Eien ni Musubarete (II)

Decidendo di averlo stuzzicato abbastanza, Kyojuro smise di leccare l'ombelico della sua soulmate e continuò a scendere lungo il basso ventre, rannicchiandosi tra le sue gambe toniche e fino a raggiungere l'inguine, dove l'erezione svettava turgida e bagnata dei primi umori. Sospirò nel vedere in che stato versava il sesso di Akaza e deglutì rumorosamente, umettandosi le labbra di fronte a quella visione paradisiaca. Lanciò un'occhiata al marito, incontrando il suo sguardo cristallino e carico di desiderio; il sorriso storto, che metteva in mostra solo uno dei canini più lunghi del normale, lo incitava silenziosamente ad andare avanti.

Kyojuro non se lo fece di certo ripetere due volte. Ardeva dalla voglia di fare l'amore con quella che era la sua anima gemella da tutta una vita, di rinnovare la promessa che si erano scambiati dieci anni prima, di unirsi anima e corpo ancora una volta e poi di nuovo ancora. Bruciava dalla voglia di amare e lasciarsi amare, di abbeverarsi dei dolci gemiti di Akaza, di cantare e danzare con lui in quel valzer antico come il mondo stesso, di perdersi nella magnifica sensazione di appartenersi per sempre, di sentirsi completo, legato indissolubilmente a quell'uomo che gli aveva stravolto e cambiato l'esistenza.

Si rannicchiò di più tra le cosce di Akaza, mordendole e baciandole con dedizione, provocandogli altri fremiti che lo fecero gemere e inarcare, la pelle che si arricciava deliziosamente per i brividi che la percorrevano in maniera incessante. Kyojuro guardò ancora una volta il viso del marito stravolto dal piacere, poi puntò nuovamente lo sguardo sull'erezione che sembrava chiamarlo a gran voce. Anche se desiderava prenderla in bocca e sentirne il sapore, decise di ignorarla e di andare oltre. Aveva come il presentimento che Akaza avrebbe raggiunto l'orgasmo, se avesse stretto il suo membro tra la lingua e il palato, e non era questo quello che voleva.

Voleva godere con lui, fare l'amore fino a raggiungere insieme le più alte vette del piacere, e poi, dopo, ricominciare da capo, fino a che non sarebbero stati troppo stanchi anche solo per pensare di lasciare quella stanza d'albergo. Gli divaricò maggiormente le gambe, sfiorandogli le ginocchia sporgenti, e gli fece sollevare leggermente il bacino per tuffare la faccia direttamente contro le sue natiche sode, facendo sprofondare sin da subito la lingua nel solco dei glutei per ricercare la piccola apertura nascosta lì in mezzo.

Akaza si lasciò andare a un lungo gemito soddisfatto e strinse nuovamente le lunghe ciocche che non aveva mai lasciato andare del tutto. Kyojuro ansimò e si spinse maggiormente tra le pareti strette e pulsanti del marito, usando la punta della lingua e la saliva per lubrificarlo a dovere. Anche se avevano portato un tubetto di lubrificante, pieno abbastanza da poter fare l'amore una settimana intera, lui preferiva di gran lunga prepararlo in quella maniera. Amava sentire il suo sapore, percepire gli spasmi dei muscoli stringersi e rilassarsi ritmicamente, farlo godere in quel modo così intimo.

Akaza si inarcò e si contorse ogni volta che Kyojuro fece scivolare la propria lingua più in profondità, seguendo il contorno del piccolo orifizio e provando a premere su quei punti sensibili che ormai conosceva perfettamente. Sapeva quale pressione esercitare per farlo ansimare, quanto andare in fondo per toccare la zona giusta e farlo tendere come la corda di un arco, e con che insistenza sfiorare in movimenti circolari i muscoli stretti che pulsavano solo per lui. Non c'era più alcuna vergogna nel donargli piacere in quel modo e, in realtà, non c'era mai stata. Era sempre stato disposto a tutto, a sperimentare cose nuove, quando si trattava di amare in maniera incondizionata la propria soulmate.

