Together
La porta del bagno si richiuse con uno scricchiolio e James entrò nella propria stanza ancora con l'asciugamano sulle spalle. Troy gli lanciò un'occhiata veloce. Poco dopo la premiazione erano difatti andati a casa del surfista per festeggiare adeguatamente, concluso ciò il trentasettenne era andato a farsi una doccia.
Il ragazzo lo guardò ancora e si diede una pacca sulla coscia, facendogli cenno col capo di sedersi fra le sue gambe. Ben volentieri James si rannicchiò contro di lui, beandosi del calore che emanava il suo corpo forte e muscoloso.
All'improvviso parve esserci uno spostamento d'aria, e i cuori di entrambi iniziarono a battere più velocemente. Stava per succedere qualcosa, si sentiva. Troy gli posò un bacio fra i capelli.
- Mi piaci tantissimo, James - mormorò, e trattenne il fiato.
Il campione si girò verso di lui di scatto, sconcertato, imbarazzato e piacevolmente stupito. E in quel momento, il suo cellulare trillò. Gli occhi azzurri del diciottenne ebbero uno spasmo.
- Shirley!
- James, ciao! Congratulazioni! Non ho potuto seguirti dal vivo, avevo un'urgenza con uno dei miei pazienti... mi dispiace.
Shirley era la sua carissima amica patita di animali, quella che gli aveva insegnato a cavalcare, ed era una veterinaria molto brava, anche.
- Non fa niente, sarà per la prossima volta.
- Hai intenzione di scalare la v-... la cresta dell'onda? Aha. A parte gli scherzi, vuoi ampliare i tuoi orizzonti e spingerti a livello mondiale?
- Non so...
Troy gli mordicchiò il collo. Allungò la mano libera alla cieca e gli strattonò delicatamente i capelli biondi e morbidi per intimargli di non deconcentrarlo.
- Oh, ma sarai stanco... ancora congratulazioni, campione! Ho sempre pensato che avessi qualcosa di speciale.
Per un attimo tacquero entrambi. Tra loro correva un'amicizia genuina e nulla di più e, nonostante Shirley lo conoscesse meglio di quanto conosceva se stesso, non è che la definisse la sua migliore amica o qualcosa del genere.
Il diciottenne riprese imperterrito a baciare ogni centimetro di pelle che trovava scoperto.
- E... Jenna ha chiamato? - si interessò infine Shirley, titubante.
James fremette e Troy lo guardò con aria interrogativa, prendendogli una mano.
- No...
- Allora scusa - disse, e si congedò con un ultimo saluto, chiudendo la chiamata.
- Chi è... - iniziò Troy, ma il surfista lo baciò senza dargli il tempo di finire la domanda.
- Mi piaci anche tu, Troy.
I suoi occhi azzurri si sgranarono all'inverosimile.
- Davvero?
- Sì e... come dirlo... mi piacerebbe proporti qualcosa di serio, tipo... ah... uscire insieme?
Diamine, si sentiva così imbarazzato. E se avesse detto di no? E se fosse scoppiato a ridere?
Il ragazzo annuì e lo baciò ancora.
È UN SOGNO!!!
Non poteva che essere un sogno. In quale altra realtà James, lo squalo, il campione nazionale di surf, ma soprattutto l'uomo di cui era innamorato, gli avrebbe mai chiesto di uscire insieme? A lui, lui, lui solo.
Trattenne una risatina.
Il cellulare di James squillò nuovamente.
- Oh no, e adesso chi sarà? - fece il trentasettenne, allegro. Gli strinse la mano.
Quando però lesse il numero sul display, impallidì e tremò da capo a piedi.
- S-scusa, è una chiamata impo-importante - balbettò, alzandosi e andando in un'altra stanza. Troy lo fissò perplesso e risentito. Chi era di così importante da non dover essere ascoltato da lui?
Si erano appena messi insieme e già era un segreto.
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