Capitolo 2
Affogo lentamente in un mare di stelle
che con la loro luce la mia offuscano
<<Alya>> Mi sussurra dolcemente premendo le labbra sul mio orecchio e provocandomi una scarica di brividi per tutta la spina dorsale. Amo quando pronuncia il mio nome in quel modo, come se fossi la sua galassia, il suo tutto. Come se non volesse altro che me.
<<Nik>> Rispondo di rimando assaporando il suo nome sulla lingua, in realtà si chiama Niklaus, ma Nik è molto meglio. Lo chiamo così da quando lo conosco. Mi stringe a sé e mi bacia dolcemente il collo, scendendo fino alla clavicola.
Mi sposta la spallina della maglia e io me la sfilo direttamente. Sotto indosso solo un reggiseno di pizzo bianco. Mi godo la sua espressione adorante mentre traccia lenti cerci lungo il mio petto. Il suo sguardo si sofferma sulla mia spalla destra e sorride. So cosa sta guardando. Mi ha convinta lui a fare questo tatuaggio e ne va orgoglioso. Sulla pelle candida spicca un sole che riflettendosi in uno specchio mostra una stella.
<<Sei tu.>> Mi dice sempre. <<Il sole è accecante e meraviglioso, ma tu ti ostini a vedere una semplice stella.>>
Io rido e lo prendo in giro, anche se in realtà adoro quando mi dice queste cose. Mi fa sentire giusta e importante. <<Anche il nostro sole...>> comincia pure adesso e io finisco la frase al suo posto, come sempre. <<...è una semplice stella visto da un'altra galassia>>.
Lui annuisce e in un attimo la sua bocca è sulla mia, le nostre lingue si intrecciano e io so che devo svegliarmi, perché è solo un sogno, ma non voglio farlo, per cui gli passo una mano tra i capelli setosi e mi stringo ancora di più a lui mentre i contorni del mondo sfumano e mi ritrovo di nuovo da sola, sprofondata nel mio letto a piangere sommessamente.
Nik non mi avrebbe mai più guardata così, lui mi odia. E la cosa peggiore è che ne conosco il motivo. Ho lasciato che si avvicinasse troppo, che scoprisse tutti i miei segreti, le mie imperfezioni, i miei dubbi, e nel profondo ha cominciato a disprezzarmi.
Guardo la sveglia, sono le tre di notte, so già che non riuscirò a dormire oltre, per cui mi alzo e vado in bagno. Ho quattro ore di tempo prima che il resto della mia famiglia si svegli. Mi capita spesso, è da qualche anno che non riesco a dormire bene tutta la notte, ci ho fatto l'abitudine.
Alla fine non è poi così male. Sfrutto il tempo per truccarmi per bene e scegliere con cura i vestiti.
Problematica sì, ma trasandata no.
Devo sembrare il più perfetta possibile, e questo sia dal punto di vista delle mie capacità, sia dal punto di vista estetico. Lo specchio sembra deridermi mentre apro il cassetto vicino all'armadio e prendo il mio astuccio con i trucchi. Questo bagno è mio, ci si può accedere solo passando dalla mia camera, che forse l'unico posto dove posso essere semplicemente me stessa senza odiarmi troppo allo stesso tempo.
Non è una stanza spartana. Per niente. Il letto da una piazza e mezza si trova in una confortevole alcova tra due armadi, ed è coperto da delle comode lenzuola giallo pastello decorate con motivi floreali. In fondo alla stanza, accanto alla porta finestra che dà sul balcone, si trova una scrivania in legno, carica di evidenziatori, matite, penne, acquerelli e post-it.
Tutte le pareti della mia stanza sono tappezzate di immagini. Disegni fatti da me, foto di paesaggi prese da internet, post-it con citazioni letterarie che mi piacciono, e alcuni quadri colorati. C'erano anche delle foto che avevo scattato anni prima con i miei amici, ma le avevo tolte. Mi fa troppo male vederle.
Prendo la boccetta di fondotinta e me ne applico una dose generosa sul viso. Oltre che un cosmetico per me è un concetto. Una passata immaginaria per nascondere agli altri le mie imperfezioni. E funziona, gli altri non vedono le crepe che mi porto sulla pelle. Poi però, nascosta nella mia camera, non riesco più a tenerlo addosso, e torno come sono in realtà. Fragile e sola.
I miei capelli sono un disordinato ammasso castano scuro, li districo con cura, stando attenta a non strapparmi per sbaglio delle ciocche.
Oggi ho voglia di tenerli sciolti, penso, così li lascio scendere lisci e stirati. Mi arrivano fin sotto alle spalle, incorniciando il mio viso dai tratti delicati. Ho gli occhi luminosi e quindi sfrutto il mascara e una linea di matita per mettere ancora più in risalto il verde brillante. Dopo il fondotinta applico solo un po' di blush e d'illuminante.
Mi piace mettere l'eyeliner, ma per la scuola preferisco un trucco più leggero. Per finire metto un po' di lucidalabbra ed eccomi! Sono pronta! Ora mi mancano solo i vestiti. Provo circa tre combinazioni diverse prima di trovare quella giusta: una maglietta aderente piuttosto scollata anche se non troppo, che mi arriva poco sopra l'ombelico e che risalta il mio seno non molto prosperoso. Per i pantaloni opto per un paio di cargo beige, che con la maglietta indaco si abbinano alla perfezione. Bene. Chiudo piano gli occhi. Ora mi tocca solo aspettare un paio d'ore.
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