capitolo 3

Quella mattina pensò di andare con i soldi che gli erano stati regalati a comprarsi un giubbino in un negozio di cinesi li vicino, cosi ha comprato una felpa col cappuccio e un giubbino, ha speso venticinquemila lire, niente male, tutto sommato era rimasto contenuto con le spese. Per l’acqua si era fatto furbo, invece di comprarla tutti i giorni la andava a riempire alla fontanella. Di notte poi quando non c’erano occhi indiscreti che lo guardavano, si andava a lavare alla medesima fontana, si era comprato una doccia schiuma cosi poteva farci tutto.
Certo che non era quella la vita che pensava di fare, ma che poteva farci, a un ragazzo come lui non era facile farsi largo in quel mondo dove pochi erano cordiali e molti gli erano ostili.
Ormai dormiva sempre davanti il negozio del signor Franco, quell’anziano signore era diventato il suo punto di riferimento.  era dicembre le notti erano fredde ma Marco grazie a felpa, giubbino e coperta riusciva a non congelare. Una sera Franco prima di chiudere chiamo Marco e d’impulso disse
<< perché stanotte non dormi dentro al negozio, fuori fa freddo e io sto male a saperti per strada, non posso portarti a casa, lo sai vivo con i miei figli e non capirebbero, ma nel mio negozio puoi stare quanto vuoi>>
Marco non sapeva che dire, certo non dormire al gelo sarebbe stato una grande cosa
<< grazie signore, io non so come ringraziarla, le prometto che farò ogni cosa mi chiederà>>
Quell’anziano signore spalancò le braccia e Marco vi si butto tra le braccia e si fece stringere in quell’abbraccio che nemmeno suo padre gli aveva mai dato, ma in quel momento si sentiva felice ne aveva davvero bisogno.
Marco quella sera dormì al caldo, lontano dalle paure che lo assillavano tutte le notti.
La mattina quando il signor Franco aprì il negozio, trovò tutto sistemato. Pavimento spazzato, bagni puliti, pettini, forbici e tutto il materiale da lavoro ben puliti e sistemati, sembrava tutto nuovo
<< ma cosa hai fatto ragazzo>> disse incredulo
<< ho solo contraccambiato le sue gentilezze, spero non sia arrabbiato>>
<< arrabbiato? E perché. Però non devi preoccuparti, anzi sai che ti dico oggi sarai tu il mio primo cliente>>
Effettivamente aveva bisogno di tagliare i capelli e di fare la barba, cercava di mantenersi sempre pulito ma i capelli allungavano e anche la barba. Appena il signor Franco finì, Marco non credeva ai suoi occhi, il suo viso che poco prima era ricoperto di barba aveva fatto spazio a delle guance un po’ scarnite, e ora si vedeva pure la sua vera età coperta prima da un aspetto più rude.
Marco era un ragazzo dolce, ma che quasi nessuno capiva, a parte quel signore che lo aveva preso sotto la sua ala protettrice.
I giorni delle festività erano alle porte e il signor Franco comunicò a Marco che il giorno di natale avrebbe mangiato a casa con loro
<<  ma signore io non posso, i suoi figli non avranno piacere a mangiare con un senza tetto>>
<< certo che puoi, li ho già informati e stavolta ho vinto io, non si discute>>
<< grazie signore, devo sempre ringraziarla per tutto perché senza di lei non so dove sarei ora>>
Franco disse
<< ragazzo mio, tu ringrazi me ma non sai quanto io sia grato a te, tu senza saperlo stai rendendo questi giorni felici>>
Il giorno di natale è arrivato, Marco era teso non sapeva cosa aspettarsi, quando suonò alla porta aprì una ragazza molto graziosa
<< sono Marco c’è il signor  Franco?>>
<< nonno ti cercano è arrivato il tuo ospite>>
Franco si precipitò alla porta e fece accomodare il ragazzo, come era bella quella casa pensò Marco. Non tanto perché c’erano bei mobili ma perché era intima, erano mesi che non ne vedeva una.
Franco fece le presentazioni ai suoi figli, nuora e genero e poi sua nipote Giulietta, poco più piccola di lui.
Quella ragazza metteva in imbarazzo Marco, lo guardava in modo malizioso, non per vantarsi ma lui con le ragazze ci aveva sempre saputo fare, non perché fosse bellissimo ma per i suoi modi, comunque sia non gli interessava Giulietta, era la nipote di Franco e mai avrebbe potuto far si che succedesse qualcosa. Quell’uomo lo stava aiutando a vivere.
