IV - Gli incubi hanno i denti


La paralisi del sonno è quel disturbo che si presenta poco prima di addormentarsi, o al risveglio, e che blocca immobili a letto, in preda a deliri e terrore, paura che striscia come serpenti tinti di ocra. 

È un formicolio che attraversa tutto il corpo, seguono immagini tetre, cupe. Ombre lugubri sulle pareti, demoni e scheletri ossuti che sgusciano fuori da tombe profanate.

Kym si è addormentata al cimitero.

Ha visto un uomo alto, troppo alto – Slenderman?

Ha sentito rumori sgradevoli, umidi. La saliva addosso che crolla da un mento sudato, labbra socchiuse per lasciar uscire gemiti – o forse sono più grugniti? Versi di bestia, non di essere umano.

Si sente sporca, è sommersa di terra gelida. Ha freddo, talmente tanto che batte i denti.

Immobile, pietrificata. Finché non passa, perché poi passa. 

A volte si sente morta. Accade proprio in quegli istanti di fase REM, qualcosa si scollega e non è più viva. Si spegne.

Quando beve e fuma si riaccende, però. È il suo carburante.

Deve riuscire a muoversi. Si sforza, è sempre maledettamente difficile, e quando sta per iniziare a perdere la speranze, ecco che si sveglia. 

Viene rigettata alla vita quando inizia a pensare di preferire la morte al resto.

Non vorrebbe essere così debole.

Non sa controllare le sue emozioni, ma vorrebbe farlo.

Apre gli occhi, il sole sta per tramontare.

Si rovista nelle tasche, trova il pacchetto sgualcito delle sigarette, è riempito per metà da un accendino. Li tiene insieme, quando può, perché così non deve mettersi a cercarlo. Lo perde in continuazione, altrimenti.

La nicotina sembra quasi scaldarla un po'. 

Controlla l'ora, il telefono è quasi scarico.

Deve tornare a casa.

Saluta sua madre, non l'ascolta e si rinchiude in camera.

Abbassa le tapparelle e torna a dormire. Strilla che non ha fame, non scenderà a cena. Vuole solo spegnersi.

Non che nel mondo dei sogni si stia troppo meglio. Gli incubi hanno i denti, sono brillanti lame affilate.




Seth non dorme, non è più in grado di farlo. A volte il suo corpo supplica pietà, e allora gliela concede. Le sue batterie si scaricano, è libero di lasciar andare il peso dell'esistenza per qualche ora.

Dorme a orari scombinati. Spesso si addormenta di giorno – spesso si addormenta in classe. Odia la luce del sole, è fastidiosa. La sensazione del calore sulla pelle lo innervosisce.

E poi c'è il sangue.

Seth ci pensa in continuazione. Si graffia le mani, si incide la pelle con vetri e coltelli per vederlo scorrere. È rosso, colorato, vivo. Lo fa sentire euforico.

Il sangue lo rende felice.

Seth sa di essere un po' troppo simile a un vampiro – è una copia folle e malriuscita di una creatura sovrannaturale.

È umano. Potrebbe morire.

E quando morirà ci sarà tantissimo sangue. Fiumi, cascate vermiglie!

Sorride – forse ghigna – solo al pensiero.

Ha dormito per tutto il pomeriggio. Ha abbandonato il corpo putrefatto di Pan nello zaino, lanciato sulla sedia di fronte alla scrivania. 

Seth si guarda intorno, è tutto in ordine, sua madre ci tiene a fare in modo che la casa sia sempre impeccabile, se non fosse per quel dettaglio.

Seth mette tutto in disordine.

Abbandona il letto, apre la cerniera.

Deve seppellire Pan.

Preferirebbe ammazzarsi che seppellirlo.

Sceglierà il destino.

Secondo un contorto ragionamento di Seth, il modo in cui sceglie il destino è giocando. L'occorrente è una Revolver, e il fato vuole che grazie a suo padre, Seth sappia benissimo dove trovarne una.

Ha anche bisogno di un secondo giocatore, e sa già con chi vuole fare quella partita. 

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