«E dire che la prima volta avevi quasi bisogno del disegnino per fare certe cose...» Sussurrò Akaza, sospirando sommessamente e attirando su di sé lo sguardo ardente di Kyojuro.

Un sorriso malizioso se ne stava dipinto sul suo viso, accentuando quell'aria accattivante che lo aveva sempre contraddistinto da tutti gli altri – quasi più dei capelli rosa come fiori di ciliegio e dei piercing alle orecchie. Kyojuro tirò fuori la lingua dalla piccola apertura e sorrise di rimando, leccandosi sensualmente le labbra sotto lo sguardo divertito e lussurioso di Akaza.

«Sì, ma qualcuno qui mi ha sempre spronato a seguire l'istinto anziché fare affidamento sulla mera razionalità.» Rispose lui, allungandosi sul corpo muscoloso del marito per intrappolarlo sotto di sé mentre si sistemava meglio tra le sue cosce.

«Questo qualcuno deve sapere il fatto suo.» Controbatté Akaza, autocompiacendosi e strappando una risata sommessa alla propria soulmate. «Hai fatto bene ad ascoltarlo e a prendere alla lettera le sue parole. Ma ora, che ne dici di farmi vedere come metti in pratica i suoi preziosi insegnamenti?» Lo stuzzicò, mentre faceva vagare le mani sulle sue spalle forti e sulla schiena ampia.

«Non l'ho fatto abbastanza, durante questi dieci anni insieme?» Mormorò Kyojuro, abbassandosi sulla bocca di Akaza per sfiorarla appena con la propria, cominciando a far oscillare i fianchi per scontrarsi con le natiche sode.

«Per me non è mai abbastanza. Dovresti saperlo.» Soffiò Akaza sulle sue labbra, gli occhi azzurri, resi torbidi dal desiderio che lo stava consumando, puntati in quelli del marito, altrettanto fiammeggianti per la brama di farlo suo ancora una volta.

Animato dalla scarica di piacere che lo aveva attraversato da capo a piedi nel sentire quella affermazione, Kyojuro annullò le distanze tra i loro volti e si impossessò ancora una volta delle labbra morbide e invitanti della sua anima gemella. Lo coinvolse in un bacio avido, fatto di bramosia e passione, di lingue che si rincorrevano e bocche che si divoravano, e si spinse nel suo corpo con un unico e poderoso colpo di reni. Sibilarono entrambi per il piacere che li travolse nel sentirsi nuovamente uniti e completi e rimasero fermi in quel modo per lunghi attimi, avvinghiati l'uno all'altro, in balia delle forti emozioni a cui mai si sarebbero abituati. Le loro anime erano connesse e fremevano violentemente, mentre i cuori battevano all'unisono come tamburi assordanti.

Kyojuro iniziò a muoversi lentamente, scivolando sin da subito in profondità nel corpo di Akaza. Le pareti interne, che aveva preparato con dedizione, cedevano dolcemente ad ogni spinta e lo avvolgevano strette come una seconda pelle. Era sempre una sensazione idilliaca, quella che lo travolgeva ogni volta che sprofondava nel corpo caldo e accogliente della propria soulmate, così potente e totalizzante. Si mosse con lentezza ancora un po', abbeverandosi dei sospiri di piacere di Akaza che si infrangevano contro le sue labbra, guardandolo dritto negli occhi per lasciare che fossero le anime a parlare per loro, in quel linguaggio d'amore silenzioso e assordante al tempo stesso.

