Capitolo 24
La Terra orbita intorno al sole
come le persone orbitano
intorno alla propria anima
gemella
Alyssa's pov
Io e Dorian entriamo nel piccolo bar vicino a casa mia. è quasi vuoto, ad eccezione di un vecchietto con un giornale seduto in un tavolo in fondo e una coppia di muratori in pausa, e la barista ci fissa stranita: sono le dieci e di solito i ragazzi sono a scuola a quest'ora.
Ci sediamo vicino al bancone e la barista si affretta a raggiungerci con un bloc notes marrone in mano.
Mi rivolge uno sguardo veloce, per soffermarsi interamente su Dorian. Lo fissa a bocca semiaperta con aria lasciva. So che effetto le fa, lo stesso che fa a me e a centinaia di altre ragazze. Lui è fatto così, pure con i capelli neri scompigliati dopo i nostri baci e la maglietta bianca stropicciata dopo averci dormito è irresistibile.
Anzi, con questo suo stile incurante è se possibile ancora più sexy del solito. La barista gli fissa i bicipiti muscolosi, poi le mani tatuate, infine si perde nei suoi occhi color acqua marina.
Gli sorride maliziosamente e Dorian ricambia pigro, facendole scappare un risolino.
Storco il naso per il fastidio e analizzo bene la figura della donna di fronte a noi. Non deve avere più di ventidue anni ed è veramente carina. Ha dei vaporosi boccoli biondi che le incorniciano un volto dagli zigomi scolpiti e pesantemente truccato. Gli occhi verdi sono allungati con l'eyeliner nero e le labbra carnose sono dipinte di rosso ciliegia.
Lo sguardo di Dorian si sofferma sul seno prosperoso della donna che sembra scoppiare fuori dalla scollatura della divisa troppo stretta, come se la stesse valutando.
Stringo i pugni sotto al tavolo e prendo un bel respiro, ho voglia di...
Diamine! Ma da quand'è che sono diventata così gelosa di Dorian?
<<Posso fare qualcosa per voi?>> Chiede continuando a guardare il ragazzo di fronte a me, lasciando trapelare il doppio senso delle sue parole in tono suadente. Lui guarda annoiato la targhetta sul petto della divisa, ecco cosa stava fissando, non il suo seno. O forse entrambi
<<Sì, Nelly, potresti portarci due piatti di pancake e per un caffè, amore, tu cosa vuoi da bere?>>
Mi chiede Dorian spostando gli occhi dalla cameriera a me. Forse è solo una mia impressione, ma mi sembra che il ragazzo abbia calcato apposta il tono sulla parola amore, come per ribadire una sorta di appartenenza.
La barista aggrotta la fronte mentre da seducente il suo sorriso diventa finto e stentato.
<<Per me una cioccolata calda, grazie.>> Dico con un sorriso ignaro. Sto dando l'impressione di non aver aver notato il tentativo di flirt della donna con il mio ragazzo. Un attimo, il mio ragazzo? No, mi correggo, il mio finto ragazzo.
La donna tenta di sorridere di nuovo come prima.
<<Altro?>>
Dorian scuote la testa, mettendomi una mano-scheletro sulla coscia, in maniera così evidente che anche la barista lo nota.
Si affretta a tornare al bancone dove prende il necessario per fare un caffè.
<<La volevi uccidere, Stellina? Perché se la volevi uccidere ti consiglio di farlo in un posto senza testimoni.>>
Sospiro appoggiandomi allo schienale della sedia. <<E adesso perché pensi che la voglia uccidere?>>
<<Perché la fissavi come fissi Florence.>>
<<Ah, beh, sì, forse la volevo picchiare un po'.>> Ammetto storcendo il naso.
<<Sei gelosa di me, amore?>>
<<NO!>> Sbotto un po' troppo in fretta e a voce maledettamente alta. I muratori si voltano verso di noi straniti, si staranno chiedendo perché due ragazzi delle superiori sbraitano in un bar alle dieci e mezza del mattino.
<<E invece sì!>> Insiste lui con gli occhi che brillano e un'espressione divertita.
