Pam Filler se ne stava con le gambe incrociate alla scrivania del suo ufficio, intenta ad anagrammare la complicata scrittura del suo capo. E' da quando ha lasciato la terra che lavora per quella casa editrice dal nome così strampalato e impressionante. 'The House of Devil', la gloriosa vendetta per il paradiso dei santi. Pam era piovuta all'inferno,visto che aveva avuto una vita molto peccaminosa.
Ma non avrebbe mai pensato che là potessero esistere case editrici, bar, librerie, negozio di ogni sorta, perfino ristoranti e altri luoghi di ritrovo. Insomma una vera e propria città normale, soltanto situata alla gola più profonda e spaventosa del mondo, l'Inferno.
Nonostante il nome della casa editrice, il signor Morton era riuscito veramente a ingranare bene con quell'attività. Pensare che potessero esserci ancora tanti scrittori in cerca di fama era davvero singolare, ma in verità ne esistevano ancora a milioni.
Un deciso squillo del telefono fece sussultare Pam dal suo caparbio lavoro di traduzione, ma non appena rispose sentì la gracchiante voce del suo capo, Edward Morton, incombere nel suo orecchio con insistenza.
«Mi ascolti bene, signorina Filler».
«Sono tutta orecchie, capo».
«Deve assolutamente occuparsi di un nuovo autore. Sarà un ottimo affare, visto che questo famoso signore vuole scrivere la sua biografia attraverso la nostra rinomata casa editrice».
Pam sussultò intimorita, visto che finora si era sempre occupata di traduzioni, mansioni di segreteria e lavoro d'ufficio.
«Ma...capo, io non credo di essere all'altezza».
«Non voglio sentire scuse, purtroppo sono fuori città per un increscioso contrattempo e lei deve assolutamente farmi questo favore. Si tratta solamente di riceverlo e fare da cronista. Prenda un quaderno e appunti tutto ciò che lui le racconterà della sua vita. Basterà avere tutto l'essenziale per una corretta stesura. Poi alla fine del tutto, lei ne recensirà il contenuto e si occuperà della copertina e delle questioni burocratiche, sotto la mia completa revisione».
Pam sentì battere forte il suo cuore e salirle un groppo in gola dalla tensione.
«Mi dica almeno di chi si tratta».
«Oh, sì, ha ragione. Il famoso tennista, Kim Berkel. Saprà benissimo di chi si tratta, senza che io mi attenga a spiegazioni».
Pam si mise una mano sul petto, come per tentare che il cuore non le sbalzasse via.
Certo, che aveva sentito parlare di lui, era il meraviglioso e attraente campione del mondo di tennis. Aveva origini americane e tedesche ed era stato da sempre etichettato come un sex symbol.
Quando era ancora sulla terra viva e vegeta era stato il suo sogno nel cassetto poter incontrare un uomo così bello e in gamba, ma purtroppo lei era ben lontano da quel mondo. Era sempre stata una semplice cameriera in cerca di avventure e con gli uomini era sempre riuscita ad andarci a letto. Non si era mai chiesta se esistesse veramente quello giusto, anzi per lei l'amore era letteralmente uno spasso.
Ora sinceramente si sentiva davvero fortunata e in fondo era contenta di esser stata una vera peccatrice ed esser stata mandata fino all'Inferno. Non le era andata del tutto male, anzi l'aver abbandonato la vita terrena per uno stupido incidente stradale, le aveva ridato la possibilità di una vita più agiata e soddisfacente.
«Signorina Filler, è ancora lì?...Signorina Filler! Allora?» la voce ruggente del suo capo la riportò alla realtà.
«Oh sì, mi scusi. E mi dica quando verrà qui da noi?»
«Subito, oggi stesso, per questo l'ho chiamata. Dovrebbe essere lì a momenti, se non è già lì».
Oh, mio Dio! Come faccio ad affrontare tutto questo? L'uomo dei sogni è di fronte alla porta del mio ufficio e io non so neanche come comportarmi!
«Ok, farò il possibile per non deluderla, capo».
All'altro capo l'uomo dette un sospiro di sollievo.
«Bene, sapevo di poter contare su di lei».
Pam riagganciò stordita e ansiosa di togliersi quel peso che la consumava.
