capitolo 2
Marco si guardava intorno senza sapere dove andare, ad un certo punto prese in spalla il suo zaino e si incammino verso l’uscita.
Arrivato davanti l’ingresso pensò a cosa doveva fare con i soldi che gli erano rimasti, aveva circa cinquantaquattromila lire (circa ventisette euro), doveva decidere se usarli per andare a dormire da qualche parte o per mangiare.
Ovviamente decise di spenderli per mangiare, gli sarebbero serviti per più giorni, avrebbe dovuto cercare un lavoro ma chissà quando lo avrebbe trovato. Cosi entrò in un supermercato e si comprò una bottiglia d’acqua, un panino e dei biscotti che mise dentro lo zaino. Poi prese i soldi che gli erano rimasti e li avvolse in un fazzolettino, non sapeva dove metterli, in alcuni film che aveva visto quelli che dormivano per strada spesso venivano derubati di quel poco che avevano. Si guardò per riuscire a capire dove poterli mettere per far si che non li trovassero, allora pensò di metterli dentro un calzino pulito, avvolgerlo e infilarlo nelle mutande, almeno se volevano rubarglieli dovevano svegliarlo. Non poteva permettersi di perdere quei soldi.
Si stava facendo sera non aveva idea di cosa avrebbe fatto, girava e vedeva ragazzi della sua età spensierati, che ridevano e scherzavano. Chissà che avrebbero pensato se avessero saputo che quel loro coetaneo da quel momento era un senza tetto come i tanti che popolano la città.
Ad un certo punto Marco ha visto un angolo vicino un negozio in cui c’erano anche le telecamere di sorveglianza, certo non sarebbero servite a molto ma lo facevano stare più tranquillo. Si sedette per terra si poggiò con la testa e la schiena al muro e chiuse gli occhi.
In quel momento i suoi pensieri andarono al fratello, forse Davide aveva fatto bene, cercò di scacciare quel pensiero, sapeva che era la paura di quel momento a farlo pensare a quel modo.
La notte mentre dormiva sentì dei rumori e si mise paura, apri gli occhi e vide che erano un gruppo di ragazzi in divisa che si avvicinava ai senza tetto per offrirgli qualcosa di caldo. Inizialmente non voleva farsi vedere, poi pensò che aveva bisogno di una coperta perché le sere andavano a diventare sempre più fredde a Firenze, Marco sentiva che la temperatura non era come in Sicilia da lui.
Allora si fece coraggio e si è incamminato verso di loro, appena l’hanno visto un ragazzo gli è andato incontro a chiedergli se avesse bisogno d’aiuto, Marco era intimorito all’inizio, ma quel ragazzo lo mise subito a suo agio presentandosi
<< sono Paolo piacere, tu sei nuovo vero>>
<< sono Marco è il primo giorno che dormo qui>>
<< hai bisogno di qualcosa?>>
Marco annui e spiegò lui che avrebbe voluto una coperta perché per lui quella temperatura era già bassa e gli faceva freddo. Paolo andò nel loro furgoncino e non solo portò a Marco la coperta ma anche un bicchiere di thè, e gli disse
<< noi passiamo spesso, mi raccomando se non dovessimo vederti cercaci tu, siamo sempre a disposizione anche solo per una chiacchierata>>
Diete una pacca sulla spalla a Marco e si è unito di nuovo agli altri, aveva le lacrime agli occhi, un estraneo aveva fatto per lui in quel momento quello di cui aveva bisogno, e se anche non gli avesse dato la coperta quelle parole sarebbero valse più di ogni cosa.
Marco tornò nel suo angolino e si rimise a dormire, la mattina seguente fu svegliato dal rumore di una saracinesca che si alzava. Stavano aprendo il negozio, Marco balzò in piedi chiedendo scusa al signore stava aprendo il negozio, il signore sorrise a Marco e gli disse
<< su ragazzo tranquillo, sono Franco entra dentro ti faccio un caffè>>
Marco non capiva, perché era cosi gentile, stava occupando l’entrata del suo negozio eppure quell’uomo non era arrabbiato con lui.
Cosi si presentò e fece nuovamente le sue scuse, l’anziano signore sorrise e gli spiegò che era tutto ok, che non stava facendo nulla di male, e poi all’improvviso esordì dicendo
<< ragazzo ora dimmi perché ti trovi a dormire per strada, sei cosi giovane>>
Al signor Franco quel ragazzo ricordava tanto il figlio che aveva perso molti anni prima, il suo primogenito morto in un tragico incidente a soli vent’anni.
Marco gli spiegò cosa era successo, che arrivava da un paese della Sicilia e che era scappato da quella famiglia per non commettere lo stesso errore del fratello. L’uomo fu molto colpito dal racconto di Marco ed era pure dispiaciuto perché non sapeva come aiutarlo. Il signor Franco aveva quel piccolo negozio di barbiere che teneva aperto per non lasciarsi morire in casa senza far nulla, viveva a casa di suo figlio, sua moglie era morta qualche anno prima lasciando in lui un vuoto incolmabile. Il negozietto non lavorava molto, giusto qualche vecchio cliente che andava a farsi una barba e scambiava qualche parola.
Franco aprì il registratore di cassa prese cinquantamila lire e li porse a Marco.
<< non posso signore>>
<< si che puoi, anzi devi, potresti essere mio nipote e se avessi potuto ti avrei aiutato in altro modo>>
<< ma signore io>>
<< prendili fa felice un povero vecchio, anzi ti dico di più la mattina voglio trovarti davanti al mio negozio, non ti azzardare ad andartene, l’unica cosa che voglio però e che non spendi quei soldi in alcol o droghe>>
<< no signore gli e lo prometto>>
I due si salutarono e Marco uscì dal negozio.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top