Capitolo 22

Non tornammo più sull'argomento protesi per un po' di giorni. L'unica cosa che mi proponeva Akira era indossarle per, sosteneva, far abituare i monconi al contatto con gli incavi ma da quella volta non mi aveva più proposto di provare ad alzarmi. Rispettò questa mia decisione e fu davvero bravo a sviare i discorsi, che partivano principalmente da quell'insensibile di Capelli Tinti, soprattutto quando parevano prendere una piega pericolosa.

Per quanto riguardava i miei sentimenti imprevedibili nei suoi confronti cercavo di nasconderli, simulando il mio solito carattere difficile. Ma più tempo passavo al suo fianco più diventava difficile, ma non sarebbe stato per colpa dei miei sentimenti egoisti e a senso unico a privarmi della sua compagnia, mi sarei accontentato. E poi avevo cominciato a constatare che stando al suo fianco la mia vita stava nettamente migliorando. Ero un po' piú di buon umore (scuola a parte ovviamente) e mangiavo di più. Mi sembrava di essere tornato alla vita e il merito era suo.

Per quanto riguardava Agnese e su quello che avevo rimuginato ero arrivato alla conclusione che quel giorno di qualche anno prima era successo quello che molti dei nostri amici avevano ipotizzato e perché no? Eravamo amici da una vita e secondo gli altri una coppia perfetta, eppureire fin da subito avevo avvertito che mancasse un qualcosa, un tassello importante. E alla fine era successo il prevedibile. Anche lei mi aveva abbandonato e nutrivo il timore che se Akira fosse venuto a conoscenza dei miei sentimenti avrei perso pure lui.

«Uffaaaa» mi lamentai per la trecentesima volta tanto che Akira alzò lo sguardo dai suoi compiti.

Oramai era diventata una routine che andassi a studiare da lui, diceva che gli faceva piacere ma stavamo agli antipodi del tavolo dato che, a detta sua, avevo la mania di allargarmi e rubarmi tutto lo spazio possibile. Ero davvero una così brutta persona? A me andava più che bene, tenere un minimo di distanza mi dissuadeva a fare un qualcosa di cui molto probabilmente mi sarei pentito a vita.

«Cosa? C'è qualche problema?»

«Solo qualche? É tutto un problema» mi lamentai indicando il libro di testo.

«Cosa stai studiando?»

«Neurotrasmettitori. Insomma hanno dei nomi assurdi che si assomigliano tutti. Adrenalina, Noradrenalina, Istamina, Acetolina...»

«Acetilcolina» mi corresse gentilmente lui.

«Boh quella che è. Non riuscirò a ricordarli tutti. Che poi a che mi serve conoscerli? Tanto so che mi sarebbero utili quanto la parola supercalifragilichespiralidoso

Akira ridacchiò. «Da dove viene questa citazione disneyana?»

Gonfiai il petto orgoglioso. «Sono cresciuto a cartoni Disney da piccolo. Noi si che siamo una buona generazione, non come i bambini di adesso che bombardano le loro menti con cartoni degeneri come Peppa Pig. E poi ci chiediamo il motivo per cui sono talmente stralunati e fuori dal mondo».

«Oh, ma davvero? Vorrà dire che dovrò saggiare le tue conoscenze in merito allora». Si fece un attimo pensoso prima di parlare nuovamente.

«"Disonore! Disonore su tutta la tua famiglia. Prendi nota tu...disonore su di te, disonore sulla tua mucca..."»

«Troppo facile. Mulan. Aki non stai osando abbastanza» ribattei facendo un sorrisetto. Anch'io volevo tanto saggiare se fosse un disneyano per bene.

«"Hai dimenticato chi sei, e così hai dimenticato anche me"».

«Re Leone. Secondo me puoi fare di meglio». Presi fiato prima di continuare. «"Oh si, il passato può fare male. Ma a mio modo di vedere dal passato puoi scappare...oppure imparare qualcosa"».

Al pronunciare questa citazione vidi per un attimo il volto di Akira rabbuiarsi, ma fu talmente fugace che pensai di essermelo immaginato. Così tentai con un'altra. «"Quando il mondo ti volta le spalle non devi fare altro che voltargli le spalle anche tu"».

E questa citazione sembrava essere diventata il mood del periodo post incidente, prima di conoscere Akira, quando ero stato lasciato solo in balia del mio dolore e della rabbia.

«Qualcosa mi dice che questo cartone animato é tra quelli che più ti piacevano».

«Già, assieme a quasi tutti quelli fatti negli anni '90 e primi del 2000. Quelli si che erano anni d'oro. Forza, osa con citazioni più difficili» lo sfidai.