Cazzo! Gli è appena apparsa la fossetta sulla guancia!
Non resisto, mi sporgo in avanti e lo bacio.
C'è il tavolino in mezzo e questo mi costringe ad alzarmi un po' per poter avere un accesso migliore alla sua bocca.
Infilo la lingua tra le sue labbra, stavolta ho io il controllo del bacio e lo sento mugolare leggermente nella mia bocca.
Questo ha il potere di eccitarmi ancora di più, e non mi importa se siamo in un bar pieno di gente, al momento lui è solo mio.
Sentiamo un colpo di tosse abbastanza stentato accanto a noi e ci stacchiamo di botto, rossi come peperoni.
<<Hola amigos! Que hacen aqui?>> Ci chiede Raphael con un sopracciglio scuro inarcato e un'aria a metà tra l'imbarazzata e divertita.
Che ci fate qui? Fatico a tradurre: il mio spagnolo è sempre stato pessimo, ma a capire questa domanda ci posso arrivare.
<<Limoniamo nel bel mezzo del bar, con grande invidia della barista che ci sta fissando come se avesse ingoiato un ratto.>>
Risponde Dorian facendomi avvampare.
Raphael alza le spalle larghe e prende una sedia da un tavolo vuoto, sistemandosi accanto a noi.
<<Bien, felice di vedere che vi divertite.>>
<<Tu piuttosto che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?>> Domando lanciando un'occhiata alla barista. Mi sfugge un risolino, sembra davvero che si sia strozzata con un topo morto.
<<Lavoro, di solito mi danno il turno di pomeriggio, ma oggi Franz è malato e quindi aquí estoy. Sono qui.>>
<<Beh, ci fai uno sconto quindi?>> Chiede Dorian con la sua solita spavalderia.
<<Ovvio che no! Ma ti pare? Sepherd, ti ricordo che tu mi devi ancora una bottiglia di vodka lemon.>>
Dorian alza le spalle di fronte al mio sguardo divertito.
<<Non guardarmi così, Stellina. Non credo che tu non abbia mai bevuto dei super alcolici.>>
Sorrido.
<<Touche.>> Effettivamente anche io mi sono ubriacata in più di un'occasione, ma mai con la vodka lemon, quella non l'ho mai provata.
Arriva la barista con le nostre ordinazioni. Mi sbatte malamente il piatto di pancake e la cioccolata davanti e lancia un'occhiata di fuoco a Raphael.
<<Da quando vieni pagato per chiacchierare con i clienti?>> Gli chiede sgarbatamente.
Il ragazzo alza gli occhi al cielo, ma si tira su dalla sedia e la rimette a posto al tavolo da dove l'ha presa.
<<Arrivo, pero tómalo con calma.>>
La barista, Nelly a vedere la targhetta, stringe le labbra in una smorfia.
<<Sai che non parlo spagnolo.>>
<<Ti ho detto di darti una calmata.>> Chiarisce Raphael rassegnato.
<<Los veo, amigos!>> Ci vediamo.
<<Ciao, Raph!>> Dice Dorian e io lo saluto con un cenno della mano.
Nonostante l'acidità della barista che li ha preparati i pancake sono ottimi e la cioccolata è fantastica, molto dolce, ma senza risultare vomitevole.
<<Che abbiamo intenzione di fare, amore?>> Mi domanda Dorian.
<<Che intendi dire?>>
<<Vuoi stare tutta la giornata in questo bar? Perché non credo che la nostra cara amica barista sarebbe molto contenta.>>
Ridacchio piano, colta da un improvviso orgoglio che non so da dove venga fuori.
<<Non ho idea di dove potremo andare, casa mia è fuori questione.>> Dico con una smorfia. Non ci voglio tornare in quel posto dove contano solo le apparenze.
Non ci sto bene.
Dorian annuisce con aria assorta. Si sta mordicchiando inconsapevolmente il labbro inferiore in una maniera così adorabile che mi sta facendo venire voglia di baciarlo di nuovo.
<<Beh, in tal caso dovrai fidarti di me, Stellina. Su, andiamo via!>> Mi dice con un occhiolino.
