Capitolo 29
There's a monster
behind the surface
of perfection.
(C'è un mostro
dietro alla superficie
della perfezione)
Alyssa's pov
Io e Becka entriamo in palestra, un grande edificio grigio che si trova vicino alla mia scuola.
Appena varcata la porta vedo la confusione sul viso della ragazza. Posso capirla, chissà cosa si è immaginata pensando ad una palestra di boxe. Magari qualcosa tipo gli edifici dei film dove si tengono i combattimenti clandestini, con tanto di mega ring con il pavimento sporco di sangue secco. Invece si tratta di una grande sala dalle pareti azzurre e un buon odore di profumatori per ambienti al limone.
C'è una zona senza attrezzi, dove di solito facciamo il riscaldamento e proviamo le tecniche a vuoto o in coppia. Più avanti poi c'è una trave in acciaio alla quale sono appesi quattro sacchi da boxe che distano un metro circa l'uno dall'altro. Due sono neri, uno rosso e l'altro, il più piccolo, è marrone scuro.
Vicino alla parete opposta all'entrata ci sono alcuni attrezzi come bilancieri o corde per saltare e accanto alla porta c'è un piccolo e stretto corridoio che porta negli spogliatoi.
Io e Becka entriamo in quello delle ragazze e ci chiudiamo la porta alle spalle.
<<Bel posto.>> Dice lei. Eleonor, Antuanette e Yris non sono ancora arrivate e io ne approfitto per buttare il borsone come capita sulla panca in legno dove possiamo appoggiare le nostre cose. Sto occupando un sacco di spazio, ne sono consapevole, ma finché non arrivano le altre posso restare così.
Mi cambio in fretta e presto la mia felpa oversize e i jeans stropicciati vengono sostituiti da dei leggins corti che mi arrivano sopra alle ginocchia e una maglietta aderente nera.
<<Possiamo andare.>> Dico a Becka dopo essermi sistemata un attimo i capelli e spruzzata un'abbondante dose di deodorante profumato alla vaniglia.
<<Bene! Andiamo!>> Mi fa eco lei. Sembra un po' nervosa, ma sono sicura che le passerà subito dopo il riscaldamento, anche io la prima volta che sono entrata qui dentro ero terrorizzata.
Terrorizzata e desiderosa di distruggere qualcosa.
La lezione non è ancora cominciata e intorno al sacco si è radunato un capannello di ragazzi che ridono e scherzano tra di loro.
<<Aly! Come stai? Perché ieri hai saltato allenamento?>> Mi saluta Jaxon passandosi una mano tra i capelli castani.
Ehm... non ho ASSOLUTAMENTE intenzione di dirgli come mai ieri ho marinato boxe, in realtà me ne ero completamente dimenticata dell'allenamento! Soprattutto grazie a Nik e alla sua maledetta voglia di farsi un bagno nell'oceano. Idiota, avrebbe potuto morire! Rabbrividisco mentre mi ricordo del panico più totale che mi ha colta ieri quando Nik ha perso conoscenza nella grotta.
Ho avuto paura di perderlo. Ho avuto paura che mi morisse tra le braccia.
E forse, quello che c'è stato tra di noi dopo, è stato solo frutto dello shock che ci ha ottenebrato le menti.
<<Terra chiama Alyssa! Ci sei?>>
Sbatto le palpebre e torno con la mente al qui ed ora, dove Jaxson mi sta sventolando una mano di fronte al viso.
<<Vuoi diventare un ventilatore?>> Chiedo al mio amico.
<<Secondo te vengono pagati molto i ventilatori?>>
<<No.>> Rispondo secca.
<<Allora non voglio fare il ventilatore.>>
Alzo le spalle e Becka ridacchia.
<<Ventilatori, frigoriferi, microonde, di ben in meglio vedo...>> La sento borbottare. Di fronte al mio sguardo curioso però alza le spalle e mi rassegno a lasciar perdere questo "mistero".
Per ora.
<<Prima che tu ti perdessi nei tuoi pensieri ti stavo chiedendo chi fosse la tua nuova amica.>> Mi dice Jaxon.
