XXV - Spettri dal passato


Quando Kym perse suo padre, al suo fianco c'era solo Seth.

Aveva imparato che cos'era la morte perché doveva essere la conseguenza inevitabile di una malattia che divorava tutto. Kym, in un certo senso, si era già preparata a perderlo, eppure aveva fatto male comunque. Aveva smesso di respirare, il corpo sembrava soffocare sotto strati di terra gelida, sprofondare fra spine nottilucenti.

Il funerale era stato cupo, difficile, insostenibile. Kym aveva pianto, e pianto, e pianto ancora. Si era arrabbiata con Dio perché non pensava di meritarsi qualcosa di tanto crudele, non era giusto che avesse scelto di portarsi con sé proprio suo padre – questo diceva sua madre, come se potesse placare quel dolore.

Per molto tempo Kym si era sentita arrabbiata anche con lui, perché pensava che avesse avuto una scelta, che di sua iniziativa avesse accettato di stare con Dio. Con il tempo aveva imparato che non era colpa di nessuno, che la vita feriva e basta e non si curava dei lividi lasciati qui e lì, delle esistenze umane disintegrate e logore.

Seth l'aveva tenuta stretta quando Kym, terrorizzata e distrutta, si era persa a piangere sulla sua maglietta fino a inzupparla di lacrime, di sale. L'aveva supplicato di non lasciarla mai, perché da sola sarebbe stata debole, perché non poteva farcela. Perché il mondo la spaventava, si era già dimostrato troppo crudele. E Seth le aveva promesso che l'avrebbe protetta da qualunque male, niente doveva ferirla, ci sarebbe sempre stato lui lì, pronto ad accertarsene, a realizzarlo.

Seth ha creduto davvero a quella promessa, anche se l'ha fatta in un momento di debolezza e fragilità. Gli si è infilata sottopelle, l'ha ossessionato. 

Proteggerla, impedire che possano ferirla ancora, perché Kym non lo merita, Kym è una zolletta di zucchero in un mondo amaro.

Quando Kym, anni dopo, decise che l'unica possibilità che le rimaneva per essere felice fosse vendere il suo corpo in cambio di denaro, tutto prese una piega troppo perversa. Ricercava figure adulte per compensare a una mancanza che l'aveva annichilita. Anche Seth se n'era andato, portandosi con sé le sue promesse e lasciandola sola nelle grinfie di un mondo con i denti. Per un periodo le era perfino piaciuto, finché non era stata trattata male.

Era stato il professore a farlo. L'aveva insultata, umiliata, ferita.

E Kym non aveva più voluto sapere niente di quel mondo, aveva cominciato a vederla come una cosa pericolosa, sbagliata, distruttiva per il suo corpo e per la sua mente. Si era rifiutata di rivederlo per un po'. Le aveva lasciato dei lividi violacei sul collo, segni delle dita strette intorno alle clavicole solo per eccitarsi, e Kym fra la vita e la morte si era sentita sprofondare, perdere ogni traccia di bianco per soccombere in un nero abissale.

Il professore aveva continuato a cercarla.

Finché lei non l'aveva filmato mentre le faceva del male, mentre sfogava il suo malessere interiore su un corpo fragile e distrutto.

Era stata Kym a fare in modo che quel video esistesse, lei aveva posizionato il cellulare in modo che lui non se ne rendesse conto, e aveva ripreso tutto.

Poi gli aveva spedito il file e aveva cominciato a ricattarlo.

Non doveva più vendersi per ricevere del denaro.

Bastava andare lì, pretenderlo, e il suo portafogli tornava pieno di banconote all'improvviso.

Per un anno intero Kym non aveva più voluto che la toccasse. Finché il loro rapporto, apparentemente quasi in modo inspiegabile, iniziò a cambiare di nuovo.

Kym era instabile. Viaggiava su montagne russe continue, attraversava ogni stadio dell'umore umano da un'ora all'altra. Era impulsiva, testarda, folle. Alternava istanti di apatia assoluta ad altri in cui sentiva la pelle bruciare per la sofferenza dell'anima. E in alcuni momenti, talvolta quando avvertiva solo il vuoto, talvolta quando il dolore era un dilaniarsi dall'interno incessante, l'impulsività si trasformava in gesti drastici, da cui non poteva sottrarsi e tornare indietro. 

Era stata lei ad andare dal professore, gli aveva chiesto dei soldi, li aveva ricevuti, poi gli aveva chiesto di farle male. Non di attorcigliarsi nelle coperte, solo di ferirla.

E alla fine non aveva avuto nessun altro che lui, così aveva iniziato ad aver paura che l'abbandonasse. Per evitarlo, quel video tornava sempre utile. 

Non poteva sottrarsi a lei, non avrebbe mai potuto farlo. 



Note d'autore

Io che cambio i prompt dei capitoli a random e poi mi ritrovo con i flashback in momenti in cui non c'entrano, lol. Dovevo spiegarvi questa cosa un po' prima, ma appunto ho cambiato l'ordine dei prompt e il finale era diventato ingestibile, finalmente ho quasi finito di scriverlo e sistemarlo. Scusate per il disordine - che è quello che dico a mia madre ogni volta che entra in camera mia, ma sorvoliamo. 

Se vi andate a rileggere il capitolo in cui viene fuori il video (Penso sia "troppi numeri", o forse qualcuno più in là, non ricordo di preciso lol), vi ho fatto credere che il video fosse girato dal prof, ma in realtà non ve l'ho mai detto espressamente. Però vi avevo anticipato che non era come pensavate tutti. Spero non sia una svolta prevedibile, ma per ora non c'era arrivato nessuno, almeno da quello che leggo nei commenti.

Non faccio altri commenti perché me li tengo per la fine della storia. Ma preparatevi psicologicamente al capitolo di domani (anche se la roba splatter arriva in quello di dopodomani. In ogni caso, ormai siamo nella parte finale, quindi vi do le risposte e concludiamo la storia.)

Grazie per essere arrivati fino a qui <3 



Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top