<<E non paghiamo?>>
Lui scrolla le spalle con noncuranza e grida a Nelly:
<<Metti la nostra colazione sul conto di Raphael!>>
<<Coglione!>> Esclama il ragazzo da dietro il bancone dove sta lucidando dei bicchieri.
Nelly li guarda malissimo, sembra che stia per accoltellarli.
<<Poi ti offro la colazione!>> Dice Dorian e prendendomi per mano corre fuori, ignorando gli strilli indignati della barista.
<<Corri!>> Ride e mi trascina con sé lungo il marciapiede.
Dopo un attimo scoppio a ridere, ansimando per la corsa.
Ci fermiamo di fronte a casa mia, dove la BMW del ragazzo è ancora parcheggiata tutta storta sul marciapiede.
<<Com'è possibile che non ti abbiano dato una multa?>> Chiedo stupita.
<<Sono troppo bello, Stellina. Tu più di tutti dovresti saperlo.>>
Alzo gli occhi al cielo e salgo al posto del passeggero mentre lui mette in moto l'auto.
<<Dobbiamo passare da casa mia a lasciare la macchina.>>
<<Dove hai intenzione di portarmi?>> Ammetto che sto morendo dalla curiosità, anche se ora come ora vorrei solo correre all'ospedale da mio fratello. Purtroppo so che non è possibile perché gi orari di visita sono dalle due alle tre di pomeriggio, a meno che il paziente non sia appena arrivato o in condizioni gravi. Thomas non è nessuno di questi due casi, per fortuna.
Devo distrarmi e Dorian è il modo migliore.
<<A che pensi Stellina?>> Mi domanda vedendomi stranamente pensierosa.
<<A niente.>>
<<Non mentire, lo so che stai pensando a me.>>
Volto la testa di scatto e lo fisso stizzita.
<<Ma lo sai che questa si chiama megalomania?>>
<<Sì?>>
<<Sì.>>
<<Allora sono megalomane. E sono fiero di esserlo.>>
Mi porto una mano in fronte e sbuffo, spostando una ciocca di capelli ribelle che mi era finita vicino al naso.
Lui si sporge improvvisamente verso di me, pericolosamente vicino al mio viso.
Ora le nostre bocche sono solo a pochi centimetri di distanza e riesco a sentire il suo respiro sulle mie labbra.
Sento la faccia andare a fuoco e il mio respiro diventa irregolare mentre stringo il bordo del sedile con talmente tanta forza da farmi sbiancare le nocche di solito arrossate per via delle tante ore passate a boxe.
Lui sposta il suo braccio intorno a me, intrappolandomi tra lui e il sedile e, in tutto questo, non distoglie i suoi occhi verde acquamarina dai miei.
Dischiudo involontariamente le labbra ansimando mentre lui strofina il suo naso contro il mio. Invece che baciarmi però allunga il braccio oltre alla mia testa, afferra la cintura e la cala giù, allacciandola. Poi si allontana di scatto, con un sorriso malandrino stampato sul volto perfetto.
Avvampo ancora di più, sentendomi una stupida. Rabbrividisco leggermente per via della sensazione di freddo che mi ha colta per via della sua lontananza, e giro il viso in avanti, sperando che non noti il rossore che posso sentire ancora il suo respiro sulle mie labbra che mi attraggono come delle calamite.
Lui si accorge della mia delusione e fa quel sorriso. Quello a metà tra il divertito e il soddisfatto, mentre i suoi occhi brillano maliziosi mettendo in risalto la fossetta sulla guancia.
<<Che c'è? Cosa credevi? Che ti stessi per baciare?>>
<<Assolutamente no!>> Rispondo ancora più bordeaux. Forse ho risposto troppo velocemente, perché Dorian mi posa una mano tatuata sulle cosce e comincia a muoverla sempre più su, verso un punto ben preciso che sta cominciando a pulsare quasi dolorosamente.
O come l'impressione che si stia in qualche modo vendicando per come l'ho provocato la scorsa notte. Ops. Devo stuzzicarlo così più spesso.
<<Bugiarda.>> Sussurra avvicinando la bocca al mio orecchio.
