Capitolo 33
Va bene cercare nuove avventure,
ma non si può continuare a vagare.
Prima o poi bisogna fermarsi e chiedersi
se davvero si tratta di un atto di coraggio
o se ci si sta semplicemente scappando
da qualcosa che non si vuole affrontare.
Alyssa's pov
<<Come sto?>> Chiedo a Becka osservando con occhio critico la mia immagine allo specchio.
<<Mah, ti direi anche che stai benissimo, ma il vestito non mi piace, ti spegne l'incarnato.>> Mi risponde stravaccata sul mio letto.
Adoro questa ragazza, letteralmente. Se pensa una cosa la dice, senza curarsi di ferire nessuno o far rimanere male la gente.
Con Becka non serve fingere di essere perfetta, la mia ossessione di dare sempre il massimo deriva dalla mia paura di ciò che pensa la gente e che poi non dice, lasciandomi credere di essere a posto quando invece nel profondo mi ridono dietro.
Becka invece non si fa di questi problemi, se non le piace una cosa lo dice, se crede che sia ridicola lo dice, se pensa che potrei migliorare lo dice.
Lei è sincera e questo stranamente mi fa sentire più sicura, perché non mi devo nascondere dietro ad una maschera se so quello che Becka pensa di me.
<<Allora che ne dici di questo?>> Chiedo pescando un altro vestito dall'armadio.
Becka storce il naso
<<Nero, nero e nero. Non hai vestiti più colorati?>>
<<Il nero sta bene con tutto!>> Protesto mentre la ragazza si alza e comincia a frugare nel mio armadio.
<<Io nero sta bene con tutto! è la classica scusa di chi non sa cosa mettersi e... Trovato!>>
Ed esclamato ciò tira fuori un tubino verde menta.
Quel vestito non lo volevo neanche comprare, è stata Carrie a convincermi, in un piovoso pomeriggio di shopping, ma alla fine non l'ho mai indossato.
<<Dici sul serio? Secondo te...>>
<<Se stai chiedendo se possa piacere a mio fratello ti lancio fuori dalla finestra. Non devi curarti di quello che ti dicono gli altri, specialmente quello che pensa quel deficiente.>> Mi interrompe.
<<Non volevo chiederti questo.>> In realtà sì, volevo chiederle proprio questo.
Devo dire che non mi aspettavo assolutamente che Dorian e Raphael organizzassero questa uscita a quattro e sono abbastanza nervosa.
<<Becka... non lo so, questo vestito non mi convince molto.>>
<<Almeno provalo!>>
Decido di farla contenta e provo un altro vestito per la serata, tra un po' potrebbe venirmi un esaurimento nervoso, ne ho provati circa una decina, ma Becka me li ha bocciati tutti. Forse dovrei fregarmene del suo giudizio (come lei mi ha detto di fare quando le ho chiesto aiuto per prepararmi) e indossare semplicemente uno dei tanti tubini neri che ho buttato come capita sul letto dopo averli provati.
Appena esco dal bagno con il vestito pastello capisco che Becka è soddisfatta.
<<Questo è perfetto!>> Esclama e si mette tra me e lo specchio appeso alla parete, per impedirmi di vedere come sto.
<<Ora mancano solo il trucco e i capelli, siediti!>> Mi ordina e si sistema di fronte a me prendendo la mia trusse ed esaminando il contenuto.
<<Becka, sei sicura...>>
<<Sì, non ti preoccupare, a mio fratello piaceresti anche con un pigiama da unicorno.>>
Ridacchio e mi sento subito in colpa. Lei pensa che ci sia davvero qualcosa tra me e Dorian, quando in realtà è solo finzione e mancano... due settimane. Mancano solo due settimane.
<<A proposito di me e tuo fratello, c'è una cosa che devo dirti.>>
Lei annuisce assorta mentre comincia a passarmi un po' di correttore sulle occhiaie.
Lei con me sarebbe sincera, mi sembra il minimo dirle la verità, non voglio che la nostra amicizia sia solo il riflesso di una bugia. Quindi prendo coraggio e le spiego tutto, del patto e della durata.
Quando finisco però la ragazza non sembra turbata o arrabbiata, solo un po' stupita e mentre comincia ad acconciarmi i capelli mi chiede:
<<Ma a te piace realmente Dorian? Cioè, se vi foste conosciuti meglio in circostanze diverse, invece che fare... sì insomma, mi imbarazza parlare così di mio fratello, ma voglio dire, se invece che stare insieme da ubriachi vi foste conosciuti meglio, le cose sarebbero state diverse?>>
<<Non lo so. Lui mi piace, mi piace davvero tanto, però... ecco, non credo che per lui sia lo stesso e... AHIA!>> Esclamo quando Becka mi tira una ciocca di capelli per sistemarla in qualsiasi acconciatura stia facendo.