Soltanto una cosa le dispiaceva, che anche quell'uomo, come lei, avesse lasciato troppo presto la vita umana e avesse dovuto piombare all'Inferno.
Chissà che gli era successo e come era morto? Non aveva importanza, l'unica cosa di cui era curiosa, era sapere quali peccati avesse compiuto per sprofondare nelle viscere di Lucifero.
Anche lui, come Pam, non era stato uno stinco di santo!
La ragazza si precipitò ad aprire la porta per informarsi dalla segreteria della reception, se fosse arrivato il diretto interessato, ma non appena mise fuori la testa dal suo ufficio, se lo ritrovò davanti a pochi passi da lei.
Due occhi magnetici dal color grigio-verde e una muscolatura davvero evidente sotto quel completo gessato accompagnato da una valigetta nera e professionale.
I suoi capelli era ondeggianti e ricadevano in modo fascinoso sulla sua fronte spaziosa, mentre alti zigomi portavano a corpose e magnifiche labbra piene e seducenti. Ai tempi della sua cara vita vederlo su un giornale di gossip, era letteralmente una forte emozione per la vista, ma adesso dal vivo era come essere in Paradiso. Già, peccato che quello fosse l'Inferno!
Le si avvicinò in modo elegante e regale.
«Salve, mi hanno detto che posso rivolgermi a lei».
Pam non sapeva neanche più se possedeva un respiro di voce di fronte a tanta bellezza.
«Oh, certo. Mi dispiace ma il titolare ha dovuto intrattenersi fuori città per improvvisi impegni».
«Sono stato fortunato ad esser ricevuto da una stupenda donna, come lei».
Pam chiuse gli occhi sorridendo quasi incantata da quella bocca così meravigliosa.
«Prego, si accomodi».
Il campione si diresse verso il suo ufficio con un modo di fare semplice e quasi timido. Soltanto che tutte le persone che si trovavano nella hall della casa editrice lo fissavano come se fosse uno degli stupendi dèi discesi dall'Olimpo.
Pam chiuse la porta dietro di sé e gli sorrise con beatitudine.
«Bene, so che lei vuole scrivere un libro sulla sua vita da straordinario atleta, quale è stato».
A quel punto lo sguardo di quel dio greco si rattristì un po'.
«Già, purtroppo adesso non mi rimane altro che poter scrivere ciò che è stato il mio glorioso passato. Non ho avuto tempo di poter pubblicare la mia autobiografia nella mia vita terrena, quindi lo farò ora».
«Oh, certo. Posso capire quanto sia affranto, ma chi avrebbe mai detto che avremmo potuto continuare il nostro percorso da qualche altra parte? Insomma, in qualche modo esistiamo ancora. Siamo qui».
Lui sorrise con coraggio alle parole di Pam.
«Oh, ma diamoci del tu. Sono Kim. Per gli amici Kimmy».
La ragazza trattenne una risatina di fronte a quel buffo nomignolo, che non gli si addiceva proprio.
«Allora, Kim. Io sono Pam».
«Come diminutivi siamo messi bene entrambi!»
I due risero complici di quel momento.
«Vediamo di cominciare con il racconto della sua magnifica vita».
L'uomo si abbuiò e come di ogni personaggio famoso che si rispetti, non è tutto oro ciò che luccica.
Ognuno di noi ha qualche scheletro nell'armadio.
«Diciamo che non ho avuto un'infanzia felice. Mia madre è morta quando avevo solo dieci anni e mio padre alla fine mi ha abbandonato per fuggire dietro ad un'altra donna. Mi ha cresciuto mia zia materna, ma alla fine mi sono tirato su da solo. Poi ho iniziato prestissimo la mia passione per lo sport».
Mentre Pam scriveva interessata ogni dettaglio che quel racconto le regalava, lui la fissava estasiato.
Quando si arrivò alla parte più interessante del racconto, lei si permise qualche intima curiosità.
«Beh, credo che con le donne non hai mai avuto problemi di conquista...Ma per quanto ne sappiamo non hai mai avuto una moglie o una fidanzata fissa».
Kim abbassò gli occhi e invece di confermare quella sua aria da divino conquistatore di femmine, si mostrò quasi addolorato considerandolo un odioso vizio.