<<Non pensavo che...>>
<<Non pensavi che?>>
Non riesco a rispondere, perché lui comincia a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio, per poi spostarsi sulla mia mascella.
<<Non pensavi che, Stellina del mio cuore?>>
Prendo un bel respiro e riesco finalmente a comporre una frase di senso compiuto.
<<Non pensavo che stessi per baciarmi.>>
Gli ho appena risposto, ma ho come l'impressione di essere caduta dritta dritta nella sua trappola.
<<E tu avresti voluto che ti baciassi?>>
Mi rilasso sentendo l'eccitazione sciogliere ogni mio imbarazzo.
Mi volto di nuovo verso di lui e gli accarezzo una guancia con la mano. Un contatto leggero e seducente. Traccio il contorno delle sue labbra, fissandole spudoratamente.
Ora è lui quello che sta ansimando a fatica cercando altre carezze, noto con piacere.
Questo mi fa perdere ogni sorta di riluttanza o disagio e il mio tocco si fa più deciso sulla sua pelle ruvida per via di un leggero accenno di barba.
Lui chiude gli occhi e appoggia la testa sulla mia mano. Sorrido, credendo che si stia arrendendo, invece a quanto pare lui non sembra intenzionato a smettere di stuzzicarmi.
La sua mano, che prima si muoveva indolente sulla mia coscia, adesso si è infilata sotto alla mia maglietta, sollevandola fin sopra al reggiseno.
<<Non mi hai risposto. Avresti voluto che ti baciassi?>>
Mi chiede con voce roca.
<<Tu lo volevi fare?>>
<<Non è la risposta alla mia domanda.>>
<<No, non lo è.>>
Si allontana mettendo fine a ogni contatto tra noi per la seconda volta. <<Rispondi. Volevi che ti baciassi?>>
<<No.>> Mento di getto.
Lui sorride crudelmente.
<<Bugiarda.>>
<<Non sto mentendo.>>
Poi mi dico che se lui vuole giocare con me, allora starò al suo gioco, ma non sarò un suo giocattolo.
<<Non volevo che tu mi baciassi perché volevo essere io a farlo.>>
E prima di dargli il tempo per elaborare le mie parole gli prendo il volto tra le mani e premo le mie labbra sulle sue.
Lui mi infila la sua lingua in bocca, mordicchiandomi il labbro inferiore e strappandomi un gemito. Io gli infilo le mani tra i capelli scuri, scompigliandoli più di quanto non fossero già.
<<Mi sorprendi, Stellina. Mi piace. Mi piace da morire.>>
Biascica sulle mie labbra. <<Anche a me.>> Ammetto.
Mi piace sorprenderlo. Voglio farlo più spesso.
Mi allontano e tiro giù lo specchietto dell'auto, sistemandomi i capelli con aria indifferente, come se quello che abbiamo appena fatto fosse qualcosa di poco conto.
Qualcosa di così poco conto che il mio cuore batte ancora all'impazzata contro le costole.
<<Beh, non parti? Vuoi restare qui per tutto il giorno o ci muoviamo?>>
Lui scrolla le spalle divertito.
<<Agli ordini, amore.>>
Mette in moto e io guardo la strada scorrere via dal finestrino.
Sospiro.
Mi sento in pace con me stessa, poi però mi ricordo che giorno è oggi e vengo colta da una leggera sensazione di ansia. Sono passate esattamente due settimane da quando ho conosciuto Dorian. E sette giorni da quando è iniziato il nostro patto.
Il tempo sta passando troppo in fretta, ma ho ancora tempo da passare con lui prima che il nostro fidanzamento finisca. Mi dico.
Ma allora perché mi sento come se i secondi stessero passando veloci come un treno in corsa?
Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto! Io mi sono divertita un sacco a scriverlo, specialmente le parti con Nelly, mi piace pensare che anche Alyssa sia gelosa di Dorian e sia rimasta più che infastidita dalle attenzioni della barista. Voi che ne dite?
Ma soprattutto... che ne pensate del povero Raphael che si ritrova a dover pagare la colazione ad entrambi?😂
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