4.
Edward non riusciva a non pensare a Bella. Era convinto che ci fosse qualcosa di assolutamente strano nel fatto che i pensieri di lei gli fossero occlusi, ma più cercava di far chiarezza, più la situazione gli sembrava assurda. Anche Alice e Carlisle non riuscivano a trovare una risposta valida alla questione, e ciò non rendeva la vita facile al vampiro. Sebbene nessuno della sua famiglia fosse preoccupato, Rosalie sembrava infastidita. Non era mai corsa molta simpatia fra Edward e lei, soprattutto dopo che il vampiro si era dimostrato indifferente alla sua bellezza. Non che Rosalie fosse in alcun modo attratta da Edward, ma si era rivelata una questione di orgoglio. Il loro rapporto giunse ad un punto di stallo quando nella famiglia si aggiunse Emmett: lei se ne innamorò, perdutamente, e ciò permise ad Edward di vivere con più tranquillità la presenza di Rosalie. Tuttavia, da quando Bella Swan era giunta a Forks, la bionda sembrava irritata. Edward sapeva che sua sorella amava poco la competizione, ma non avrebbe mai creduto che un'umana potesse innervosirla a tal punto. Ma poco importava: lui aveva, decisamente, problemi più grandi, in quel momento, dei capricci di Rosalie.
Quella mattina, Forks era ricoperta da un sottile patina di ghiaccio. Durante la notte, le temperature erano scese ben al di sotto dello zero, permettendo al perenne strato di umidità di cristallizzarsi. Edward non ricordava nemmeno più la sensazione del freddo: sapeva che amava le basse temperature, quando ancora era umano, ma aveva completamente dimenticato la sensazione di brivido sulla pelle.
La sua Volvo correva sicura sull'asfalto gelato di Forks, mentre sguardi di evidente condanna la seguivano. Edward sorrideva: quella che per tutti era una velocità sconsiderata, per lui era normale. Gli esseri umani non potevano capire cosa significasse per un vampiro correre, vedere il mondo passare accanto a rallentatore. Ciò che tutti percepivano come veloce, per lui era lento.
Giunto nel parcheggio della scuola, fermò la macchina accanto a quella di Emmett. Gli studenti si stavano divertendo, ridendo e schiamazzando mentre scivolavano sulle lastre di ghiaccio, sparse qua e là. Edward d'istinto, cercò Bella. Si chiese perché. Era strano come fosse attratto da quella ragazza ed era convinto che non fosse dovuto all'aspetto fisco: sicuramente, era bella, ma l'interesse che lui provava nei suoi confronti era più di una semplice attrazione. Sentiva di doverla proteggere.
Gli ci volle non più di qualche secondo per capire ciò che stava per accadere, quando il pickup di Tyler entrò nel parcheggio, ad una velocità poco rassicurante. Lo stridio dei freni attirò l'attenzione dei presenti, che si voltarono per assistere ad una scena, che di certo, Forks non avrebbe dimenticato. E nemmeno Edward. Il vampiro osservò il furgone, mentre cominciava a sbandare procedendo pericolosamente in direzione di Bella. Qualche attimo, un milione di pensieri, una sola preoccupazione: Bella. I suoi muscoli scattarono automaticamente sotto gli occhi impietriti dei fratelli. Nessuno dei presenti, a parte i Cullen, si accorsero del movimento repentino di Edward. In un istante, si fiondò verso la ragazza per proteggerla con il suo corpo. Fu senza pensarci che frappose la sua mano fra Bella e il pickup, sebbene lei lo stesse guardando, sebbene con quel gesto stesse mettendo in pericolo la propria identità. Un colpo secco e il furgone arrestò la sua corsa, a pochi centimetri da loro. Un solco, un'impronta, si formò sulla carrozzeria, nel punto esatto in cui la mano di Edward fece pressione.
"Bella? Tutto a posto?" chiese, preoccupato, guardandola negli occhi.
"Sto bene" rispose, con la voce spaventata. Lui le cingeva la vita con un solo braccio, cercando di non fare più forza del necessario. Avrebbe potuta ucciderla, se avesse stretto di più. Lei cercò di divincolarsi, mettendosi a sedere e lui si accorse della zona arrossata, proprio accanto all'orecchio. Nel tentativo di salvarle la vita, l'aveva fatta sbattere contro l'asfalto.
