disgustoso di vomito e facendola arrossire, imbarazzata.
Si alza controvoglia e con nonchalance si leva la maglietta e i pantaloni larghi del pigiama rimanendo in tal modo in mutande, dandomi costantemente le spalle. Il che può sembrare una cattiveria, ma lei ha sia un bel davanzale che un bel fondoschiena, quindi non mi dispiace questa vista.
Abbranca un reggiseno di pizzo senza imbottitura, una felpa giallo senape, delle mom jeans, un paio di calze grigie con i brillantini e le vans old skool, ma dopo neanche un minuto cambia idea e prova all'incirca dieci indumenti per la parte superiore del corpo, prima di trovare quello che le va a genio.
"Questo mi va bene?"
"A me piaceva quello più aderente" ammicco a quello nero che le fascia perfettamente il corpo, risaltando i suoi punti più belli, ma lei distorce il naso, "Anche a me, ma ho il reggiseno di pizzo e non mi piace poi che si veda."
"Toglitelo allora" propongo come compromesso e non perde tempo a ricordarmi che, essendo amici, non vedrò più Cip e Ciop.
"Non hai altri reggiseni?"
"Ne ho due con il ferretto che mi fanno male e i miei quattro preferiti invece sono a lavare. Dovrei andare a comprarmene altri" riflette a voce alta e, alzando il braccio con una velocità tale da sentire dolore alla clavicola, offro la mia disponibilità:"Ti accompagno, dimmi quando e ci sarò. Fanno questo gli amici, no?"
"Ci vado da sola da Tezenis, tranquillo" ruota gli occhi al cielo, avendo già intuito che voglia vederla in lingerie.
"E se ti portassi da Victoria's Secret e pagassi io?"
"No" non cambia idea.
"Perché?"
"Perché no. Vado a lavarmi i denti" rimane fedele alla sua decisione senza farsi manipolare e seguendola con lo stesso scopo, porto avanti la missione irritiamo Savannah.
"C'è l'altro bagno" mi informa inutilmente, bagnando lo spazzolino, mettendo in seguito il dentifricio e porlo sotto il rubinetto una seconda volta.
"Ma io voglio stare in questo" dichiaro, cercando con tutto me stesso di non guardarla mentre si lava i denti, ché di mattina il mio lato perverso è più sveglio di me. Già il fatto che non abbia avuto l'alza-bandiera mi sorprende.
"Come ti pare. Ho uno spazzolino nuovo nel cassetto."
"Grazie, non hai un altro dentifricio? Non mi piace la menta" chiedo, passando lo sguardo dal lavandino al comodino, dove noto fortuitamente dei preservativi colorati.
"E cosa usi a casa allora?"
"Quelli alla frutta" rispondo, preso però dalla presenza della quantità immensa dei profilattici. "Anche a te piace la frutta" mi scappa dalla bocca.
"Sì, okay ma non il dentifricio come i bambini" mi deride.
"Ma i preservativi sì, a quanto vedo" controbatto schiaffeggiandole una chiappa con essi, dato che formano una catena, cui funzione può essere anche quella di frustra.
"Mettili via, coglione" mi allontana e io obbedisco, per poi lavarmi i denti a mia volta, nonostante il saporaccio della mentadent. Dal mio buon umore però passo a quello brutto, a causa della comparsa di una domanda nella mia testa: perché è così attrezzata? Con quanti è stata?
"Hai mai portato un altro ragazzo qui, escludendo me e Naìm, ovvio."
"Sì, i ragazzi della mia compagnia."
"Ma intendo portati con uno scopo preciso" chiarisco maggiormente il mio quesito, ma o è scema o vuole sviare il discorso, date le sue risposte vaghe.
"Sì, per bere e parlare."
"Intendo per scopare" preciso più esplicito possibile.
"Perché queste domande?" varia il suo tono, alterandosi leggermente,"Ti ho già detto che sono stata solo con Naìm e con te."
"E Theo mai? Dal momento che improvvisamente ammetti di esserti innamorata di lui?" mi lascio trasportare dalla mia irritazione e frustrazione.
"Dove vuoi andare a parare?"
"Mi prendi per stupido? Credi seriamente di potermi rifilare una cazzata del genere soltanto perché vuoi allontanarti? Parliamone più che altro" sbotto, non seguendo minimamente il consiglio di sua madre. Il problema è che non riesco a tollerare questa situazione. Io la voglio mia.
"Adesso devo finire di lavarmi i denti" ribatte più che tranquilla e mi fa ribollire il sangue il fatto che io ci stia male e che a lei invece non faccia né freddo né caldo. La parte più razionale di me però vuole credere che abbia le sue ragioni, dopo tutto so già che ha i suoi problemini con il padre.
Terminiamo ambedue di lavarci i denti in silenzio e successivamente saliamo in auto senza aver fatto nemmeno colazione e nel tragitto fino a quando posteggio nel parcheggio della scuola, ne discutiamo.
"Sii sincera, ti prego" premetto e mi scuso anche per la reazione imprevista di poco fa.
"È il tatuaggio" indica il mio dito e con la mia espressione interrogativa e confusa, la sprono a proseguire, "Mi hai promesso di esserci sempre e mi sono affezionata a te, è palese. Tuttavia, quando ti leghi così tanto ad una persona fino ad esserne dipendente, ci sono più possibilità che il dolore che lascerà quando si arriverà ad una fine, perché ce n'è sempre una, ti devasterà. E io non voglio che succeda" ammette fissandosi le dita.
"Quindi non provi niente per Theo?"
"È ovvio che la mia risposta sia no! Non lo conosco nemmeno tanto."
"Quindi possiamo smetterla con questa cosa stupida dell'amicizia?"
"E cosa vorresti che fossimo?"
"Quel che eravamo."
"Prima devo sbrigare una cosa" esala in seguito a qualche minuto di riflessione e io la colgo come una vittoria, onestamente.
"Che cosa?"
"È una questione privata" mi taglia fuori e qualcosa dentro di me sa che c'entri suo padre.
"Okay, mi fido, ma se questa questione implica qualche preliminare o rapporto sessuale con un alt-..."
"Ma che pippe mentali ti fai?" mi cuce le labbra ridendo e serena, finalmente.
"Scusami... Passo a prenderti?"
"No, no, ho deciso di andare a fare shopping, come ti ho detto prima, con Cheche" mi mette a conoscenza, togliendosi la cintura di sicurezza e prendendo la sua borsa con dentro i libri scolastici.
"Quindi abbiamo risolto?" domando per esserne certo.
"In un certo senso" replica chiudendo lo sportello che ha comunque il finestrino abbassato che ci permette di comunicare ancora un po'.
"Me lo dai, un bacio?"
"Ce li hai in frigorifero" sogghigna, rifiutandomi e io, non accettandolo, la osservo dirigersi dal suo gruppetto e successivamente esco dall'auto per raggiungerla, afferrarla per il polso nonostante sia nel mezzo di una conversazione con i suoi amici, e – avido delle sue labbra – la bacio, indolente del pubblico che assiste.
Mi stacco da lei e ritorno in macchina, con un ghigno sul viso per l'espressione scossa e sorpresa rimasta a lei e perché poi tutti le hanno domandato da quanto fosse impegnata con il sottoscritto. Mi sento tanto Edward Cullen quando ha marcato il suo territorio, mostrandosi a scuola al fianco di Bella.
N/A
È uno schifo, lo so. Dopo settimane di attesa vi aspettavate altro, ne sono completamente consapevole, ma ho i miei problemi e motivi per la mia assenza, e senza spiegarveli tutti, vi chiedo soltanto scusa dal profondo del mio cuore.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top