Giulia

Finalmente ero su quel fottutissimo aereo che mi stava riportando in Italia.

Non avevo sentito nemmeno Alba nei giorni precendenti, chissà come mai non mi aveva cercata. Mancava ancora un'ora all'atterraggio all'aereoporto di Firenze, ero stranamente emozionata e non ne capivo il perchè, dopottutto stavo tornando a casa.

Stavo aspettando che il nastro trasportatore portasse la mia valigia, ed eccola che stava arrivando, quando vedo un ragazzo che la tira a sè.

Corro verso di lui parlando ad alta voce e dicendogli di lasciare la mia valigia.

- scusa devo averla confusa con la mia, non arrabbiarti

- ok, ok però adesso mollala e cercati la tua

- sei sempre cosi gentile?

- non sempre a volte sono pure peggio (il ragazzo davanti a me scoppia a ridere e mi porge la mano)

- piacere io sono Giacomo

- io sono Giulia e sono di fretta scusa

- beh si ci vede Giulia ( fa un grande sorriso rivelando i suoi denti bianchissimi e perfetti, e ora che ci facevo caso non era affatto male)

- si certo come no (risposi)

mi incamminai verso la fermata dei taxi, prendendo il primo libero e facendomi portare dritta al centro da mio padre

Marco

Ormai erano giorni che vivevo da solo nel mio appartamento, mi trovavo benissimo anche se mi sentivo un pò solo, certo Fabio veniva spessissimo a farmi compagnia e proprio quella sera avevamo organizzato una cena.

Ero elettrizzato, stavo preparando la cena, e da classico italiano avevo preparato la pasta alla carbonara, cotolette e patatine e per finire l'immancabile tiramisù. Alle 19.45 suonarono al citofono cosi mi precipitai ad aprire trovando Alba e Fabio sulla porta ad aspettarmi con una pianta in mano.

Li guardai e dissi:

- che fate con quella pianta in mano? Fabio rispose subito

- amico io le avevo detto che non serviva ma ha insistito perchè dice che se si va a cena in una nuova casa, portare una pianta è di auspicio.

- allora che dire grazie ragazzi, non dovevate, mi dispiace solo che conoscendomi non avrà vita lunga questa povera pianta

Scoppiammo tutti a ridere e ci accomodammo a tavola.