«Sono sempre stato uno sciupafemmine, ma se avessi saputo che la mia vita fosse stata così breve, avrei voluto lasciare qualcosa di me dall'altra parte...una moglie...un figlio mio! Qualcuno che avrebbe potuto portare avanti il mio ricordo e la mia passione o anche soltanto il mio nome».
Pam comprese quel suo rimpianto, in passato lo aveva provato anche lei.
«Ma adesso voglio cambiare, voglio essere un uomo nuovo. Voglio riuscire a pentirmi di tutte le cose peccaminose che ho fatto in passato e dirigermi verso la retta via. Non è per questo che siamo finiti qui?»
Pam annuì quasi convinta di quella teoria, ma non si sarebbe mai aspettata che quella divinità così sexy volesse diventare un casto uomo di famiglia.
«Oh, bene, cara Pam. Vorrei davvero rivederti. So che dobbiamo continuare il lavoro che riguarda il mio libro, ma vediamoci da qualche parte a bere qualcosa. Addirittura una bella cena ad un ristorantino di quelli rinomati della zona. Che ne dici?»
Lei restò senza fiato e si chiese come da quel breve incontro, fosse potuto nascere subito il desiderio di rivederla.
Lei, un tempo una semplice cameriera, era stata invitata dal famoso tennista Kim Berkel?
«Ovviamente, non posso dire di no. Potremo continuare a lavorare ancora sulla tua biografia e riuscire a pubblicare quanto prima il tuo libro».
Lui le baciò la mano che si impreziosì del tocco sublime di quelle labbra così passionali.
«Ma io spero di non concludere così presto la nostra collaborazione. Questo è il mio biglietto da visita, chiamami quando sei libera e organizzeremo tutto».
Pam lo salutò estasiata e si sentì fermare il cuore per l'emozione.
Non appena si liberò dell'orario di lavoro si videro passando momenti piacevoli. Si parlarono scambiandosi vari aneddoti sulle loro vite e raccontandosi anche i momenti più difficili che avevano trascorso. Pam lo trovò una persona veramente profonda e a cui dare fiducia. Si videro a cena, in giro per la città, mentre lui le portava qualche piccolo pensierino insieme ad un mazzo di fiori. Lei era davvero stupita da quel suo antico ritorno ad un sano romanticismo, il quale nascondeva un tipico corteggiamento maschile.
Ma nessuno dei due si chiedeva niente di più su quella specie di amicizia alquanto ravvicinata. C'erano stati soltanto innocenti baci sulla guancia e qualche carezza sfuggita per salutarsi cordialmente.
In verità Pam, però avrebbe voluto di più. Lei che dopo qualche sera o la sera stessa si divertiva ad accontentare ogni capriccio di un uomo. Forse a lui non era parsa la facile ragazza di sempre, quale era stata, anzi avevano continuato il loro lavoro sul libro in maniera impeccabile e professionale.
Kim le aveva anche aperto il suo mondo sportivo, facendole conoscere tanti di quei termini tecnici, che ormai il tennis era diventato un suo 'amico'.
Ma una sera avvenne ciò che non era ancora successo, e lui la invitò a salire nella sua camera d'albergo. Pam si sentì al settimo cielo, credendo che il fatidico momento stesse per arrivare.
La stanza era davvero magnifica, tutto era arredato in modo studiato e lussuoso. E quel letto ricoperto da una trapunta di liscia seta blu sembrava attenderla con fascino e peccaminosa consapevolezza.
Kim spuntò fuori dalla porta di quello che doveva essere sicuramente il bagno, visto che i suoi capelli erano ancora umidi e il suo accappatoio bianco fasciava quel corpo così splendido e conturbante.
«Sei arrivata finalmente. Sei davvero meravigliosa stasera».
Già, aveva messo un morbido vestito color verde pallido che arrivava sopra il ginocchio, un paio di decolleté nere e i suoi soffici capelli color nocciola erano tirati su in un complicato chignon.
«Sono soltanto puntuale, e poi stasera credo che concluderemo il libro. Il signor Morton è molto soddisfatto del nostro lavoro».
Lui le si avvicinò guardandola con gli occhi persi nei suoi.
Pam tremò dallo spasmo di volerlo baciare immediatamente, ma si fermò all'istante, perché lui sembrò voler dire qualcosa.
