Prologo

L'aria è pesante e irrespirabile. Le molecole d'ossigeno lottano con la polvere che vortica nell'atmosfera, ma alla fine riesco a compiere un ampio respiro, e poi un altro ancora. Tutto intorno a me si ferma: non esistono più le fiamme che danzano nella notte bollente, né i detriti che disegnano un orizzonte frastagliato, né i movimenti meccanici dei Medius, sempre più vicini al mio corpo.

Non esistono più nemmeno il dolore e la tristezza: li posso ancora percepire, in un punto preciso del mio cuore, ma tutto è sovrastato da un'opprimente e avvolgente sofferenza interiore che, con mia sorpresa, scopro non essere un'emozione negativa. 

Mi lambisce i sensi, mi accarezza le dita, mi chiude le palpebre con un docile tocco.

La sofferenza è umana, ed è meravigliosa.

Vorrei sorridere, poter essere ancora in grado di farlo, se ogni boccata d'aria non facesse male come un pugno nello stomaco. Guardo il cielo stellato sopra di me, dove ogni singolo punto luminoso risulta sbiadito, quasi sfocato, nonostante la mia vista perfetta: è a causa dell'inquinamento luminoso, che impedisce alla Natura di mostrarsi in tutta la sua bellezza. Mentre tutto ricomincia a muoversi e le mie orecchie vengono invase dal grido della distruzione, mi sforzo di concentrarmi sulle luci che punteggiano la notte. Il mio sguardo, come una calamita, viene attratto da tre stelle poste una sopra l'altra e poi dai restanti astri che compongono la figura del Cacciatore. 

Non posso che sorridere, al pensiero che la storia si ripete: alla fine Orione abbandona la Terra, diretto verso il cielo, mentre Diana rimane intrappolata nella sua prigione dorata e non può fare altro che guardare, ogni notte, l'unica traccia che rimane del suo amato.




NdM. Questo prologo ha subìto così tante variazioni, nel corso degli anni, che non so nemmeno io se esserne soddisfatta o meno, ma non posso bloccare la pubblicazione solo perché non trovo quello giusto. In ogni caso, l'immagine in alto rappresenta la costellazione di Orione, la stessa presente in copertina.


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