VI - Troppi numeri


Kym ha preso un voto altissimo, alla fine, in matematica.

Il problema non sono i numeri, anche se sono troppi.

Ci sono infinite cifre sui fogli del test che ha passato, pur consegnandolo in bianco – ora non lo è più.

Kym sospira. È tutto sotto controllo, come sempre. Dovrebbe esserci abituata, eppure ha sempre paura. Vive con il terrore di venire scoperta. Prima o poi succederà.

Ciò che fa male è non sapere quando tutto verrà a galla. Non sa se sarà in grado di gestirlo.

Forse vorrebbe che tutti sapessero, almeno non sarebbe più costretta a nascondersi, a mentire.

Lo scopriranno, presto o tardi, e non è davvero pronta. Non lo sarà mai.

Preferirebbe morire che passare con il massimo dei voti altri compiti di matematica.

Preferirebbe una F rossa, enorme, gigante e umiliante sul foglio bianco.

Kym non sa che cosa fare. Non può parlarne con nessuno, non riesce nemmeno a discuterne con se stessa.

Preferisce tornare a casa e dormire. La sua camera le sembra l'unico luogo in cui può respirare senza sentirsi l'aria incastrata in gola, senza essere incapace di mandarla giù. 

I numeri, però, la perseguitano. La soffocano. Non smette di fissare l'orologio appeso di fronte al letto, continua a ticchettare incessante, e rimangono immobili, la fissano, le ricordano che la matematica è il suo più grande e dannato problema. 

Sa di essere responsabile di ognuna delle brutte situazioni che ha dovuto vivere, o che vive ancora.

Non vuole sopravvivere nel terrore di veder crollare tutto.

Alcuni numeri la spaventano più di altri.

Per esempio, la sequenza "25:17:02" la terrorizza.

È un chiodo fisso nella sua memoria. Significa tutto e niente. 

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