Unexpectedly

Il sole era caldo e alto nel cielo e il vento soffiava sul mare come ad incoraggiare le onde che si levavano e rifrangevano alte e indomabili. Una squisita giornata per fare surf.

Troy lanciò un'occhiata al mare che gli sussurrava affianco e sorrise, sottobraccio l'inseparabile tavola e nella mano libera quella di James, perennemente fredda. Gli accarezzò il dorso con il pollice e lui lo spiò di sottecchi con aria beata.

Avevano appena concluso una sessione di surf insieme, come ai bei vecchi tempi, e cosa c'era di meglio dopo di essa per asciugarsi, se non una bella passeggiata lungo il bagnasciuga?

Ma, doveva ammetterlo, era ancora in ottima forma il suo squalo. Che fosse merito di un certo allenamento?

- A cosa stai pensando? - gli chiese, vedendolo assorto.

James abbozzò un sorriso.

- Pensavo... ho perso proprio in ogni senso, eh?

Lui sbatté le palpebre con aria interrogativa.

- In questo folle gioco... chi si innamora per primo, perde. E io ho perso alla grande - spiegò l'ex campione, stringendo più forte la sua mano. I suoi occhi dorati assunsero una strana sfumatura.

- Mi dispiace contraddirti, ma sono io ad aver perso, allora. Diamine, nemmeno ti immagini da quanto volessi saltarti addosso...

- Ah sì?

Il fidanzato lo guardò con curiosità mista a malizia ed interesse, inarcando un sopracciglio. Troy arrossì lievemente e abbassò il capo.

- Da quando avevo sedici anni... - mormorò a bassissima voce, oltremodo imbarazzato, poi tacque. James sembrava esterrefatto. Quindi... quel ragazzino... si era innamorato di lui nel suo stesso momento?

Scrollò le spalle e lo fece fermare per dargli un casto bacio sulle labbra. Nonostante avesse da poco compiuto ventun anni, Troy gli pareva determinato a continuare ad alzarsi... e alzarsi... e alzarsi... era alto quasi un metro e novanta! E lui, diavolo, si sentiva un nano a confronto, tanto da doversi alzare sulle punte per poterlo baciare...

In quel momento il giovane surfista si tese come una corda di violino sotto di lui, facendolo scostare perplesso.

Più di alto di lui (ma quello tutti, ormai...). Abbronzato. Fisico pompato, spalle larghe. Sorriso non sincero. Occhi verde bosco, sottili, colmi di cattivi sentimenti. Capelli ricci.

Emilien.

Oh no, è tornato...

- Salut, mon ami.

Il francese fece un incomprensibile cenno col capo a Troy, fissando però l'ex rivale.

Ciao, stronzo.

- Quanto tempo, Emilien... - disse invece James, non volendo fare il suo gioco. Non si sarebbe mai abbassato a quel livello. Mai.

- Quatre ans - replicò con semplicità, facendo saettare lo sguardo dalle loro mani intrecciate agli occhi dorati dell'ex campione. Lui non tentennò.

- Non sei cambiato di una virgola - osservò, e Troy gli strizzò la mano come fosse una spugna.

Vacci piano, ragazzino.

- Nemmeno tu...

- Che ci fai da queste parti?

Emilien si passò una mano fra i ricci.

- Volevo vedere quanto brucia la sconfitta - rispose, senza più nascondersi dietro falso buonismo.

Il biondo strinse così forte la mano del fidanzato che pensò di ritrovarsela spezzata, poi districò le dita dalle sue e alzò un braccio. James gliela riafferrò fulmineamente e scosse quasi impercettibilmente il capo.

- Che c'è? Devi aiutare il tuo ragazzo a controllarsi? - chiese il francese cattivamente, sottolineando 'ragazzo' come se fosse un insulto.

L'ex campione si passò la lingua sulle labbra e si sforzò di respirare normalmente dal naso.

- Una sfida? È questo che vuoi, Emilien? Va bene, accetto. Domani si terrà una delle competizioni più importanti di stagione, alla quale si può partecipare anche senza essere nella classifica attuale. Se vincerò, ci lascerai in pace per sempre, Emilien. Se vincerai tu, invece, ammetterò in modo aperto ed esplicito della mia relazione con Troy. Je dois répéter?

Emilien strinse gli occhi, messo alle strette. Sapeva anche il francese, James?

- Non, tu ne dois pas - sibilò, e se ne andò.

~~~

Il giorno dopo il mattino giunse lieto, e insieme ad esso il sole sorse baciando il mare calmo. Decisamente non una giornata da onde, non quelle vere, almeno.

James sorrise con grinta, avviandosi verso il bagnasciuga. Troy fissò la sua schiena con ansia, cercando nel frattempo di non farsi sopraffare dalla folla letteralmente in delirio, il doppio di persone che si aspettavano gli organizzatori della competizione. Be', insomma, non capitava da un sacco di tempo di avere l'ex campione nazionale ed Emilien a sfidarsi.

Il moro si voltò e gli sorrise, sì, proprio a lui, con gli occhi e i canini luccicanti, e gli fece il segno della vittoria con le dita. Si sentì svenire.

Non sopravvalutarti!!!

Quando dopo non molto tornò a riva, gli spettatori esplosero in un boato d'applausi e grida. Erano davvero degli anni che non gareggiava? Non ci poteva credere! Un'esibizione da venticinquenne!

Andò dritto da Troy e lo abbracciò, incurante degli sguardi altrui.

- Non mi importa - sussurrò al suo orecchio, scostandosi poi per strofinare il naso contro il suo. Stava sorridendo, e i suoi occhi dorati brillavano di quella luce speciale che gli aveva fatto perdere la testa.

Emilien fumava già di rabbia, ma non lo diede a vedere. Cercò di concentrarsi e dare il meglio che poteva, anche se più di una volta fu lì lì per perdere l'equilibrio, su quelle onde troppo basse e capricciose. Per mettere la ciliegina sulla torta, una improvvisa e altissima rispetto alle altre lo colse di sorpresa, con una tale forza da costringerlo a farsi un involontario tuffo.

Settimo posto.

Salutami la Francia, Emilien!!!

- Dopo diversi anni, il campione è di nuovo fra di noi! Bentornato, squalo! Sempre in forma, sempre fiero! Congratulazioni!

James ignorò lo speaker e si lasciò accerchiare dai propri ragazzi, festosi per il ritorno agonistico del loro maestro.

In molti gli chiesero se sarebbe tornato a competere, ma lui negò. Disse senza tante cerimonie che aveva altri progetti per il futuro, per la vecchiaia; e mentre Troy gli passava un braccio attorno spalle, non si sentì affatto a disagio, nemmeno davanti ad un microfono. Affermò a testa alta che la sua vita adesso era al fianco di Troy e che il surf restava una parte della sua vita, una parte molto importante, ma passata.

Quella sera, guardando il tramonto in riva al mare con il capo poggiato sulla sua spalla, si sentì felice. Aveva vinto, e non una competizione. Molto di più. Semplicemente, molto di più.

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