Love to wonder~ Madeline Hatter
Madeline Hatter sorseggiava il suo tè al limone alla Sala da tè del Cappellaio Matto.
Con la mano spostò una zolletta di zucchero fino a farla cadere nella tazzina blu.
L'odore del limone inondava la stanza. «Tu vieni alla festa di Lizzie?» chiese al ghiro.
«Sì, ovvio che ci vieni. Ti ci porto io!»
Poi il sorriso di Maddie scomparve: «Tutti pensano che io sia matta, non è vero, Earl?»
Si immaginò il ghiro rispondere: «Ma tu sei matta.»
«Lo so, Earl. Altrimenti non sarei la figlia del Cappellaio Matto.»
Agguantò una fetta di torta alle Cangiamore e si rigirò fra le mani l'invito della festa.
«"Love to Wonder", non ti sembra un titolo meraviglioso!»
Le mancava il suo paese, mancava a tutti.
Forse era per questo che la festa di Lizzie si faceva nel giardino del Paese delle Meraviglie.
E forse era per questo che lei desiderava andarci.
Sono fortunata, pensò, mio padre è al sicuro, qui a Ever After.
«Un altro po' di te?» domandò a Earl Grey.
Il ghiro non rispose.
Dopotutto i ghiri non parlano a Ever After.
Nel Paese delle Meraviglie tutti gli animali parlavano.
E nessuno pensava che lei fosse matta, perché tutti lì erano matti.
Forse lo sono ancora, pensò.
O forse no.
Due ragazze entrarono parlottando sottovoce.
«Dicono che sono matta, non è vero Earl?» poi sospirò: «Ma dato che sono una Ribelle devo essere matta come mio padre o no?»
Il ghiro non rispose, o meglio, Maddie non lo sentì rispondere: «Essere una Ribelle non vuol dire che devi cambiare il tuo carattere.»
Maddie intuì la risposta.
Fece un respiro profondo e urlò: «Sono matta!»
Ma lo disse solo nella sua mente, non voleva che gli altri lo sentissero.
Anche se lo pensava.
Rise forte, molto forte. In modo che tutti la sentissero.
Eccome se lo pensava.
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