Il sangue ha tracciato percorsi informi sulla pelle bianca di Kym. Ha macchiato di strade torbide quel pallore, dal collo alle clavicole, insinuandosi fra le ossa e tingendo l'epidermide, incupendo gli angoli ossuti del corpo nudo che dorme nel suo letto.

Seth guarda il soffitto, non vuole dormire. È stanco, la sera prima ha bevuto troppo, ma è felice. Non si è mai sentito così allegro, non è mai stato tanto contento all'idea di rimanere per ore sdraiato a letto con un'altra persona. 

Kym si è addormentata presto, cullata da un calore a cui non è abituata. 

Seth l'ha tenuta stretta per tutta la notte, si è imposto di non addormentarsi perché non potrebbe sopportare di non vederla lì al risveglio. Ha paura che possa pentirsene e sgattaiolare via, e no, non lo vuole.

Per una volta, Seth vuole che le cose funzionino. Devono andare per il verso giusto.

Basta l'amore per essere felici, no?

Si alza dal letto e fa attenzione a non disturbare il sonno dell'altra. La coperta si è scostata appena e la solleva con delicatezza, non vuole che prenda freddo.

Si rende conto di non avere nulla di commestibile a casa, perciò ordina delle ciambelle e due caffè da asporto. Probabilmente sarebbe più romantico cucinarle qualcosa e portarle la colazione a letto come in una qualsiasi pellicola sdolcinata, ma non è un film smielato e per tanto preferisce barare e vincere facile.

Quando stanno insieme il tempo passa più in fretta, non sembra pesare. Non è come buttare i minuti e le ore a fissare il soffitto, è confortevole e speciale avere qualcuno da stringere, non sentirsi più soli. Liberarsi di quel peso che soffoca le vite umane e le riempie di timori e tremori.

Nessuno li cerca, quel giorno si assentano dalle lezioni perché preferiscono restare a casa a fumare e parlare che dividersi in aule claustrofobiche. 

È il momento in cui la vita comincia a sorridere e regala gioie.

Non può durare.