Capitolo 32
Maeby we are only dreams...
(forse siamo solo sogni...)
Dorian's pov
Fondamentalmente sono una persona stronza e meschina, o almeno lo penso.
Il modo in cui ho picchiato Niklaus... non era una rissa, lui in realtà sembrava molto più interessato a nascondersi il volto con quel cappuccio piuttosto che reagire e colpirmi seriamente.
Il massimo che sia riuscito a fare è stato farmi sanguinare un po' il naso, io invece gli ho procurato un occhio nero, un naso che potrebbe essere rotto e innumerevoli altri lividi su tutto il resto del corpo.
Non ci ho visto più dopo quello che ha detto. Credevo di essere una persona menefreghista e comprensiva, credevo di non essermela presa per quello che mi ha detto Alyssa, ma ora so che non è vero. Semplicemente non sono arrabiato con lei, non credo di poterlo essere. Forse posso fingermi imbronciato per un po', ma mi sento come se mi avesse stregato con quel suo sorriso, quello vero però, non la finta maschera che indossa.
Dovresti farti due domande su chi lei ami veramente
Le parole di Niklaus mi risuonano in testa. So che lei non mi ama, l'amore viene col tempo, con la conoscenza. Io non so quanto basta di lei per poter dire di amarla, l'amore è come l'oceano, devi conoscerlo per poter andare al largo e nuotare, altrimenti le correnti prendono il sopravvento ed ecco che in un attimo non riesci a tornare in superficie e annaspi cercando aria che non troverai.
Per me l'amore è come una luce nell'abisso dell'oceano, stupendo ma pericoloso, capace di annientarti come se tu non fossi niente, e quando la relazione finisce ci si ritrova a migliaia di metri sott'acqua, incapaci di respirare e senza quella luce che aveva fato sembrare tutto così magico e sopportabile.
Io non voglio affogare, non voglio avventurarmi in questo abisso, neanche con la luce di una stella di fronte a me.
Ma basta pensare a questo! Ho visto qualcosa negli occhi del ragazzo, qualcosa che mi ha incuriosito. Non aveva solo paura, era terrorizzato, talmente terrorizzato che non è stato capace di reagire più di tanto. E non era quel genere di paura che può avere qualcuno in una rissa, il suo sguardo sembrava quello di un condannato a morte che avvista il patibolo sul quale dovrà essere impiccato.
Perché un ragazzo dovrebbe avere quello sguardo? Come quello di un morto che cammina.
Perché?
Perché?
Perché?
Forse è per saperne di più che lo sto seguendo, o forse è solo perché credo che il tormento in quegli occhi possa perseguitarlo più di quanto sia umanamente sopportabile, d'altronde, ha già rischiato di affogare. Credo di star facendo questo per Alyssa, per impedire che al suo vecchio amore capiti qualcosa.
Ma lei non lo ama. Sussurra una vocina fastidiosa nella mia coscienza.
Lei non lo ama più. Lo amava e lui l'ha allontanata, spezzando il suo cuore, troppo giovane e immaturo per quello che stava per affrontare.
Nik entra in fioreria e per un attimo, quando esce con un grande mazzo di fiori colorato, credo che voglia andare da Alyssa e magari...
Calmo, devo restare calmo.
Mio padre mi ha sempre ripetuto, sin da quando ero piccolo, che non bisogna mai dare completo potere alle emozioni, non quando sono solo un impiccio.
E sarebbe un impiccio picchiare di nuovo Nik, come ogni parte di me vorrebbe fare, quando potrebbe solo star portando fiori ad un parente malato.
E chi lo sa, potrebbe essere.
Seguirlo senza essere notato è più difficile del previsto, il ragazzo continua a lanciare occhiate inquisitorie ai passanti, come se potessero tirare fuori un kalashnikov da un momento all'altro e sparargli.
Che qualcuno lo stia perseguitando? Questo comportamento lascia pensare che sia così, ma forse è solo paranoico di suo.
In ogni caso la sua eccessiva attenzione mi fa quasi beccare un paio di volte, ma riesco a cavarmela lasciando una grande distanza tra noi due.
Forse non dovrei seguirlo...
Ringrazio mentalmente mio padre quando vedo il ragazzo entrare nel cimitero.
Sta solo portando fiori ad un parente malato, niente di che, e io che mi sono allarmato tanto.
E poi, anche se li stesse portando ad Alyssa, me ne dovrei fregare alla grande, insomma, se il ragazzo che amava riprende a corteggiarla, non dovrei essere felice per lei?
Ma Alyssa non lo ama più, me lo ha detto.
Ora credo proprio che seguire Nik sia inutile, meglio lasciargli la sua privacy ed evitare di attaccar briga in un cimitero.
Già, è decisamente il caso che me ne torni a casa mia, ma allora perché ho appena varcato il cancello scuro e mi sto avviando tra le tombe?
Niklaus si ferma quasi subito, e posa il mazzo di fiori davanti ad una lapide.
Sembra così assorto qui dentro, come se niente potesse fargli più male, come se fosse terreno neutro per qualche sorta di bestia sovrannaturale.
