Poesia tra le gambe
Ci sono notti più insofferenti di altre
in cui il desiderio squarcia il silenzio e corrompe le stelle.
La luna guarda attraverso quel vetro
e mentre mordo il lenzuolo comincio a volerti.
L'aria salata che entra non basta a calmarci e
il corpo si tende iniziando a vibrare.
Le mani si muovono senza neanche un comando
e la bocca ti trova come fosse un segnale.
A quel punto mi scopro e mi lascio incendiare
come se al posto del fuoco tu scartassi un regalo.
L'eco del mare fa da colonna sonora
alle labbra già calde che si assaporano ancora.
Succhiano, mordono,
leccano e amano
quelle parti di noi che celiamo alla notte
e che pulsano ancora troppo vive e sinuose.
Come un libro spalanchi le mie gambe tremanti
e cominci a declamare i tuoi versi più eccitanti.
Come lame nella carne ora le parole mi attraversano
e il respiro tuo più caldo pone fine all'agonia.
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