<<Al che io ho provato a dirgli che potevo presentarmi anche da sola, e lui si è preoccupato e ti ha sventolato la mano di fronte al viso così sgraziatamente che per un attimo ho pensato che ti avrebbe tirato uno schiaffo.>> Aggiunge Becka.
<<Non le avrei mai tirato uno schiaffo. Non sono stupido, ci tengo alla mia vita.>>
Io faccio il mio sorriso innocente migliore.
<<Jaxon! Ma cosa dici? Io sono tanto tranquilla e pacata! La violenza non mi piace per niente!>>
Lui stringe la bocca e strizza gli occhi.
<<Tranquilla e pacata? Tranquilla e pacata? Ceeertoooo! E io sono Taylor Swift vestita da Bob dei minions!>>
Becka scoppia a ridere.
<<Mi piaci! Io sono Rebecka Sepherd, ma puoi chiamarmi Becka, così fai prima.>>
<<Piacere, io sono Jaxon!>>
Si stringono la mano e sorrido. Becka non ha sicuramente problemi ad integrarsi, avrà anche passato un anno in solitudine, ma è un'estroversa di natura.
<<Ma guarda chi è arrivato! Ciao Alyssa!>> Mi salutano Simon e Kevin. Sono gemelli e sono praticamente impossibili da riconoscere. Entrambi hanno i capelli castani tagliati corti, gli occhiali e una corporatura smilza e longilinea. Mi superano entrambi di qualche centimetro e l'unica differenza fisica che hanno è la postura. Simon tiene la schiena dritta e la testa alta, mentre Kevin è più ingobbito e preferisce stare ad ascoltare una conversazione piuttosto che farne parte.
<<Ciao ragazzi, che mi dite di nuovo?>> Chiedo.
Ed ecco che con questa semplice domanda appare Tom, un armadio alto un metro e novantacinque che con la sua sola presenza riesce a intimidire persino un gigante. Se non lo conoscessi gli starei alla larga, per via della sua stazza e della sua aria un po' ottusa e perennemente truce, ma dopo tre anni che lo vedo ad ogni allenamento ho scoperto che in realtà è un ragazzo dall'intelligenza brillante che chissà come riesce sempre a sapere qualsiasi tipo di gossip. Io lui e Marleen a volte usciamo e parliamo per ore. Una volta una nostra videochiamata è durata ben sei ore.
<<Ho un sacco di novità, ma in realtà sei tu che adesso ci devi parlare di qualcuno...>>
Becka accanto a me ridacchia.
<<Esatto Alyssa, parla.>> Mi incita.
Io le riservo un'occhiataccia. Voglio realmente bene a qesti ragazzi, però a volte mi fanno realmente imbestialire quando mi trattano come se fossi la loro sorellina. Credo che se dovessi dire loro che Dorian mi ha spezzato il cuore sarebbero capaci di ridurlo in pezzi.
<<Non ho idea di cosa stiate parlando.>> Borbotto alzando le spalle con aria stizzita.
<<Non di cosa, di chi.>> Chiarisce Becka guadagnandosi un verso di approvazione da parte di Jaxon.
<<Tu dovresti essere dalla mia parte!>> Sibilo a denti stretti cercando di trasmettere il maggior rimprovero possibile con gli occhi. Sono sempre stata brava ad esternare così le mie emozioni e i miei stai d'animo. Credevo di essere in grado di nascondere ciò che non voglio far vedere agli altri e invece far passare altre emozioni, ma ora mi ritrovo confusa a rimuginare sulle parole di Dorian. Ha detto che ho gli occhi tristi, è riuscito a capire che c'è qualcosa che mi perseguita nella mia mente, un'emozione capace di strangolarmi e impedirmi di respirare mentre lacrime infuocate di dolore mi bruciano le guance lasciando cicatrici invisbili che mi porterò per sempre nell'anima, come un pallido ricordo anche nei giorni di sole.
E se lui è riuscito a capirlo grazie ai miei occhi, chi altro è stato perspicace come lui?