<<Alyssa, ascoltami bene perché questo discorso mi sta imbarazzando non poco e non ho intenzione di ripeterlo. Conosco mio fratello da quando era un topo di biblioteca che non usciva mai di casa se non per andare a comprarsi altri libri e le ragazze per lui erano simpatiche solo se avevano letto le sue saghe preferite. Probabilmente lo conosco meglio di chiunque altro e non l'ho mai visto così preso da una ragazza come lo è da te.>>
Le parole di Becka mi accendono una piccola speranza.
<<Stai dicendo che quando sarà finito il mese... se gli chiedessi di metterci insieme realmente, mi direbbe di sì?>>
<<Lo spero proprio, sei la fidanzata più simpatica che mio fratello abbia avuto!>> Commenta prendendo un elastico nero e sistemandomi una ciocca ribelle con della cera per capelli.
<<Ora tocca al trucco!>> Esclama soddisfatta.
<<Comunque il discorso di prima...>>
<<No, ti prego basta, se stessimo parlando di qualsiasi altro ragazzo mi andrebbe benissimo, ma siccome l'interessato è Dorian questi discorsi mi stanno facendo uscire pazza. Insomma, io credo che lo vedrò sempre come il ragazzino sfigato che era da piccolo.>>
<<Un ragazzino sfigato?>> Esclamo cercando anche solo di immaginarmi un Dorian meno affascinante. Inutile dire che proprio non ci riesco.
<<Sì! Cioè non esattamente, sono io che me lo vedo così.>>
Scoppio a ridere, senza riuscire a trattenermi.
<<Seriam...>>
<<CAMBIAMO ARGOMENTO!>> Mi interrompe Becka ad alta voce prendendo il mio piega ciglia.
Rimango in silenzio mentre lei mi trucca gli occhi e aspetto diligentemente che passi al fondotinta.
<<Finito!>> Mi dice con aria fiera, come un'artista che ha appena completato la sua opera.
La guardo confusa.
<<Cosa c'è?>> Mi domanda.
<<Hai dimenticato il fondotinta.>>
Ora è lei a fissarmi con un sopracciglio inarcato.
<<Nah, vai bene anche così! Mica devi sembrare una Barbie!>>
E detto ciò mi fa alzare e mi spinge letteralmente di fronte allo specchio. Rimango senza fiato.
<<Allora?>> Mi domanda Becka, ma io sono troppo impegnata ad ammirare il mio riflesso per risponderle.
Ha fatto un lavoro magnifico, il vestito mette davvero in risalto la mia pelle chiara, scendendo dolcemente lungo i fianchi. Non ha una grande scollatura, come quelli che metto di solito, eppure riesce comunque a darmi un'aria sensuale e attraente, nonostante non metta in risalto né il seno né i fianchi.
L'abito mi arriva appena sopra al ginocchio e il tessuto è morbido e comodo sulla mia pelle.
La parte migliore del lavoro di Becka però, è il viso: ha stretto le ciocche che mi cadono sempre sugli occhi in due piccole trecce, che ha legato insieme sulla nuca, lasciando il resto dei capelli sciolti sulle spalle, che spiccano sul vestito color pastello come fluenti spirali d'inchiostro che acquista riflessi castani con la luce.
Il trucco è quasi assente eppure... eppure non mi sono mai vista così bella. Becka non ha deciso di nascondere i miei difetti sotto così tanti strati di fondotinta fino a farmi sembrare una bambola eterea e perfetta, no. Lei ha semplicemente deciso di valorizzare i miei punti di forza. Mi ha messo un po' di correttore per coprire le occhiaie, lasciando però che si intraveda un leggero alone scuro al di sotto e mi ha contornato gli occhi con un simmetrico eyeliner che mette in risalto il verde delle iridi, aiutato anche da una leggera dose di mascara. Le labbra sono piene e rosee, completamente naturali a parte un filo di lucidalabbra.
Sono carina, anzi no. Mi sento proprio bella, nonostante sia così imperfetta, così... umana.
Mi sento come se fossi reale dopo molto tempo di sola finzione.
<<Wow...>> Riesco a dire.
<<Sono fantastica, lo so!>> Esclama Becka tirandomi una gomitata scherzosa.
