Raven Queen stava ascoltando la musica.

La sua stanza era vuota, Apple era uscita per fare una passeggiate.

Be' non proprio.

Diciamo che quando lei aveva rotto gli specchi nel Giorno della Promessa Apple era andata via.

Ed era da allora che Raven non l'aveva più rivista.

Fuori pioveva e Raven era in pensiero per lei. Forse si sarà tutta bagnata, pensò.

Proprio in quel momento le venne un dubbio.

E se aveva fatto la scelta sbagliata?

E se facendo questo era stata solo paragonata a sua madre?

E se tutti la consideravano cattiva?

Raven si tolse lentamente le cuffie. Poi le scese una lacrima.

Cattiva?

Ma se tutti i Ribelli mi considerano un'eroina! Pensò contraddicendosi.

Dal suo specchio provenì un suono soffocato, come un colpo di tosse.

Raven lo guardò con aria interrogativa.

«Un'eroina cattiva!» disse la voce nello specchio.

Raven era furiosa: «Non è vero!»

«Sì invece.»

«No, ho fatto la cosa giusta. Lo so.»

Diede un calcio allo specchio, che si frantumò in mille pezzi.

Poi si rese conto di ciò che aveva fatto, chinò il capo in segno di sottomissione.

Forse lo specchio aveva ragione.

No.

Impossibile.

Io ho ragione, pensò convinta.

La porta cigolò appena.

Raven prese di corsa lo specchio, che ancora tossicchiava, lo infilò nell'armadio e fece finta di sistemare i vestiti.

Apple entrò, era zuppa.

Raven chiuse velocemente l'armadio.

«Scusa.» le disse Apple.

Lei si sentì in colpa.

Poi Apple si sdraiò sul suo letto e Raven sbirciò nell'armadio.

Lo specchio non parlava più.