Becka forse. E la dottoressa Sepherd, che a lo stesso sguardo attento e penetrante del figlio.
Ma come loro l'hanno capito, altri lo ignorano completamente. I miei genitori lo ignorano completamente...
<<Allora? Ti decidi a rispondere alla mia domanda?>> Mi chiede nuovamente Tom con aria complice. Sa già tutto probabilmente, riguardo al mio fidanzamento con Dorian, ma quello che non sa è che in realtà si tratta solo di una finzione che durerà un mese.
No, non un mese.
Tre settimane.
Ma non ci devo pensare adesso. Ho ancora tre settimane. Per cosa poi? Per una relazione che non è neanche reale?
No, è inutile che io finga che non mi importi ripetendomi che è solo uno stupido patto. La verità è che non voglio perderlo.
Non voglio perdere Dorian.
Non voglio che torni uno sconosciuto affascinante e distaccato.
Non voglio conservare il suo ricordo come ho fatto con Nik per anni.
Voglio almeno che la nostra amicizia vada avanti.
<<Okay, si chiama Dorian. Ed è suo fratello.>> Dico indicando Becka che in un attimo si ritrova nel mirino di Tom, che la tartassa di domande.
Ridacchio sotto ai baffi.
<<Alyssa, è arrivato Terrence.>> Mi avvisa Jaxon indicando il ragazzo dalla zazzera di capelli neri e gli occhi scuri.
Lo saluto con un cenno della mano. Poverino, so di piacergli, e anche parecchio, l'ho capito da come lo ritrovo a fissarmi certe volte, quando pensa che io non lo veda, e poi si è pure confidato con Jaxon, che l'ha subito detto a me.
Terrence si avvicina a noi con un sorriso ingenuo stampato sul viso abbronzato e io apro la bocca per dire a Tom di non insistere oltre su Dorian, ma Jaxon mi precede esclamando a voce esageratamente alta:
<<Quindi sei fidanzata con Dorian Sepherd! E dimmi, è carino?>>
Tom strizza gli occhi e guarda preoccupato Terrence, che si blocca sul posto. Si sforza di continuare a sorridere, ma sembra che qualcuno gli abbia appena tirato un pugno in pancia.
<<Ehy, tizio? Stai bene? Sembra che tu stia per vomitare.>> Dice Becka con aria preoccupata guardando l'improvviso pallore di Terrence.
<<No, sto bene. Quindi Alyssa sei davvero fidanzata?>> Mi chiede con un pizzico di speranza dentro ai suoi occhi.
<<Sì.>> Gli rispondo sentendomi in colpa. So che non ho fatto niente di sbagliato, ma sto mentendo a tutti quelli a cui tengo. Sto dicendo una bugia.
<<Comunque io sono Becka. Becka Sepherd>> Interviene la ragazza al mio fianco alleggerendo la tensione che si è creata dopo quello che ha detto Jaxon.
<<Quindi sei la sorella del suo ragazzo?>> Borbotta Terrence fissando Becka con astio.
Lei gli rivolge un sorriso a trentadue denti nonostante abbia afferrato il tono astioso del ragazzo.
<<Sì, ma io sono molto più bella!>> Esclama e io trattengo le risate. Non saranno fratelli di sangue, ma in quanto a modestia e comportamento sono uguali.
<<Ragazzi, comunque siete pronti per il torneo? Mancano solo tre settimane ormai!>> Esclama Tom stringendosi nervosamente le mani. Posso capirlo, stavolta non si tratta di un semplice incontro amichevole, ma di un torneo a livello nazionale, uno di quelli che hanno una grande rilevanza nel mondo del pugilato.
Continuiamo a chiacchierare del più e del meno, Becka ormai parla a ruota libera, guadagnandosi occhiate colpite dai ragazzi. Una persona solare ed estroversa come lei non si trova spesso. Mi chiedo quanto debba essere stata dura per lei passare tutto quel tempo in solitudine.
Nel frattempo arrivano anche Antuanette ed Eleanor, che si dimostrano sin da subito entusiaste per l'arrivo di una nuova arrivata.