<<Sì! Sì, sei fantastica!>> E la abbraccio, un gesto sincero che viene dal cuore. All'inizio la ragazza si irrigidisce, forse non se lo aspettava, oppure non è abituata ad abbracciare un'amica, visto tutto il tempo che è rimasta da sola.
Mi stringe a sé dandomi delle piccole pacche sulla schiena.
<<Non ho fatto nulla di speciale! Quando noi Sepherd diciamo che siamo fantastici abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che non è vero, sennò ci montiamo la testa.>> Mi avvisa ridendo.
<<Piuttosto, mio fratello a che ora dovrebbe passare a prenderti?>> Mi domanda.
<<Tra un'oretta circa.>>
Becka annuisce e comincia a prendere la borsetta che si è portata con dentro il telefono e il portafoglio.
<<Allora credo che ora andrò a prendere la corriera per tornare a casa, visto che non penso che Dorian voglia darmi un passaggio, e questo è l'ultimo bus che passa per il mio quartiere.>>
<<No, non ti preoccupare, lo convinco io tuo fratello ad accompagnarti.>> La rassicuro, ma lei storce il naso.
<<Grazie tante dell'offerta, ma sono abbastanza intelligente da sapere che finzione o no voi due sarete un'effusione di coppia dopo l'altra stasera e ho aspirazioni migliori nella mia vita che fare da terzo in comodo.>>
Becka fa una piccola pausa e poi riprende.
<<E comunque non sai quanto valore ha per me prendere un autobus, forse per te è solo un noioso mezzo di trasporto, ma per me è un traguardo enorme.>>
Cerco di non trasalire. Non ci avevo pensato... è come se lei stesse vedendo il mondo per la prima volta, e questo dimostra una forza di volontà che non riesco neanche a immaginare. Penso a Thomas, mi chiedo perché lui non abbia potuto avere questa forza d'animo e questa determinazione a tornare a vivere invece che utilizzare la droga per scappare da una realtà che gli stava troppo stretta.
Ho sentito i miei genitori parlarne, ieri sera, in uno sprazzo di sobrietà e interesse.
Quando lo dimetteranno dall'ospedale lo vogliono mandare in una clinica, dove a parer loro lo aiuteranno. Io non so però se questo sia un gesto di affetto e interesse, oppure se si tratta solo di un modo per mandarlo via e non doverci più pensare.
O forse ho solo perso la fiducia nei confronti dei miei genitori.
<<Allora ti accompagno alla porta.>> Dico a Becka scendendo le scale accanto a lei.
<<Bene, ci vediamo presto, e cerca di non farti rovinare l'acconciatura, o il trucco, o l'abito.>> Mi dice con un occhiolino.
<<Tranquilla, farò attenzione!>> Rido di gusto.
Un'ora è passata e Dorian non è ancora arrivato, comincio quasi a credere che magari mi stia dando buca.
Non lo farebbe, vero?
Per sicurezza gli mando un messaggio, ma lui non lo visualizza e sento crescere l'ansia e nel profondo, un piccolo accenno di attacco di panico.
Eppure io credevo di averli superati, insomma, è da più di due settimane che non ne ho uno.
Due settimane dove credevo quasi di essere guarita e invece...
Sento la gola bloccarsi e improvvisamente respirare mi risulta doloroso, finché quasi senza accorgermene dimezzo i respiri rendendoli rapidi e irregolari.
Una volta ho provato a parlarne con qualcuno, la vecchia consulente scolastica, ma non è servito a nulla, l'unico consiglio che mi ha dato è stato di respirare profondamente e pensare a qualcosa di bello.
Inutile. Terribilmente inutile, ma forse lo è stato solo perché in quel periodo non avevo niente di bello a cui pensare. Andava tutto a rotoli, la famiglia, le amicizie, l'amore, ma adesso, mentre anelo disperatamente ad un po' di aria, penso alla radura sul mare.
E in un attimo è come se fossi di nuovo lì, la luce, la speranza, la pace. Il profumo del mare e i raggi del sole che mi accarezzano il volto e, così com'è cominciato, l'attacco di panico si indebolisce, finché il cuore non rallenta e il respiro torna regolare.
Non l'ho superato, proprio per niente, ma forse sono sulla giusta via per guarire.
Solo che... dov'è Dorian?
Ciao stelline! Scusate il ritardo, so che avevo detto che avrei pubblicato questo capitolo qualche giorno fa, ma proprio non ci sono arrivata. Io ho appena ricominciato la scuola e sono stra piena di cose da fare, spero che questo capitolo vi piaccia e ditemi, secondo voi Dorian arriverà?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top