10 | bad day

"Impediscimelo." mi provoca, come fa da quando ci siamo incontrati, e poi sgomma via lasciando spazio all'odore del motore misto al suo profumo. Proprio in quel frangente, scorgo mia sorella, intenta a stirare con le mani la sua maglietta che da stirare non ha proprio nulla, al contrario dei suoi capelli che la fanno sembrare Einstein. Sale in macchina senza proferire alcunché e ho quasi il presentimento che c'entri qualcosa con Sofia.

"Sei in ritardo." dico con tono pacato e con in mente ancora la ragazzina. Stamattina era più gentile e mi prendeva anche in giro, che cosa è successo? Ha preso un'insufficienza? Il fidanzatino l'ha mollata? Ah, no, lei è single.

"Colpa di una stronzetta, lascia perdere." taglia corto per poi cambiare argomento, mentre io avvio il motore dell'auto e lei tira fuori dalla sua borsa un pettine:"Hai per caso fretta di conoscere Finn?"

"Per niente." sospiro e lei è d'accordo con me. Che mamma frequenti altri uomini, lo sappiamo e non ci dispiace, ma che adesso faccia sul serio con questo a tal punto da costringerci a conoscerlo e ad assumere un atteggiamento non nostro per fare buona figura, sì.

"Vi ho visti comunque." afferma e sebbene abbia già afferrato a chi si riferisce, faccio il finto tonto chiedendole di che cosa stia parlando.

"Ho visto te e la stronzetta sia ieri che stamattina." spiega e io mantengo la mia attenzione sulla strada, sfortunatamente deserta. In quel modo arriveremo in orario per il pranzo assieme alla coppia sdolcinata e vecchia.

"Non è come pensi." preciso subito, ma sono più che certo che si sia immaginata come abbia passato la serata – modo che avrei preferito di gran lunga di una ginocchiata ai miei genitali.

"Andiamo Dean! Ha la mia età!" esclama come se non lo sapessi già. Otto anni di differenza poi non sono niente quando là fuori ci stanno vecchi che necessitano del viagra, ma che sono sposati con donne di appena trenta anni. Inoltre, Sofia è maggiorenne quindi sarebbe legale. In sintesi, l'età non è un problema per me, ma lo è il suo carattere.

"Non è il mio tipo, è solo una bambina capricciosa come te. Smettila di immaginarti tutto." controbatto annoiato da questo dialogo. Se non tace, la lascio a piedi.

"Eppure ieri eri tu quello ad inseguirla."

"Mi ha provocato!" mi difendo ed effettivamente è la verità dato che sa fare solo quello con me. Mi ricorda me da giovane quando abbordavo mezza scuola che avesse un bel fisico; il punto è che da un ragazzo te lo aspetti, ma da una ragazza proprio no.

"L'avete già fatto?"

Freno di colpo, colto alla sprovvista. Ma che cosa si è fumata? Da quando in qua mi chiede certe cose?
Odo un clacson e mi muovo a ripartire senza scordarmi di rispondere alla sua questione:"Cristo Santo, Zoe! No e se anche fosse non ne parlerei con te."

"Perché sai che è sbagliato."

"No, perché proverei disagio." puntualizzo essendolo in questo momento, ma lei non se ne accorge e non vuole proprio gettare la spugna su me e Sofia.

"È una puttana comunque."

"Strano, lei dice lo stesso di te."

"Guida e basta, va' là." dice accendendo la radio per colmare il silenzio e le note di Hey there Delilah, riempiono il veicolo. Svolto a sinistra e arriviamo a destinazione in meno di due minuti, ovvero il ristorante preferito di Zoe. Ecco, in questo modo Finn conquisterà anche il cuore di mia sorella.
Entriamo, dopo aver posteggiato la macchina, e il cameriere, che reputiamo ormai un amico, ci indica il tavolo, attorno al quale sono seduti nostra madre Celeste e Finn. Quest'ultimo ci viene incontro e ci abbraccia calorosamente, al contrario nostro che lo guardiamo con diffidenza. Lo squadro dal capo ai piedi e, cazzo!, avrà compiuto trent'anni di recente, secondo me.
In seguito, pranziamo come una famiglia, ma perdo l'appetito quando, piegandomi per raccogliere il coltello caduto, vedo che mia madre sta accarezzando la gamba del suo giovane fidanzato con il piede per stuzzicarlo.

"Dean e Zoe, abbiamo un'importante notizia." prorompe con il suo accento britannico che mi urta il sistema nervoso.

"Posso farti prima una domanda, Finn?" lo arresta mia sorella e conoscendola farà qualche casino, difatti mamma la fulmina con lo sguardo.

"Certamente."

"Nel sito su cui probabilmente vi siete conosciuti, hai scritto che hai un debole per le panterone ricche che hanno avuto due figli con due uomini diversi?" pone tranquilla mentre io mi trattengo dal ridere e nostra madre assume diverse sfumature di rosso che non si capisce se siano per la rabbia o per l'imbarazzo.

Finn si schiarisce la gola:"Bene, Zoe, tua madre mi aveva già messo a conoscenza del tuo caratterino. Uno dei tanti motivi per cui la amo." si interrompe per baciarle la guancia, "È la donna più bella e intelligente che ho incontrato nella mia vita e l'unica che vedo nel mio futuro. Ecco perché abbiamo deciso di sposarci."