La famiglia del signor Franco si era comportata bene, l’avevano fatto sentire a casa, questo però succedeva davanti a Franco perché appena lui si allontanava un attimo i loro sguardi cambiavano. Tranne quello di Giulietta che probabilmente non vedeva un senza tetto ma un ragazzo con cui provarci.
Le festività erano terminate, il signor Franco per quei giorni aveva dato a lui le chiavi, in modo che anche se lui non potesse andare al negozio non restava fuori all’agghiaccio. Una mattina Marco era irrequieto, si era svegliato con una strana sensazione addosso. Il signor Franco non arrivava, quello era giorno d’apertura del negozio, erano le undici di mattina ma non arrivava nessuno.
Era passata anche l’ora di pranzo e Marco preso da un forte senso di paura non sapeva se andare a bussare a casa del figlio, ne era incerto.
Si era fatta sera e nulla, del signor Franco nulla, cosi Marco si è fatto coraggio ha chiuso la saracinesca ed è andato a casa di suo figlio. Arrivato sotto casa ha suonato, hanno aperto il portone senza chiedere chi fosse, strano pensò Marco. Arrivato sopra la porta era spalancata e si udivano i lamenti di qualcuno, come se stessero piangendo. Marco è entrato dentro chiedendo permesso, ma nessuno rispondeva, ad un certo punto scorse il viso di Giulietta che lo ha guardato con gli occhi lucidi scuotendo la testa. Marco aveva un peso enorme sul cuore non voleva pensare al peggio.
Entrato in una stanza il suo incubo si stava materializzando, ha visto sul letto il signor Franco senza vita, stroncato da un infarto che non gli aveva dato scampo. Sapeva che il suo cuore faceva i capricci, i dottori gli e l’avevano detto che da un momento all’altro il cuore poteva dare segni di cedimento, invece non ha dato nessun segno, ha ceduto e basta.
Marco si è spostato in un'altra stanza ed è scoppiato in un pianto irrefrenabile, anche lui lo aveva lasciato come suo fratello. Era ancora una volta solo. Nella stanza lo ha raggiunto Giulietta che vedendolo piangere gli disse
<< non piangere, mio nonno con me parlava e non immagini quanto fosse felice in questi ultimi mesi, aveva trovato in te un altro nipote, lui sapeva che poteva morire da un momento all’altro>>
Ora Marco capiva quelle parole buttate li da Franco “tu non immagini quello che stai tu facendo per me”
Giulietta chiese a Marco di aspettarla, andò nella sua stanza e portò a marco una busta. Dentro c’erano una lettera e duecentomila lire.
<< io non posso prenderli>>
<< ascolta, nonno ha dato a me la busta perché sapeva te l’avrei data, molto probabilmente se la dava ai miei zii o genitori non avresti mai avuto questa lettera, prendila. Mio nonno ti voleva davvero bene>>
Marco prese la lettera e chiese a Giulietta dove si sarebbero svolti i funerali. Giulietta gli ha comunicato la chiesa e poi ha aggiunto
<< non farti vedere dai miei o dai miei zii, non erano contenti che nonno ti aiutasse, potrai contare su un’amica se vorrai ricordalo>>
Marco se né andato col cuore pieno di tristezza e con la consapevolezza che non avrebbe più visto quell’anziano signore che non lo chiamava per nome ma solo “ragazzo”.
Quella sera tornò a dormire nel negozio, non fu una nottata serena anzi.
La mattina seguente si è preparato, voleva essere impeccabile con quel poco che aveva. Non l’avrebbe saputo nessuno che era li solo lui, Giulietta e il signor Franco, perché sicuramente lui l’avrebbe visto da lassù.
Alle 15 si è recato in chiesa, si è seduto all’ultima fila e ha assistito alla funzione. Quando il feretro è stato portato fuori Marco ha mandato un bacio e si è affrettato a recarsi al cimitero, arrivato la ha seguito tutto il rito di sepoltura da una certa distanza, solo Giulietta l’aveva intravisto e salutato.

Mi scuso fin d'ora per gli errori potreste trovare...provvedero pian piano a correggerli... 😘😘😘😘 ciao

Caty

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