Akaza si lasciò amare in quel modo calmo e dolce, avvolgendo le braccia attorno al busto di Kyojuro per tenerlo stretto a sé. Vagò con le mani lungo la colonna vertebrale, gli accarezzò i fianchi e scese sulla zona lombare fino a portare i palmi a contatto con le sue natiche. Le strinse con decisione tra le dita, esercitando una leggera pressione per spingerselo addosso ancora un po' mentre faceva oscillare il bacino per andargli incontro e ricercare un contatto più profondo. Kyojuro rise sommessamente sulle labbra del marito e colse la sua silenziosa richiesta. Aumentò la velocità dei propri movimenti, spingendosi fino in fondo nel piccolo orifizio che lo stava accogliendo senza problemi, strappandogli dei sonori mugolii.

Anche lui cominciò ad ansimare con maggiore intensità ad ogni affondo, avvertendo il piacere serpeggiare lungo la colonna vertebrale e arricciargli la pelle. Sentiva che non sarebbe mancato poco per raggiungere entrambi l'orgasmo, ma prima di lasciarsi andare all'appagamento completo, decise di voler cambiare posizione. Voleva vedere Akaza mentre godeva su di lui, completamente abbandonato all'estasi più grande e profonda.

«Akaza, ti voglio sopra di me.» Disse con voce roca, uscendo dal corpo della propria soulmate e strappandogli un gemito strozzato di sorpresa e frustrazione.

Kyojuro si stese accanto ad Akaza e lo guardò salirgli in grembo senza farselo ripetere una seconda volta. Lo vide sorridere fino a mettere in mostra i canini leggermente più lunghi del normale e passarsi una mano tra i capelli rosa arruffati, i muscoli tatuati del petto che si tendevano ad ogni suo movimento. Era bello da togliere il fiato e avrebbe voluto urlare al mondo intero che non si sarebbe mai stancato di quell'uomo, che lo avrebbe amato con ogni cellula del proprio essere fino alla fine dei tempi.

Senza perdere il contatto visivo con lui, Akaza infilò una mano tra i loro corpi e afferrò il sesso eretto e umido di Kyojuro. Lo masturbò per il semplice gusto di strappargli degli ansimi rumorosi e allineò la punta turgida alla propria apertura scivolosa e cedevole. Abbassò i fianchi e lo accolse nuovamente dentro di sé, fino in fondo. Quella nuova posizione permetteva una penetrazione più profonda, più stimolante, cosa che portò entrambi a gemere senza contegno. Kyojuro strinse le dita sulle anche del marito e lo tenne premuto contro di sé mentre faceva scattare verso l'alto il bacino, colpendo senza indugi il punto più sensibile, quello capace di far inarcare e quasi urlare Akaza per il piacere: la sua prostata. Ormai sapeva con minuziosa esattezza dove fosse situata e come stimolarla per donare alla propria soulmate il massimo dell'appagamento, così come suo marito sapeva perfettamente come farlo contorcere per il godimento più puro e intenso quando era lui a prendere il controllo.

Mentre Kyojuro continuava a far scattare in alto i fianchi, accompagnando verso il basso il bacino della sua anima gemella a ogni affondo, Akaza si piegò leggermente in avanti e appoggiò le mani sui suoi pettorali. Li accarezzò lentamente, seguendo il contorno dei muscoli ben definiti, scolpiti dagli allenamenti a cui il marito continuava a sottoporsi con cadenza settimanale. Scese poi lungo il suo addome, sfiorando la pelle sudata che si increspava al passaggio dei polpastrelli, fino a raggiungere la voglia a forma di fiocco di neve che decorava il ventre di Kyojuro.

Akaza la toccò e una miriadi di brividi freddi come una bufera di cristalli di ghiaccio attraversò con violenza i loro corpi. Il simbolo del loro legame si illuminò di azzurro e le sensazioni che stavano già provando si intensificarono ancora di più, spingendoli velocemente verso le più alte vette di quel piacere che li stava consumando. Kyojuro aumentò la presa sui fianchi del marito, mentre questi faceva roteare appena il bacino, stimolando entrambi con un ritmo veloce e cadenzato. Sentiva il proprio membro venire stretto e quasi risucchiato all'interno delle pareti calde e scivolose che avevano iniziato a pulsare piacevolmente, mentre quello di Akaza rimbalzava proprio davanti ai suoi occhi, imperlato dai primi umori che fuoriuscivano incontrollati dall'apertura sul glande congestionato.