«D'accordo. Vediamo..."Siete un pubblico o in mosaico?"»

«Facile. Hercules, per l'esattezza Ade».

«Sai anche questa?»

«"La notizia ti ha sconvolto, non è vero?"»

«Ok, lo prendo come un si. Tento con un'altra». Si fece un attimo pensoso prima di cominciare questa volta a canticchiare: «"Ti potranno dire che
non può esistere
niente che non si tocca, o si conta, o si compra perché
chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te"».

Mi piaceva troppo sentirlo cantare con la sua voce delicata che sapeva quasi avvolgerti come una calda coperta di note.

«Il pianeta del tesoro. Uno dei miei preferiti».

«Accidenti. Ci riprovo. Ormai é una questione di principio». Alzò un attimo gli occhi al soffito alla ricerca di ispirazione gli bastò poco per ritornare a fissarmi e sfoderare un sorriso di vittoria.

«"Egli castigherà i perversi e li precipiterà in una voragine di fuoco!"» citò, tutto esaltato. Si, doveva essere certo che questa sarebbe stata la sua arma finale. Aveva messo un tale impegno a recitarla che mi lasciò sopreso.

Forse si rese conto del mio stupore perchè si voltò verso di me. «Ho un tantino esagerato con l'interpretazione?»

«Un po'. Mi sei sembrato un pazzo squilibrato. Non che Frollo non lo fosse» risposi sfoderando un sorrisetto.

«Forse é il caso di smettere» propose lui un po' in imbarazzo ma visibilmente divertito.

«Direi che abbaimo constatato che se partecipassimo a qualche programma e facessero domande sul mondo disney di certo stracceremmo tutti gli altri concorrenti».

Akira rise. «E se in via del tutto ipotetica non ci risucissimo basterebbe il tuo ego a farlo».

«Ehi?!» ribattei, fingendomi sdegnato, strappando un'altra risata da parte sua.

«Forse ora dovremmo davvero tornare a studiare».

«Per una volta mi trovi d'accordo».

Ritornammo ai nostri rispettivi studi e non passarono che qualche minuto prima che la porta si aprisse di botto.

«Onii-san!»

La sorellina di Akira, Maiko, arrivò come un piccolo tornado con i codini, contro il petto stringeva un libro di scuola.

«Mi puoi spiegare scienze? Non vi sto capendo nulla» continuò lei con la sua vocina sottile cercando di corrompere il fratello.

Akira alzò distrattamente lo sguardo dal suo quaderno su cui era intento a scrivere come un ossesso.

«Cosa, Onee-chan

Maiko gonfiò le guance e questo la rese si può dire abbastanza buffa.

«Non mi hai ascoltato Onii-san. Mi puoi  aiutare con scienze?»

Akira fece per rispondere quando la zia fece irruzione nella stanza.

Qualcun altro? Insomma non c'era abbastanza gente in quella stanza.

«Oh Akira vedo che sei in pausa dallo studio. Avrei un attino bisogno di te» lo implorò lei.

Non volevo proprio essere nei panni di Akira in quel momento. 

«Luca-chan, potresti un attimo aiutare mia sorella?»

Feci un movimento con la testa perso nei miei voli pindarici proprio mentre Akira pronunciò quelle parole.

«Arigatō Luca-chan arrivo subito».

Eh cosa?

Non ebbi il tempo di metabolizzare il momento e replicare che lui era già andato dietro la zia ed era uscito dalla stanza.

Sospirai, lasciandomi andare contro lo schienale della sedia, sotto lo sguardo attento di Maiko che mi fissava con i suoi occhioni dello stesso colore del fratello.

«Mi aiuterai tu, Onii-san?»

Non avevo la piú pallida idea di quello che aveva detto in giapponese, e annuì per il resto. In fondo erano argomenti della quinta elementare, cosa ci sarebbe stato poi di così difficile da spiegare.

«Di che argomento si tratta?»

«É a pagina 151» mi rispose lei porgendomi il libro.

Lo sfogliai e raggiunsi la pagina indicata. Non appena vidi di che argomento si trattava i miei occhi quasi uscirono dalle orbite.

Ok in anatomia andavano trattati ma gli schemi erano fatti fin troppo nei dettagli. Era un libro delle elementari o un manuale di sesso?

«Sicura che sia questo? Non é l'apparato respiratorio o il sistema circolatorio?»

Maiko scosse vivamente la testa. «No è questo, solo che la maestra l'ha spiegato che non ho capito niente».

Il mio volto avvampò per l'imbarazzo. Pensarlo era un conto, spiegarlo a una bambina di quinta elementare era un altro. Dovevo cercare il modo più rapido e indolore per spiegarglielo.

