Capitolo 52

Da Alyssa per Nik.

Caro Nik, questa è una lettera per te. Anche se non ti arriverà mai.
Non so quanto tempo sia passato da quando sei morto. Forse solo qualche settimana, forse un anno.
So solo che non mi sono mai sentita così persa, nemmeno quando pensavo mi odiassi.
E' successo tutto così in fretta.
Eri andato a comprare della frutta.
Sei morto per della frutta.
Per un sacchetto di arance che si sono riverse in terra bagnate del tuo sangue.
E poi sei morto.
Carter Norris ti ha sparato con una pistola silenziata.
Ti sei accasciato a terra.
Spero tu non abbia sofferto.
Nik, perché proprio a te? Perché proprio a noi?
Non riesco a capire come mai sia finita così.
Non doveva finire così.
Però è successo tutto questo.
Mi hai insegnato a vivere senza di te quando eri ancora vivo, ma mai avrei pensato che perderti in questo modo facesse così tanto male.
Stavolta però non sono sola. Ho i miei amici accanto a me. Becka, Carrie, Raphael, Jackson e Joy. E poi ho Dorian. E i suoi genitori che mi hanno accolta come se fossi figlia loro.
Vado anche da una psicologa ed è stata proprio lei a suggerirmi di scrivere questa lettera, per liberarmi del dolore e lasciarti andare.
"Ricordati ciò che amavi di lui e cosa ti faceva star bene e accetta che rimarrà per sempre nei tuoi ricordi." Mi ha detto.
Non lo so, mi manchi. Ma non sono sola e so che se crollassi per sempre non me lo perdoneresti mai. So che vorresti che io stia bene e sia felice.
Carter Norris è di nuovo in prigione. E stavolta ci resterà spero.
Lo hanno preso mentre tu venivi portato in ospedale in fin di vita e sai qual è la cosa buffa? E' stata quella vecchietta sempre affacciata alla finestra a spiare il vicinato che prendevamo in giro chiamandola la super spia a chiamare la polizia. Chissà, magari se ti avesse visto prima le cose sarebbero state diverse.
Non lo so.
So solo che ero al tuo funerale. Con un vestito nero che non ti sarebbe piaciuto. "E' triste e banale" mi avresti detto. E poi avremmo riso insieme.
Mi dispiace. Vorrei riempire il foglio solo di queste due parole: mi dispiace.
Ma non basta e non serve.
Ti amavo con tutta me stessa, eppure il nostro era un amore infantile di due sognatori, che comunque non sarebbe durato.
Ci siamo torturati entrambi in questi anni, standoci lontani, ma sappi che non ti incolpo di niente, anche se forse dovrei.
Sarebbe tutto molto più facile se ti odiassi.
Quando finirò quest'anno scolastico andrò all'università, e studierò astrofisica. Già, proprio quelle stelle tra cui ti cercherò ogni tanto, ripensando a noi. A te. E alla vecchia Alyssa, che conserverà il tuo ricordo in eterno.
Spero che tu abbia finalmente trovato la pace.
Con affetto, Alyssa.

La ragazza si alza lentamente, piegando piano la lettera perché l'inchiostro non sbavi e poi la ripone nella borsa accanto ad un mazzo di non ti scordar di me e delle piccole stelline attaccate a dei bastoncini tra i fiori violetti.
Uscendo di casa saluta il suo fidanzato, che col tempo ha iniziato ad amare sempre di più, e cammina da sola per strada, sfiorando ogni tanto la lettera con le dita macchiate d'inchiostro blu.
Cammina vicino al parco dove tanti anni prima è stata costretta a passare la notte, fino ad arrivare al piccolo cimitero dove è seppellito il ragazzo che un tempo amava.
Percorre i vialetti di ghiaia e ogni passo è un'agonia. Ma un'agonia dolceamara che porta con sé anche una sorta di liberazione.
Si ferma di fronte a quella tomba e appoggia il mazzo di fiori sul gelido marmo bianco.
<<E' così strano pensare che tu non ci sia più per davvero.>> Sussurra con le lacrime agli occhi.
<<Ti cercherò tra le stelle.>> Mormora con la voce spezzata.
Sembra quasi che il vento le risponda, scostandole una ciocca di capelli castani dal volto struccato.
E poi esce dal cimitero, tornando nel mondo dei vivi.

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