Kyojuro lasciò andare la presa dal fianco destro e avvolse con la mano l'erezione del marito, stringendola tra le dita per iniziare a masturbarla, seguendo il ritmo frenetico dei movimenti con cui continuava a calarsi su di lui. Lo vide gettare la testa all'indietro e gemere con forza, poi lo sentì fermarsi e contrarsi tutto. I muscoli dell'orifizio si avvilupparono attorno al proprio sesso, pulsando spasmodicamente, mentre Akaza raggiungeva l'orgasmo su di lui. Lo sentì fremere come una foglia, ansimando pesantemente ogni volta che lo sperma schizzava in fiotti densi e caldi sul suo addome, e con la visione erotica della propria soulmate che si lasciava andare all'appagamento assoluto, anche lui lo seguì subito dopo.

Kyojuro venne con un gemito simile a un ringhio gutturale, riversandosi nel corpo di Akaza con forza, mentre lo teneva premuto contro di sé. Si svuotò completamente dentro lo stretto anello di muscoli che continuava a pulsare senza sosta, accompagnandolo negli ultimi spasmi che gli fecero formicolare le dita dei piedi e gli annebbiarono lievemente la vista. Era stato intenso, più del solito, e gli ci volle qualche istante prima di riuscire a mettere a fuoco il viso stravolto del marito per sorridergli dolcemente, venendo ricambiato da uno sguardo carico di amore.

Akaza si abbassò su di lui, accoccolandosi al suo petto senza farlo uscire e senza preoccuparsi minimamente di sporcarsi con il proprio seme. Appoggiò l'orecchio sul cuore di Kyojuro, così come anche la mano su cui spiccava la fede dorata che si erano scambiati dieci anni prima, e ascolto il battito frenetico del suo cuore – quel cuore che gli apparteneva da sempre e per sempre sarebbe stato suo. Kyojuro lo abbracciò e gli depositò dei baci tra i corti capelli rosa, ora più scompigliati di prima. Gli sfiorò la schiena con la punta delle dita, toccando di tanto in tanto il marchio a forma di fiamma che decorava la nuca di Akaza, e rimasero fermi in quel modo per un lasso di tempo indefinito, attraversati dai brividi caldi e con i respiri ansanti.

«Ancora buon anniversario, amore mio.» Sussurrò Kyojuro tra le ciocche che profumavano di fragola e sesso, senza smettere di sfiorare la pelle del marito arricciata dai brividi.

«Sembra sia passata un'eternità dal giorno in cui mi hai detto di sì, rendendomi l'uomo più felice del mondo e, invece – per fortuna –, sono trascorsi solo dieci anni. Ho ancora tutta la vita davanti per amarti un po' più di ieri e certamente meno di domani, e non posso che esserne grato ogni giorno.» Rispose Akaza, alzando la testa per incontrare lo sguardo di Kyojuro e dirgli quelle parole guardandolo dritto negli occhi. «Ti amo. Ti amo di un amore incontenibile.» Aggiunse poi, sporgendosi in avanti per depositare un bacio sulle labbra gonfie della sua anima gemella.

«Lo stesso vale per me, Akaza. Ti amo in maniera assoluta, e questo sentimento non potrà fare altro che crescere sempre di più.»

Kyojuro ricambiò le dolci parole del marito e lo baciò a sua volta, di nuovo e poi ancora. La passione si riaccese in un battito di ciglia, l'amore esplose nei loro cuori e li travolse nuovamente. Ripresero a scambiarsi tenere effusioni, a sussurrarsi quanto si amavano, unendosi ancora una volta nel corpo e nell'anima.

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