<<Puoi anche smettere di cercare di fare piano, ho notato che mi seguivi già due isolati fa.>>
Dice il ragazzo lasciandosi cadere a terra senza girarsi.
<<Come sei egocentrico, e se fossi venuto a trovare la tomba di qualcuno?>> Rispondo.
<<Potrebbe essere, ma penso di no. Chiamalo sesto senso, oppure semplicemente volevi vedere se sarei corso da Alyssa con la coda tra le gambe lamentandomi di quel mostro del suo fidanzato.>>
<<Mostro? Addirittura? Così mi ferisci, almeno sono un bel mostro?>> Esclamo sarcastico avvicinandomi.
<<Provi a fare il simpaticone adesso? Perché a me sembri bipolare e basta.>>
<<Bipolare, mostro, megalomane, arrogante, sono tutti complimenti troppo generosi, mi fate arrossire così.>>
Ribatto passandomi una mano tra i capelli.
<<Perché mi hai seguito? Vuoi il secondo round? Proprio qui?>>
Bella domanda, perché sono qui? Curiosità? O forse un presentimento.
<<Da cosa sei terrorizzato?>> Chiedo invece con noncuranza, come se non l'avessi picchiato di brutto appena dieci minuti prima.
<<Che t'importa? Tu hai dei problemi gravi nel relazionarti con la gente.>>
<<Oh, semplicemente a parer mio c'è qualcosa di strano in tutto questo. Prima ti comporti come se odiassi Alyssa, poi fate sesso e infine sembri essere tornato ad odiarla di nuovo. Qui non sono l'unico bipolare.>>
<<Non sai un cazzo di me, di lei, di noi! Taci!>> Sbotta di colpo Nik e so, so di aver toccato un tasto dolente, una ferita aperta che sanguina ancora.
<<Beh, è la mia ragazza, sai com'è...>>
<<Taci!>>
<<La libertà d'espressione è un diritto fondamentale...>>
<<Non mi importa nulla, taci e basta!>> Mi interrompe, ma se crede che farò come mi ha detto sbaglia di grosso, lui non mi conosce.
<<Cos'è che non so? Vi amate ancora appassionatamente? Vuoi che la lasci così da averla tutta per te?>>
<<NO!>> Esclama con eccessiva veemenza.
Non ci sto capendo più nulla, allora guardo la lapide e rimango di stucco. Pensavo che fosse venuto a trovare un parente, ma non mi sarei mai aspettato che portasse dei fiori alla tomba di un bambino.
Nella foto c'è un bimbo di sette o otto anni che sorride con lo sguardo rivolto verso l'obiettivo e un sorriso sghembo che lascia intravedere gli spazi vuoti lasciati dai denti da latte caduti.
<<Non sapevo avessi perso un fratello.>> Dico senza sarcasmo o ironia. Forse mi sto solo comportando da stronzo, insomma, se questo bambino era suo fratello io posso solo immaginare come si senta.
<<No, non è... non è un mio parente.>>
Leggo il nome sulla tomba.
<<Toby McGregor, perché in qualche modo mi sembra familiare?>> Rifletto ad alta voce, finché ecco che mi si accende una lampadina nel cervello.
<<è l'ultima vittima di Carter Norris, il serial killer che è evaso qualche giorno fa!>> Esclamo iniziando a mettere insieme i tasselli della storia.
Nik aveva allontanato Alyssa cinque anni fa, l'anno in cui Carter Norris, il serial killer che ha ucciso circa una decina di persone, è stato identificato da un testimone anonimo e condannato all'ergastolo.
E la tomba di fronte alla quale sono seduto è quella della sua ultima vittima.
All'improvviso mi sembra di essere tornato indietro nl tempo di cinque anni, seduto a colazione di fronte a mio padre.
<<La polizia ha trovato quel serial killer, qui c'è scritto che è stato grazie ad un testimone anonimo che ha visto Norris e la sua ultima vittima, un bambino di nome Toby McGregor, sulla spiaggia, che poi è stato il luogo del delitto.>> Mi dice Xavier Sepherd con la faccia coperta in parte dal giornale.
Lo legge ogni mattina e ormai per me è diventata un'abitudine vederlo così. Non credo di essere in grado di immaginarlo senza un quotidiano sempre a portata di mano, è come una droga per lui, così come i libri lo sono per me.
<<Xavier! Per favore, puoi non parlare di queste cose a colazione?>>Sbotta mia madre irritata.
<<Ma tesoro, i bambini devono pur sapere cosa succede nella loro città!>> Protesta lui imburrando una fetta di pane e marmellata e io per poco non mi strozzo.
Bambini? Io ho quindici anni e Becka ne ha dodici! Quando capirà finalmente che non siamo più così piccoli?
<<Ma se il testimone ha visto il bambino, perché non l'ha salvato?>> Chiede Becka.
<<Magari non poteva, oppure non sapeva che quello fosse un assassino, magari pensava che fossero solo un padre e un figlio che facevano una passeggiata in riva al mare.>> Risponde mio padre pragmatico.
