II - Kym preferirebbe uccidersi
Lui non dovrebbe essere lì. Kym vuole uccidersi e Seth le impedisce di buttarsi giù dal tetto.
Aspetta che decida di andarsene e si costringe a mangiucchiare qualcosa per occupare il tempo e mostrargli che sì, la mensa brulica di troppe persone e lei preferisce pranzare da sola. Lì dove non c'è mai nessuno, ma quel giorno Seth deve rovinare tutto con la sua presenza indesiderata.
Seth è troppo alto. È sempre stato quello più slanciato fra i bambini, e questo le ha causato timore, al principio. Doveva alzare il capo e sollevarsi sulle punte per parlare senza che gli altri sentissero.
Sono cresciuti insieme, poi le loro strade si sono divise.
Interessi differenti, amicizie nuove che coprono quelle vecchie.
Kym odia Seth per averla abbandonata.
Ha smesso di uscire con lei quando ha conosciuto Trevor e Greg. Indossavano giubbotti di pelle ricoperti di borchie, e lo hanno cambiato. Seth è diventato gelido anche con lei, e con Kym non era mai scontroso. Diceva di volerle bene, parlavano di cose strane.
Seth diceva di sentirsi compreso, quando chiacchieravano. Non aveva il timore di pronunciare parole sbagliate.
Eppure l'ha abbandonata, e ora Kym non vuole più sentirlo parlare.
Si ferma a osservarlo, poi ripone il cibo nello zaino perché ha lo stomaco chiuso, lo chiude e lo lascia a terra, si avvicina.
Seth fuma una sigaretta, stringe il filtro fra le dita e lo rovina con una presa troppo salda, lo stropiccia fra le dita ossute. Ha gli occhi chiari quasi quanto il vetro e i lineamenti rigidi, severi. I capelli sono una massa di ricci disordinati e scuri, gli coprono quasi lo sguardo assente e presente al tempo stesso; ha gli occhi appena cadenti, le ciglia esterne spingono verso il basso, gli danno un'aria triste e malinconica. Le luci del mezzogiorno scivolano sulla sua pelle, la illuminano, quasi fosse uno spettro – è un po' più rosa perché sfuma sotto la luce dell'eclissi che non c'è.
Kym preferirebbe uccidersi che rimanere lì a fissarlo mentre sbuffa nuvolette di fumo e spera di morire con la nebbia incastrata in gola.
Fuma per vedere tutto quel grigio e ricordarsi che è ancora vivo.
Kym è cresciuta, Seth se ne rende conto all'improvviso ed è come immergersi nel ghiaccio. Fa freddo, è malinconia che scivola, si aggrappa alle interiora e graffia gli organi.
Si è scarabocchiata il viso riempiendosi gli occhi di ombretto nero. Lo stesso nero che ha portato sulle labbra, scurendole con un rossetto dello stesso colore.
No, il nero non è un colore. Il nero è buio e basta, per questo cercano di ricoprirsi. Si sentono a loro agio negli abissi, lì dove non c'è luce e si sentono meno inetti e più compresi.
I capelli di Kym, però, sono colorati. Seth sa che cambia tinta in continuazione. La vede nei corridoi e ha i capelli blu, la frangia tagliata appena sopra le sopracciglia, e qualche giorno dopo non c'è più l'azzurro, è viola predominante. E altre volte è rosso, rosa, giallo, verde, nero. Kym cambia colore in continuazione, ma il nero dalle sue palpebre, dalle ciglia piegate con dolcezza, non svanisce mai. Non si eclissa neppure dalle labbra che sembrano morbide, ma non ne è sicuro, non ha mai avuto il permesso di sfiorarle – e forse nemmeno ci ha mai provato.
Il loro è un rapporto puro e rovinato. Distrutto e indelebile.
Seth la sporcherebbe di rosso, se solo ne avesse il coraggio, ma non lo fa.
Non quel giorno, non è il momento.
La campanella suona. È ora di andare a lezione.
☾
Note d'autore velocissime:
Niente, volevo ringraziarvi un sacco perché state seguendo questa storia e mi fa piacere, il supporto di questi due giorni mi sta spronando molto, ieri ho scritto 2000 parole dopo 2 mesi in cui andavo avanti a 100 parole per volta.
E volevo aggiungere che sì, sono primi capitoli introduttivi, non preoccupatevi se non state vedendo niente di strano, prima devo presentarveli e descriverveli. Già domani inizieranno a spuntare fuori cose strane - capirete meglio la questione 'verifica di matematica'. Grazie per aver letto il capitolo, a domani <3
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