"Attenta" le disse Edward "Mi sa che hai preso una bella botta in testa" le disse, divertito. Ma che stava facendo? Non solo aveva appena messo in pericolo tutta la sua famiglia, fiondandosi a salvare quella ragazza, ma gli veniva pure da ridere. Era... incredibile. Per lei, perdeva la testa. E non era il suo sangue. Era lei. Era Bella.
"Come hai fatto ad arrivare così in fretta?" gli chiese, stupita. Ecco. Ora cosa avrebbe detto? Come avrebbe spiegato la situazione? Pensava in fretta, cercando una plausibile spiegazione e si aggrappò alla più evidente, speranzoso.
"Ero qui accanto a te, Bella" disse, serio cercando di capire se quella scusa l'avesse convinta. Ma Edward lesse nei suoi occhi tutt'altro. L'arrivo di tutti gli studenti gli dette la scusa per allontanarsi da lei, per evitare ulteriori spiegazioni. Doveva riflettere. Guardò velocemente i suoi fratelli che, dall'altro capo del parcheggio, lo fissavano torvi. Aveva appena combinato un bel casino. Con l'arrivo dell'ambulanza, fu più facile per Edward passare inosservato e lasciarsi alle spalle Bella. Convinse i paramedici a portarla in ospedale, per la botta in testa. Dopotutto, un trauma cerebrale non doveva essere trascurato. La guardò allontanarsi, mentre cercava di ribellarsi all'idea di finire in ospedale.
"Cosa diavolo pensavi di fare?" la voce di Rosalie lo riportò alla realtà.
"Non lo so" disse, sorridendo. Perché gli veniva da ridere? Era una situazione seria, eppure la trovava comica.
"Sai cosa hai appena fatto? Sai cosa avresti potuto fare?" lo aggredì la bionda, fissandolo con occhi severi. Si, lo sapeva. Non aveva bisogno di leggere nella mente della sorella, per sapere il pericolo che aveva appena corso.
"Nessuno mi ha visto, Rose" cercò di scusarsi, ma sapeva perfettamente che non era quello a cui si stava riferendo. Edward si chiese se avrebbe resistito, se sarebbe stato sufficientemente forte, nel caso in cui Bella avesse perso, anche solo, una goccia di sangue. Fortunatamente, non era accaduto.
Fece per salire in auto, quando Rose prese il posto del passeggero.
"Cosa... ?"
"Andiamo da Carlisle. Deve sapere cosa è successo e deve convincere Bella di aver subito un trauma" disse veloce, senza guardarlo negli occhi. Lui mise in moto la Volvo.
"E prega che la ragazza ci creda" concluse.
Il tragitto fu breve e in poco tempo giunsero all'ospedale di Forks. Quando varcarono la soglia dell'edificio, si diressero da Carlisle. Il dottore, avendo avvertito la loro presenza, li attendeva nel lungo corridoio antistante la sala delle visite.
"Siate veloci, devo visitare la figlia dello sceriffo" disse telegraficamente, ad una velocità che solo un orecchio da vampiro avrebbe potuto cogliere.
"Edward ha appena rischiato la nostra sicurezza, per salvare la vita a quella ragazza" la voce di Rose era arrabbiata. Carlisle guardò negli occhi il figlioccio.
"E' vero?" chiese. Edward, semplicemente, annuì. "Ne riparliamo dopo" concluse il dottore "Ora ho alcune visite da fare"
Edward approfittò del fatto che Carlisle e Rose si fossero allontanati, per entrare nella sala delle visite. Seguì il profumo di Bella per trovarne il lettino. Aveva gli occhi chiusi.
"Dorme?" chiese a Tyler, seduto nel lettino accanto. In quel momento, Bella aprì gli occhi. Quado i loro sguardi s'incrociarono, Edward faticò a mantenere un'espressione neutra e, ci avrebbe scommesso, anche lei era combattuta fra la paura e l'attrazione. Poco dopo entrò Carlisle che si diresse aggraziato verso di loro.
"E allora, signorina Swan, come stiamo?" chiese il dottore, gentile.