<<Chissà come deve sentirsi in colpa adesso, poverino. Io starei malissimo se avessi avuto la possibilità di salvarlo e non lo avessi fatto. A prescindere dal motivo.>>
<<Chissà come deve sentirsi in colpa adesso, poverino. Io starei malissimo se avessi avuto la possibilità di salvarlo e non lo avessi fatto. A prescindere dal motivo...>> Mormoro ripetendo le parole di Becka come un'eco che ha dovuto aspettare ben cinque anni per tornarmi in mente e acquistare un senso.
Un testimone anonimo... di solito dicono così dei testimoni minorenni oppure di chi preferisce non essere messo in mezzo al delirio che si crea dopo un evento simile: la stampa, la televisione.
Insomma, un testimone viene sommerso di giornalisti e intervistatori che sono assetati di notizie come un vampiro lo è col sangue.
Nik ha portato i fiori proprio su questa tomba, la tomba di un bimbo che con lui non c'entra apparentemente nulla...
E quando si è buttato nell'oceano l'ha fatto sulla spiaggia dove Toby è morto.
<<Porca puttana.>> Dico.
E il fatto che abbia allontanato Alyssa cinque anni fa, proprio quando lo stava per denunciare, significa che forse aveva paura che Norris riuscisse a farla franca durante il processo risultando innocente e, mentre l'intera città si rivoltava su sè stessa per trovare l'assassino, quello era appena stato scagionato e pronto a vedicarsi contro il testimone che l'aveva quasi incastrato. Oppure ferirlo uccidendo qualcuno a lui caro.
Alyssa.
Nik la amava.
Nik l'ha voluta proteggere.
E dopo... dopo...
<<Chissà come deve sentirsi in colpa adesso, poverino. Io starei malissimo se avessi avuto la possibilità di salvarlo e non lo avessi fatto. A prescindere dal motivo.>>
Dopo non le ha spiegato niente per i sensi di colpa.
Non le ha spiegato niente perché era troppo doloroso parlarne e ammettere di fronte al suo primo amore di aver lasciato che accadesse. Che un bambino morisse.
E scommetto pure che farsi odiare da Alyssa fosse una sorta di punizione per lui, che gli impediva di soccombere sotto a sensi di colpa.
Nascondere un dolore dietro ad un dolore più grande.
Il dolore di aver perso la persona alla quale avrebbe regalato persino la luna e le stelle se solo lei l'avesse chiesto.
Pure Florence non è altro che una facciata per lui, un giocattolo con cui divertirsi, o forse punirsi ancora.
Perché se io fossi stato lui credo che avrei fatto la stessa identica cosa e dopo non mi sarei permesso mai più di circondarmi di persone a cui voglio bene.
No, avrei allontanato Becka, i miei amici, i miei genitori e Alyssa, proprio come ha fatto Nik.
<<Eri tu. Il testimone anonimo eri tu.>> Sussurro sconvolto.
Nik impallidisce e gli trema leggermente il labbro inferiore, come se stesse per scoppiare il lacrime.
<<Come lo sai?>> Mi chiede angsciato e io potrei persino fare una battuta, dicendo che si tratta delle mie incredibili capacità deduttive degne di Sherlock Holmes, ma non sono in vena.
Non sono neanche in me, riesco solo a pensare che avrei fatto lestesse identiche cose di Nik.
Forse evitando il tuffo in acqua, quello non è proprio nel mio stile, io non sono capace di arrendermi. A costo di essere ridotto in pezzi io non mi arrendo.
<<è tornato e sta venendo a cercarti.>> Dico.
Non è una domanda, solo un dato di fatto.
<<Capisci adesso perché ho fatto questo ad Alyssa? Quello che è successo nella grotta è stato un errore, lei doveva continuare a pensare che la odiassi...>>
<<Lo capisco.>> Lo interrompo.
Lo capisco.
<<Ascolta, tu devi fare finta di nulla. Non dire niente ad Alyssa e tenila d'occhio. Proteggila. Non per me, fallo per lei, se davvero ci tieni. Non deve saperlo, non voglio che abbia paura come ne io costantemente. Le sono stato così lontano in questi anni, Norris penserà che per me non sia più nulla.>>
Io annuisco, ma non riesco a pensare ad altro se non che mi sono messo in mezzo a qualcosa di perfetto. Un amore giovane e inesperto come solo il primo sa esserlo, due persone fatte l'una per l'altra e allontanate da una disgrazia che in fondo avrebbe potuto non avere mai niente a che fare con loro se Nik non si fosse trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
<<Promettimi che la proteggerai.>> Mi chiede Nik e, nonostante fino a poco fa fossi sul punto di picchiarlo di nuovo, ora mi fa pena.
Non è un coglione, non vuole ferire Alyssa per poi usarla e allontanarla di nuovo.
Semplicemente la sta proteggendo come meglio può.
Anche se significa sacrificare la sua stessa felicità.
Ciao a tutti! A quanto pare il segreto di Nik alla fine è venuto a galla, ma secondo voi lo scoprirà anche Alyssa?
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