«Dunque...questo» cominciai indicando l'apparato femminile. «È costituito da diverse parti: le ovaie, l'utero, la...ehm...passera...» snocciolai e lei inclinò la testa di lato con fare dubbioso.

«Ma Onii-san non stiamo facendo gli uccelli».

Merda. Come spiegare a una bambina un apparato così delicato e pieno di doppi sensi, essendone una delle due principali fonti?

«È uno dei modi per dire...»

«Vagina?» propose lei leggendo sul libro.

Annuì sbrigativamente e descrissi velocemente il resto che mancava per descrivere appieno l'apparato.

Non appena ebbi finito di illustrato, Maiko puntò il dito esattamente sopra il disegno dettagliatissimo di un membro.

«E questo?»

«Ecco il ca...il membro è una delle parti che...»

«Onii-san perchè usi termini diversi dal libro?»

«Perché ecco, preferisco usare dei sinonimi» balbettai una scusa che mi risuonò subito patetica.

«E in che altri modi si può chiamare?»

Bella mossa Luca.

Era davvero un bene rivelarlo a una bambina così piccola?
Di fronte ai suoi occhioni speranzoso capitolai. Ero debole.

Glieli elencai e il suo volto si fece via via più perplesso.

«Certo che chi ha inventato questi simonimi era strano. Perché chiamarlo mazza? O asta? Mica siamo nel baseball o a bigliardo».

E lo diceva a me? L'imbarazzo era stato un crescere che mi fece quasi sperare che si aprisse una voragine sotto la sedia a rotelle e mi inghiottisse.

Per fortuna Akira entrò nella stanza e per poco non cedetti all'impulso di inchinarmi ai suoi piedi, con il conseguente problema successivo di rimettermi sulla sedia.

«Tutto a posto? C'è stato qualche problema?»

Fu Maiko a rispondere scuotendo la testa, facendo ondeggiare i suoi codini.

«Onii-san mi ha spiegato tutto. Arigatō gozaimasu**» rispose, voltandosi a fine frase verso il sottoscritto regalandomi un sorriso prima di lasciare la stanza abbracciando il libro tutta contenta.

Non riuscì a salutarla come meritava, la mente era ancora a quei momenti in cui le avevo spiegato...oddio! Ripercorrendo la spiegazione e mi resi conto che potevo passare benissimo per un pervertito molestatore visto i termini che avevo usato. Quanto avrei voluto scomparire.

«Luca-chan?» mi sentì chiamare e sussultando volsi lo sguardo su Akira che mi stava osservando preoccupato.

«Va tutto bene? È da qualche minuto che ti chiamo e sei rosso in viso. Stai per caso poco bene? Dovrei chiamare tua madre?»

Cosa?

In che razza di condizioni ero?

Mi diedi degli schiaffetti sulle guance per riprendermi.

«Sto bene, non preoccuparti. È solo che...ecco...la spiegazione per Maiko verteva su argomenti...cioè non dovrebbero esserlo dato che ne siamo naturalmente provvisti. È solo che a penserci un po' mi imbarazza».

Akira dovette capire a cosa mi stessi riferendo perchè anche lui arrossì dopo aver sgranato un poco i suoi occhi a mandorla.

«Oh. Gomennasai Luca-chan. Le l'avessi saputo ti avrei evitato tutto questo imbarazzo».

«Gomme...cosa?»

«Ah, si. Significa scusami».

«Non ti devi scusare. Sono io che ho avuto una reazione esagerata. Insomma con la mia ex l'abbiamo fatto ogni tanto, quindi non dovrei avere tanto pudore a parlarne no?»

Akira annuì prima di innumidirsi le labbra.

«E...insomma, l'avete fatto molte volte?»

«Solo ogni tanto, quando ne avevamo voglia. La nostra relazione non si basava su quello, come in quelle fanfiction che piacciono tanto alle ragazzine in cui scopano peggio di conigli in calore».

A quelle parole Akira ridacchiò, anche se la sua risata parve un poco forzata, ma non ne capì il motivo.

«Ti do una mano a studiare» si propose cambiando argomento e ne fui ben lieto. Non mi andava di parlargli della mia sfera sessuale avuta con la mia ex.

Mi si sedette di fianco e prima che cominciasse a spiegare notai subito che da quando era tornato stava smanettando con il telefono, pur ascoltando le mie lamentele, sul volto un'espressione tra l'esasperato e l'arreso.

«C'è qualche problema?»

«Eh?» domandò alzando un attimo lo sguardo dallo schermo.

