Seth non si sente più solo da quando ha di nuovo Kym a fianco. Non che abbiano deciso di tornare amici o che ne abbiano parlato, ma al momento sa di non poter morire. 

Nemmeno Kym deve morire, però, altrimenti non ha senso.

Non saprebbe spiegarlo a parole. Evita di stringere legami perché ha paura di perdere qualcuno a cui tiene, sa che è un normale timore umano, eppure preferisce evitarlo. Per Kym si è buttato incontro alle sue fobie senza pensarci due volte.

L'amore porta alla follia.

Innamorarsi è un comportamento da pazzi. Gli umani da rinchiudere negli ospedali psichiatrici sono quelli che festeggiano San Valentino.

Ha pensato per giorni a una soluzione. Le opzioni sono due: o rubano quella chiavetta USB – e non sanno dove si trova, né come rubarla – o ammazzano il professore che la tormenta.

Se usasse una delle pistole di suo padre, tuttavia, potrebbero arrivare facilmente a lui. 

Gli toccherebbe usare un coltello. Perché una cosa è certa: Seth non vuole più morire, e deve salvare anche Kym.

Vuole amarla. Vuole sfamare ogni perversione con lei. Vuole continuare a esistere e a inseguire la follia, perché è un mostro ingannevole, ti rende speciale e ti rende malato, ti assorbe fino a farti divenire nient'altro che un involucro vuoto, però prima ti regala un giro altalenante su ripide vette innevate. 

L'amore è come una pianta di caladio sfumata fra il verde e il rosa, cresce al buio.

E poi c'è il sesso: è una pianta carnivora, divora i sentimenti.

Vuole averla, ne ha bisogno. Vuole ancora il suo sangue, lo vuole per sempre. Deve salvarla da se stessa, dagli altri.

Deve salvarla per fare in modo che sia sua, sua soltanto.

È quello l'esatto istante in cui tutto appare più chiaro, nella sua testa ha all'improvviso la visione di ciò che succederà.

Sarà una catastrofe, sarà pieno di sangue.

Deve solo organizzare tutto, e fare in modo che Kym sopravviva abbastanza a lungo da esserci.