«Oh, ma è tutto merito tuo, lo sai. È che ti ho invitato qui soprattutto per dirti un'altra cosa. Una cosa importante...oh, non so come dirtelo! Nella mia vita non mi è mai successo prima...e la prima volta è dura per tutti».
La sua voce tremava, ma invece di avvicinarsi a lei per baciarla, quell'uomo si mise in ginocchio, mentre le sue corpose gambe venivano scoperte dalla bianca spugna dell'accappatoio. Le guance di Pam dovevano essere completamente di fuoco, non si era mai sentita così imbarazzata.
Cercò di recuperare contegno dicendo: «So che quando la nostra collaborazione finirà, tu dovrai partire, ma è stato bello comunque conoscerci e questa notte sarà indimenticabile...».
A Pam bastava avere quell'uomo, anche solo per una volta, ma sarebbe significato poter passare una notte da sogno!
Gli occhi di lui presero ancor più luce e inginocchiato le prese la mano pronunciando quelle parole,
«Pam, io non mi accontenterò di una sola notte, io voglio averti per sempre. Vuoi sposarmi?»
Le prese letteralmente un colpo, si conoscevano soltanto da un mesetto!
Lei sposata? Non ci aveva mai pensato in tutta la sua vita da mortale.
Adesso, erano soltanto due anime perse nel fuoco dell'Inferno, e se anche era morta da un bel po', non aveva mai pensato di sanare i propri peccati intraprendendo la diretta via.
«Se non vuoi rispondermi subito, capirò. Ma pensaci...credo che tu sia la donna della mia vita. Provo un enorme desiderio per te, ma non voglio consumare tutto così presto. Desidero provare il forte sentimento dell'attesa. Se solo vorrai, ci sposeremo fra qualche mese e soltanto dopo le nozze potremo essere l'uno dell'altra. Se solo provi ciò che io sento per te, vuoi farmi felice e riuscire a rendermi un uomo migliore, almeno dopo la morte?»
Gli occhi di Kim la pregarono con la dolce magia di un prato verde pieno di fresca rugiada.
In fondo, qualunque donna avrebbe voluto trovarsi al suo posto! E adesso, lei che era sempre stata una ragazza libera da ogni impegno sentimentale, voleva rovinare tutto, soltanto perché non voleva abbandonare il suo ruolo da eterna 'cortigiana'? Tutte avrebbero detto sì a Kim Berkel! E lei ci stava ancora pensando? Sarebbe stata soltanto una piccola questione di mesi, prima di poterlo avere tutto per sé. Non era un grande sacrificio. In quel momento fra i tanti motivi per dire no, in modo da non rinunciare alla sua totale libertà, ne trovò uno veramente sorprendente per spingerla ad accettare.
"E se fosse lui quello sbagliato?" Sì, insomma se fosse veramente un'altra delle tante avventure e conquiste che aveva collezionato?
Soltanto che era ben diverso, prima sarebbe stata la questione di una sola notte, ma adesso prima doveva sposarlo e se poi si fosse rivelato una delusione?
Oh, ma la cosa buffa era che lei, Pam Filler, non si era mai chiesta, se ci fosse un uomo sbagliato sulla Terra!
E adesso che era caduta fra le braci dell'Inferno, si era finalmente posta quella domanda?
Forse l'Inferno stava funzionando veramente come un Paradiso?
Kim sarebbe diventato un uomo nuovo e molto più affidabile, mentre lei avrebbe perso quella sconveniente sindrome di ragazza facile.
Chissà, magari poteva davvero funzionare.
Pam gli strinse dolcemente entrambe le mani e accorgendosi che Kim era ancora in ginocchio, si prostrò anche lei, abbracciandolo teneramente e annusando profondamente l'odore di quel magnifico uomo, che sarebbe stato suo per sempre, se soltanto lo avesse voluto con tutta se stessa.
«Ti dico di sì. Ti sposo, provo anch'io cosa senti tu, nel profondo del cuore. Quando vorrai sarò tua per sempre».
L'uomo dei suoi sogni la strinse appassionatamente a sé, baciandole i capelli.
E Pam in quel forte incontro di emozioni, si chiese ancora una volta.
"E se fosse lui quello sbagliato?" No, era quello giusto.
Doveva esserlo! Era proprio servito l'Inferno per farle trovare il vero amore.
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