«Avevi lo sguardo perso nel vuoto e di solito questo succede al sottoscritto. Cos'è successo?»

Lui esitò un attimo prima di capitolare di fronte alla mia curiosità.

«Amanda».

Solo a sentire il suo nome mi saliva una certa angoscia.

«Cosa vuole stavolta da te quella...?» domandai stoppandomi in tempo prima di pronunciare una parola tutt'altro che lusinghiera nei suoi confronti.

«Vorrebbe passare del tempo con me. Si è resa conto che sto temporeggiando ed é arrabbiata».

Stare chiuso in uno spazio ristretto in sua presenza? Che pena crudele! Non l'avrei augurata neanche al peggiore dei miei nemici.

«Hai tutta la mia solidarietà. Ma di preciso la principessina che vorrebbe da te?»

Il fatto chebe non prendesse le sue difese dopo il mio sarcasmo nei suoi confronti la diceva su un mucchio di cose.

«Votrebbe compiere...quel passo».

Lì per lì non capì ma notando le goti arrossate intuì.

Ma aspetta un attimo, quindi...Akira era vergine?

Con tutto il tatto che mi caratterizzava glielo chiesi e lui arrossì ancora di più, per quanto possibile.

«No, io...l'ho fatto solo una volta con la persona con cui stavo prima».

Lo disse con un tale impaccio da renderlo quasi tenero.

Ma che cazzo di pensiero era? Mi velocizzai a cacciarlo dalla mia mente alla svelta, prima di perdere l'occasione di sapere qualcosa di più di un passato che Akira cercava di tenere celato.

«E com'era questa persona?»

Volse il suo sguardo verso la parete e i suoi occhi si persero nel vuoto, come a cercasse di riportare a galla i ricordi.

«Completamente diversa da te» rispose semplicemente ma era già abbastanza rispetto allo zero assoluto che sapevo fino a quel momento.

E dato che intuì che non avrei cavato altro tornai sul discorso prima.

«E Amanda vorrebbe...farlo?»

«Si ma io non mi sento pronto a darle quello di cui ha bisogno».

«Perdona le mie solite domande imbarazzanti e a bruciapelo ma da quanto la devi sopp...cioè da quanto tempo state insieme?»

«Circa tre anni. Ci siamo messi insieme qualche mese dopo che mi sono trasferito nella nostra scuola. L'ho scovata in un luogo appartato che stava piangendo perchè era stata rifiutata dall'ennesimo ragazzo».

Ma chissà perché, avrei dato voluto ribattere ma mi trattenni, incintandolo a continuare.

Dovette intuire il mio pensiero perchè sorrise. «Non ci crederai mai ma non era così. Era una ragazza timida e insicura che quando si approciava a qualche ragazzo arrossiva e balbettava».

Cercai di associare questa versione inedita di Amanda a quella attuale ma non ci riuscì. A questo punto l'unica spiegazione era l'invasione degli ultracorpi, oppure un sequestro da parte degli alieni che le avevano fatto il lavaggio del cervello.

«Non mi credi vero?» mi domandò con un sorriso.

«É che lo trovo troppo...strano».

«In effetti è vero. É cambiata così velocemente che non ho avuto il tempo di rendermene conto».

«E quella con cui stavi prima...che fine ha fatto?»

Sui begli occhi ossidiana di Akira calarono delle nubi e la sua espressione si fece triste, quasi straziante e per questo decisi di cambiare argomento.

Riportando l'attenzione su quegli inutili di neurotrasmettitori che dovevo studiare, Akira ritrovò vigore e cominciò a spiegarmi per ogni neurotrasmettitore importante le sue funzioni principali. Mi scrissi tutto per paura di dimenticarmi qualcosa di fondamentale.

«La Dopamina é un neurotrasmettitore che viene rilasciato dall'ipotalamo ed é associato al desiderio, la ricomensa e a stari euforici. É quindi artefice delle prime fasi di innamoramento oppure quella che ci rebde dipendenti da qualcosa o qualcuno».

Amore?

Quando gli chiesi cosa ne pensasse intuì che mi aveva frainteso.

«L'amore é dettato da processi biochimici che avvengono nel nostro organismo. Ognuno produce feromoni unici che, se compatibili, ci attirano agli altri. Questo succede quando ci sta simpatica una persona "a pelle". E quando ci si ritrova in presenza con un soggetto compatibile si può innescare un maggior sviluppo di alcuni tipi di neurotramsettitori a discapito di altri».

Detto così pareva che fossimo degli automi soggiogati dall'azione di queste minuscole molecole che dettavano ogni nostra azione.