"Bene" rispose, affascinata da Carlisle. Edward ebbe uno starno moto di gelosia, che non si sapeva spiegare. Sapeva bene che il loro aspetto era stato modificato dall'eternità per attirare le prede, ma vedere Bella spiazzata dall'aspetto di Carlisle lo fece rabbuiare.
"Le radiografie sono buone. Ti fa male la testa? Edward dice che hai preso un brutto colpo" disse, mentre puntava una luce nelle iridi della ragazza.
"Sto bene" ribadì Bella, lanciando una brutta occhiata ad Edward che non passò inosservata al dottore. Cosa stai combinando? Gli chiese, mentalmente. Edward abbassò lo sguardo.
"Bene" concluse il dottore "tuo padre è in sala d'attesa, puoi farti riaccompagnare a casa. Se avessi capogiri o problemi alla vista, però, non esitare a tornare qui" disse, sorridendo.
"A quanto pare, sei davvero molto fortunata" concluse Carlisle.
"Fortunata perché Edward si trovava lì, accanto a me" disse di rimando la ragazza, guardando il vampiro. Carlisle cercò di ignorare la sua affermazione, fingendo di compilare i moduli che aveva davanti. Poi, giratosi a guardare Edward Io e te dobbiamo parlare gli disse col pensiero e il vampiro si preparò ad una meritata ramanzina.
Edward stava per seguire il padre quando lei lo fermò.
"Hai un minuto? Ho bisogno di parlarti" gli disse Bella. Edward s'irrigidì: affrontare ora la discussione con Bella poteva essere rischiosa. Non aveva pensato a cosa dirle e si mise sulla difensiva. Perché quella ragazza era così testarda? Uscirono insieme nel corridoio.
"Cosa vuoi?" chiese freddo, distaccato, forse troppo. Si rese conto del proprio tono solo quando Bella corrugò leggermente la fronte, spiazzata da quell'atteggiamento estraneo di Edward. Il vampiro sapeva che si stava per giocare il tutto per tutto, in quel momento. Avrebbe dovuto mantenere le distanze, era l'occasione perfetta.
"Mi devi una spiegazione" esordì lei.
"Ti ho salvato la vita. Non ti devo niente" disse, cercando di mantenere una certa compostezza. Perché gli costava così tanta fatica, staccarsi da lei? Lo sguardo di Bella non prometteva nulla di buono: lei non si sarebbe accontentata.
"Cosa vuoi da me?" chiese, nuovamente, frustrato.
"La verità" disse, quasi acida "Voglio sapere perché ti sto coprendo"
Maledizione! Pensò Edward.
"Secondo te, cos'è successo?" le chiese.
"Quel furgone stava per schiacciarci, invece non l'ha fatto perché tu l'hai bloccato. Ti ho visto Edward: eri lontano da me"
Pensa, in fretta!
"Credi davvero che io abbia bloccato un furgone con la mano?" chiese di rimando, cercando di sembrare divertito dall'assurdità di quella affermazione. Lei annuì, stringendo la mascella.
"Non ti crederà nessuno" aggiunse, pentendosi immediatamente per quello che aveva detto. Le aveva appena confermato che ciò che aveva visto era reale. Si sentì stupido, come aveva fatto a rispondere in modo così avventato? Perché perdeva sempre il controllo? Non era il sangue di lei, nemmeno il suo profumo, visto che erano giorni che tratteneva il respiro. Allora cosa?
"Senti" si affrettò a dire "non potresti limitarti a ringraziarmi e a dimenticare la faccenda?" era una richiesta accorata.
"Grazie" rispose, in tono di sfida. No, non avrebbe lasciato perdere. Non solo Edward aveva messo in pericolo la sua famiglia, ma l'aveva fatto per la ragazza più testarda dell'Universo. Bella Swan non avrebbe dimenticato né avrebbe perso la speranza di scoprire cosa fosse realmente accaduto. Edward dovette solo sperare nella sua discrezione. Doveva aggrapparsi alla speranza che lei non dicesse nulla, che non ne parlasse con nessuno. La gente dimentica in fretta ciò di cui non si parla per niente. A scuola nessuno si sarebbe ricordato del gesto di Edward, nessuno... tranne Bella Swan.
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