<<Bene ragazzi, oggi siamo veramente in pochi! Vediamo di cominciare, il tempo è prezioso!>> Esclama il nostro insegnante, un uomo sui trent'anni dagli occhi di un verde acquoso e i capelli scuri, dello stesso colore della barba. è alto e magro, nonostante sia un campione di boxe e ha un carattere mite e paziente, credo che sia l'uomo più paziente che abbia mai conosciuto in vita mia.
<<Cominciamo con il riscaldamento, prendete le corde per saltare!>> Ci dice.
Nessuno ama particolarmente saltare la corda, ma ha una grande utilità per migliorare la velocità, l'agilità e la resistenza.
Io prendo una corda di media lunghezza e ne passo una a Becka, che la guarda confusa ma alza le spalle e si posiziona accanto a me, ma stando attenta che le nostre corde non si scontrino l'una con l'altra.
<<Tre round da due minuti.>> Ci dice il maestro e noi cominciamo. Con la coda dell'occhio vedo Becka cercare di fare qualche salto, senza grandi risultati, perché non riesce a stabilire un ritmo e salta fuori tempo. Vorrei andare ad aiutarla, ma l'insegnante mi precede.
<<La corda è come un criceto, se l'accarezzi troppo forte ti morde, se invece fai troppo piano si addormenta. Se la agiti troppo forte ti si incastra tra i piedi, se invece fai troppo piano non riesci a saltare in tempo.>> Lo sento dire.
Io salto con sincronia, senza sbracciare. Muovo solo i polsi e tengo le ginocchia dritte, anche se non rigide. Dopo un po' prendo il ritmo giusto e aumento la velocità.
Finisce il primo round e facciamo trenta secondi di pausa, per poi riprendere subito.
Finito il secondo round comincio ad avere un accenno di fiatone e vedo Becka con la fronte imperlata di sudore, però devo dire che se la sta cavando alla grande, salta velocemente quasi quanto me.
L'ultimo round è il più duro, perché possiamo aggiungere anche salti incrociati e quelli all'indietro, e non nego che un paio di volte perdo il controllo della corda, che mi finisce tra i piedi, rischiando di farmi inciampare.
Finito il riscaldamento il maestro ci lascia a provare a vuoto le tecniche con i pugni, mentre lui mostra a Becka la posizione di combattimento e come tenere su la guardia per parare eventuali colpi, o per lo meno per evitare che colpiscano il viso.
<<Bene, allora adesso immagino che vi siate meritati qualche round di combattimento.>>
Esulto in silenzio mentre sento l'adrenalina crescere e un sorriso impaziente si fa largo sul mio volto.
Jaxon mi cerca con lo sguardo.
<<Noi due.>> Mima con le labbra e io annuisco. Di solito possiamo scegliere noi il nostro avversario per il primo round, e Jaxon è uno dei migliori. Una bella sfida.
Mettiamo i caschi e guantoni e poi ci dirigiamo tutti verso il centro della palestra, formando un cerchio.
Le coppie si fronteggeranno mentre gli altri stanno a guardare, in questo modo chi non combatte può osservare gli avversari, vedere delle tecniche che possono essergli utili e individuare eventuali punti deboli da sfruttare.
<<Chi sono i primi volontari?>>
Io e Jaxon ci facciamo avanti e il maestro annuisce soddisfatto.
Abbiamo un round da un minuto e mezzo per cominciare, ci dice.
Io e il ragazzo ci posizioniamo al centro e ci diamo la mano, poi alziamo la guardia e ci allontaniamo di tre passi ciascuno.
<<Il round comincia... adesso!>>
Mi muovo prima che lo faccia il mio avversario e gli tiro un pugno diretto al viso. Lui se lo aspettava e lo para subito, cercando di colpirmi a sua volta, ma io sono già fuori portata.