«Dopamina, Noradrenalina e Feniletilammina sono i principali responsabili delle prime fasi dell'innamoramento, quello che creano più una sorta di dipendenza. Sono i momenti in cui sembra che la propria vita ruoti attorno al proprio partner. Con il tempo si cominciano a sviluppare sostanze meno eccitanti che aoutano a rendere più stabile il rapporto, ossia ossitocina nelle donne e vasopressina in noi maschi. Con l'aumento della Dopamina si ha una diminuzione vertigginosa della Serotonina che regola l'appetito e l'umore. Difatti durante l'innamoramento si ha meno appetito e si prova un'intensa euforia oltre che ansia e tristezza nel caso si venga rifiutati dal partner. La noradrenalina é la causa del batticuore, della sensazione delle farfalle nello stomaco oltre che della sudorazione».

Mentre parlava sembrava di assistere a una puntata di Super Quark, e mano a mano che procedeva sentivo che la testa era sul punto di scoppiare per le troppe informazioni. Dovevo assolutamente fermarlo.

«Cosa pensi dell'amore inteso come...sentimento?»

A quella domanda si fece improvvisamente serio. «L'amore non è altro che un illusione. É come una catena indistruttibile che ti lega a un'altra persona, soggiogandoti senza lasciarti respiro a tal punto da trascinarti nel baratro più oscuro se ti viene strappato via».

«Accidenti che ottimismo Akira. Come mai una visione così cupa?»

«La persona con cui stavo, e che mi ha fatto provare un sentimento talmente intenso da far male, mi ha lasciato nei peggiori dei modi, ma...non me la sento di parlare».

"Hai sentito la sua richiesta? Smettila Luca. Smettila con le domande, smettila" cercava di frenarmi la mia coscienza ma la curiosità prevalse su tutto.

«Ma questa persona...la amavi?»

Akira distolse lo sguardo. «Si, l'amavo, forse anche troppo».

«E Amanda?»

Lui stirò le labbra in un sorriso triste. «Amanda é solo ciò che mi sono meritato» si limitò a dire al che lo fissai severamente.

«Nessuno si meriterebbe una piaga simile. Sai una cosa? Appena arrivo a casa recupero la Bibbia e ce l'aggiungo a penna e già che ci sono chiamo la santa chiesa a inserirla in via ufficiale».

Quest'ultima parte doveva essere una battuta ma non sortì l'effetto che speravo. Difatti Akira rimase con lo sguardo basso e sul volto un'espressione malinconica e a tratti triste.

Ero in insensibile.

«Ehi». Mi avvicinai e, rispetto a quello che mi ero ripromesso di non fare, lo invitai ad alzare la testa e notai i suoi occhi innumiditi dalle lacrime.

«Nessuno merita di stare con una persona così egoista e meschina».

«Cosa potrei fare?»

«Semplice, lasciala».

«Io non so se...»

«Akira, ti fai troppi scrupoli. Le dici una simile: "Senti, mi sono reso conto che sei simpatica quanto un cactus infilato su per il culo e dato che non sono  masochista ho deciso di lasciarti". Secondo te é abbastanza comprensibile per la sua mente limitata?»

«Non è così semplice».

«Invece si, più di quello che sembra. Akira, devi smetterla di farti trattare al pari se non peggio di uno zerbino. Lei non ti merita». Lo dissi con tale enfasi da lasciarmi stupito di me stesso, e lo stesso sembrava aver colpito Akira che distolse lo sguardo.

«Gomennasai».

D'istinto l'abbracciai e lui nascose il volto nell'incavo della spalla. La voglia di passargli le mani tra i capelli era troppa ma già la situazione era quella che era. Lo consolai come avrebbe fatto un qualsiasi amico. Perché avevo capito che non avrei avuto chance con questa persona che pareva ancora padrona del cuore di Akira.

*citazione tratta da Mary Poppins (film disney)
**trad.dal giapponese: Grazie mille

Angolo autrice (in super ritardo):

Buonsalve :3

Scusatemi per il ritardo 😭 spero che questo capitolo vi sia piaciuto :3
Akira ha parlato in po' di sé ma non è ancora abbastanza (vi siete già fatte/i qualche idea su quello che cela il suo passato? 🙈)

Comunque non mancano tanti capitoli alle rivelazioni (non sono pronta...ma al tempo stesso è da inizio storia che non vedo l'ora di scrivere un pezzo 😍)

Spero di non farvi aspettare così tanto il prossimo capitolo (il lavoro mi toglie tantissimo tempo).

Un mega grazie a chi sta continuando a seguire la storia, e alle/ai nuove/i lettrici/lettori che ci sono approciate/i alla storia😍

Adiós
FreDrachen

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