"Beh, sono senza parole.
Hai già un lavoro? No, perché potresti diventare ricco pubblicando un libro, nel quale scrivi come ti sei fottuto da solo con la tua scelta di merda!" quasi grida, ma il tremolio del suo labbro inferiore la tradisce e non sopportando questo annuncio, corre fuori dal ristorante. Lancio un'ultima occhiata a mia madre e poi seguo Zoe, ma è sparita.
Impreco e digito rapidamente il suo numero, ma non squilla nemmeno e la voce della segreteria alimenta la mia rabbia. Corro scegliendo una strada a caso, speranzoso che l'abbia presa anche lei, ma mentre passo vicino al McDonald's, vedo di sfuggita quest'ultima a piangere sulla spalla di colei che meno di due ore fa definiva stronzetta e puttana. Faccio il mio ingresso confuso, ma non si odiano mica queste due?

"Zoe." enuncio con il fiatone e quando si volta, mi si contorce il cuore nel vederla piangere per un'altra stupida decisione della donna che ci ha partoriti. La racchiudo tra le mie possenti braccia e la conforto.

"Non ci voglio tornare, oggi hai pure il turno notturno, quindi, sarei da sola." si lamenta ed è dannatamente comprensibile.

"Chiedi a qualcuno di ospitarti per stanotte." e con quel qualcuno ammicco alla qui presente ragazza dai capelli corvini, che ha lasciato un sospiro di sollievo quando le ho staccato di dosso Zoe.

"Stronzetta, mi ospiteresti nella tua catapecchia?" chiede cortesemente mia sorella a modo suo, ma le parole stronzetta e catapecchia nella medesima proposizione la contrastano.

"T'attacchi." esclama l'altra mangiando le sue patatine fritte, ma la supplico con gli occhi e lei dopo due minuti di riflessione assente.

"Ho dimenticato di riprendere l'auto, la vai a prendere?" domando a Zoe, la quale annuisce e io e Sofia rimaniamo soli al tavolo.

"Grazie per l'ospitalità." la ringrazio sedendomi sulla sedia di fronte a lei e questa mia azione la fa sbuffare.

"Grazie cosa? Io voglio soldi in cambio."

"Quanto?"

"Trenta euro per il fatto che abbia un cuore, nove euro per le coperte e le federe che butterò l'indomani, dieci euro perché dovrò nutrirla, e infine altri venti per il fastidio che mi recherà." elenca decisa e nonostante sia alquanto benestante, mi pare esagerato.

"Va bene. Vogliamo andare?" accetto comunque la condizione, dato che le altre amiche di Zoe chiederebbero altro in cambio, per esempio il mio numero o un appuntamento.

"Ma come? Adesso? Io devo ancora finire il mio panino."

"Lo finisci strada facendo." dico già pronto ad incamminarmi verso l'uscita.

"Non dirmi cosa devo fare, Dean." pretende e io mi rimetto a sedere in silenzio. La fisso, approfittando di questa occasione e del suo malumore che non la porta, dunque, a rompermi. È davvero bellissima, non posso negarlo, con i suoi occhi azzurri ipnotici, con il suo sorriso spontaneo che oggi non mostra però. Ha persino differenti tatuaggi che le danno un'aria pericolosa e da fuorilegge. Non può essere più sexy di così e penso abbia già compreso che non sono indifferente al suo aspetto dalla volta in bagno.

"Smettila di fissarmi. È un momento intimo con il mio 1955 (è il nome del panino se non si fosse capito)." mi scopre nonostante non avessi fatto nulla per nascondermi.

"Che avevi prima?"

"Te lo dico se tu mi dici cos'avete voi due Hill."

"Nostra madre si risposa."

"Bella merda." ridacchio per la sua scurrilità alla quale onestamente mi ci sto abituando.

"Tu invece?"

"Io sono così di mio." fa spallucce, ma so che c'è qualcos'altro sotto che non vuole confidarmi.

"Bugiarda."

"Che ne sai?" chiede con la bocca piena e poi indossa la sua giacca di pelle.

"Hai ragione, perdonami."

"Okay, buttami il vassoio, io vado fuori a fumare."

"Non faccio favori a nessuno."

"Devo ricordarti quanti te ne ho fatti?"

"Solo questo!"

"Sono stata muta per cinque secondi, ho eliminato il tuo video, ho pulito casa tua e adesso sto per sopportare quell'arpia di tua sorella."

"Sei stata muta dopo, quante?, otto mie richieste; hai eliminato il video dopo che ti ho fatto fare un giro sulla Ducati; ti sei offerta tu di aiutarmi! L'unico vero favore è questo qui." obietto facendo un po' di spettacolo ai gruppi di adolescenti che stanno ancora mangiando.

"Io vado a fumare." ribadisce e se ne va senza darmi la possibilità di costringerla a fare un gesto che le spetta come cliente di questo fast food. Dunque sono io quello costretto a buttare ciò che ha lasciato sul vassoio, dandogliela vinta. La odio, cazzo.

N/A
ieri non sono riuscita ad aggiornare perché questa piattaforma faceva capricci e non mi funzionava, quindi, oggi potrebbe esserci un doppio aggiornamento, a patto che mi diciate cosa pensate riguardo a questa storia trash! xx

siamo già a mille voti e #26 in classifica!
dire che vi amo è troppo poco.

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