Quando combatto sono una persona nuova e diversa. Non penso a niente se non a come combattere, spengo la mia mente e finalmente anche le mie emozioni. Ci sono solo l'adrenalina che mi scorre nelle vene come lava fusa, spronandomi a continuare e l'eccitazione di liberare quella rabbia che mi avvelena giorno per giorno.
Jaxon è più grosso e più pesante di me, due vantaggi che possono fare la differenza, ma io sono più veloce. Uso la tattica dello sfiancamento, mi avvicino, colpisco e mi allontano subito, impedendogli di colpirmi.
Alcuni pugni vanno a segno, altri no, ma non mi do per vinta. Jaxon sta cominciando a stancarsi, lo vedo, e quindi scatto in avanti e gli tiro un montante diretto al mento. Lui lo para senza problemi, sorpreso da quanto sia stato un colpo lento e fiacco. Infatti non era altro che un diversivo. Con l'altro braccio gli tiro un pugno nella bocca dello stomaco e questa volta è un colpo vero.
Jaxon si piega in due e indietreggia frettolosamente, tenendo sempre la guardia alta. Gli vado addosso e gli tiro un altro colpo nello stesso punto di prima, e un altro.
Perdo la lucidità e da pochi pugni ben studiati lascio il posto ad una raffica incessante, che gli tartassa il busto. Sono troppi perché li pari tutti e deve scegliere se continuare a proteggere il viso o invece piegarsi in avanti perché non gli colpisca più le parti sensibili del ventre, come la milza, la bocca dello stomaco o il fegato.
Sono così presa dal mio assalto che non mi rendo conto del pugno finché la mia testa scatta all'indietro e la vista mi si offusca un attimo.
In qualche modo è riuscito a tirarmi un sinistro sulla mascella, che nonostante il casco mi ha quasi messa k.o.
Lui non aspettava altro che vedermi barcollare, perché si butta in avanti e abbandona la posizione di difesa per passare all'attacco. Peggio per lui.
Gli giro in tondo recuperando un attimo la stabilità, schivando i suoi colpi e basta e incassandone qualcuno. Poi ritorno all'attacco più aggressiva di prima. Jaxon indietreggia e arriva quasi addosso ad Eleanor, che fa un salto all'indietro con un piccolo urlo di protesta.
Jaxon è distratto e ne approfitto per tirargli un montante al viso. Lo prendo in pieno e stavolta è lui a barcollare. Sto per tornare alla carica quando sento la voce del maestro gridare stop. Il tempo è finito.
Mi allontano con le braccia alzate a proteggermi il viso e Jaxon fa altrettanto. La seconda regola nella nostra palestra, dopo il rispetto per l'insegnante e i compagni è non abbassare mai la guardia quando si è ancora sotto alla portata dell'avversario, anche se il tempo è finito.
Mi permetto di abbassarla solo quando sono a distanza da Jaxon.
Ho il fiatone e pian piano ritorno in me. Sono di nuovo Alyssa Rix, una ragazza sorridente e pacata, che però adesso è momentaneamente libera dal peso della rabbia e dell'odio.
Io e Jaxon torniamo al centro del cerchio e ci stringiamo la mano, come di consuetudine.
<<Il vostro avversario è il vostro migliore amico mentre combattete qui dentro, perché grazie a lui o a lei potete capire i vostri punti deboli e a correggerli.>> Ci dice sempre il maestro, e questa volta non fa eccezione.
Mentre lo ripete per la millesima volta vedo Becka con un sorriso di ammirazione stampato sul viso e un'accenno di speranza negli occhi scuri.
è rotta anche lei, ma sta affrontando i suoi demoni e sta riprendendo a vivere.
Credo sia ora che cominci a lasciarmi quella voragine di odio alle spalle anche io.
Ciao Stelline! Come state? Oggi pubblico il capitolo con due giorni di ritardo, ma in mia difesa posso dire che sono in vacanza e con tutto il tempo che passo in spiaggia non me ne rimane molto per scrivere.
Spero che vi sia piaciuta questa nuova parte, io mi sono divertita un sacco a scrivere la parte del combattimento tra Alya e Jaxon. Che ne dite di lui? Vi sta simpatico?
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