Prologo

Il mare d'inverno è una delle cose che in pochi apprezzano, fa freddo, il vento imperversa, la sabbia è bianca, il cielo grigio e le onde troppo spumeggianti. Ma nel tiepido clima invernale australiano c'era chi col mare aveva un rapporto viscerale, che per poter vivere agognava il suo sussurro graffiante e sottile.

James guardava le onde rifrangersi vicino a lui eppure non abbastanza da sfiorarlo, e sentiva i brividi sotto la pelle.

Freddo? No. Rimorsi.

Cosa sto facendo?

Dietro di lui passò un suo compagno surfista e rise, una risata velatamente derisoria.

- Ciao, squalo!

- Ciao.

Non aveva mai sopportato quel soprannome affibbiatogli dai compagni durante le competizioni. 'Squalo', o 'squalo dorato', lo chiamavano. Dicevano che era freddo, che col mare viveva in simbiosi, e che una volta afferrato una cosa non la mollava più. Stronzate.

Lui non era freddo, o meglio, un tempo non lo era stato. Aveva avuto una famiglia, ma no, non se l'era tenuta stretta. La sua compagna, sua figlia, e il figlio che aspettava... era scappato, aveva dimostrato di essere un codardo e li aveva delusi. L'unica cosa vera era che non poteva stare senza una distesa infinita d'acqua.

Ora, a trentasei anni suonati (si sentiva vecchio, altroché), stava diventando la stella nascente del surf: era ciò a cui si dedicava anima e corpo, mettendoci una passione tale che pareva la sua unica ragione di vita. Forse il mare era davvero la sola cosa che era capace d'amare.

Il sole fece timidamente capolino nel cielo grigio, ma solo per una frazione di secondo, poiché riscomparve dietro le nubi color fumo di Londra, gonfie e impenetrabili.

Molto metaforico, pensando alla mia vita...

Si sentiva un idiota a restarsene così, inerme, a fissare l'orizzonte troppo distante, distante quanto la sua famiglia. Doveva avere la stessa età che aveva avuto lui quando era scappato, Crystal. Chissà invece Shane, probabilmente sedicenne, com'era. Se gli assomigliava. Se desiderava conoscerlo.

Di fianco a sé risuonò un lieve scalpiccio di passi, ma lo ignorò.

- Bello il mare, vero? - mormorò una voce, timida ma dal timbro allegro. Volse lo sguardo a chi aveva parlato.

Era un ragazzino, doveva avere la medesima età di suo figlio, alto quasi più di lui (sì, okay, era basso, lo era sempre stato e dubitava che a trentasei anni avrebbe ripreso ad alzarsi) e dal fisico assai scolpito, doveva tenerci non poco. Non l'aveva mai visto in giro, forse aveva appena traslocato. La cosa però che lo colpì era il viso: aveva capelli biondi come l'oro, davano l'impressione di morbidezza assoluta, il naso piccolo e dritto, i denti bianchissimi incorniciati da delle belle labbra, e gli occhi azzurri più folgoranti di cui madre natura avesse mai dotato un essere umano. Oltretutto aveva tratti piuttosto marcati ma dolci, forse dovuti alla giovane età, e nello sguardo una luce birichina.

Fosse stato bravo con sentimenti ed emozioni, avrebbe distolto subito lo sguardo. Invece lo fissò incantato, e quello bastò a decretare l'inizio della fine, l'inizio dell'Amore, quello strampalato e incomprensibile con la A maiuscola.

- T-travolgente - balbettò, e si diede nuovamente dell'idiota.

Un mito nel fare figuracce, tanti complimenti, James...

- Io sono Troy.

Il ragazzino lo guardò con tiepido imbarazzo, poi sorrise, mostrando l'abbacinante sorriso.

- Piacere di conoscerti, Troy. Mi chiamo James.

- James... 'lo squalo'?

- Sì - rise l'uomo, e si strinsero la mano. Quella del sedicenne era calda e forte contro la sua gelida e tremante.

Troy prolungò un tantino più del dovuto la stretta, contorcendo il viso in una strana smorfia.

Accidenti... ha gli occhi color oro fuso... è qualcosa di indescrivibile. Mi sento così caldo dove mi ha toccato... la sua mano è freddissima eppure sento la mia bruciare. Fuoco allo stato puro.

Chiacchierarono per qualche tempo del più e del meno, scoprendo così che Troy aveva vissuto praticamente per tutta la sua giovane vita in un paesino sperduto lontano dal mare, dove l'unica cosa interessante da osservare erano i canguri e qualche occasionale dingo, e che James aveva una discreta fama come surfista, in zona. Dopo ciò però, il ragazzo fece un goffo cenno di scuse e disse che doveva andare.

Stava già avviandosi lungo la spiaggia, guardando preoccupato i nuvoloni scuri, quando l'uomo lo richiamò quasi ansiosamente.

- Ci rivedremo, Troy?

Sei un idiota. Perché glielo stai chiedendo?

- Sicuramente, 'squalo'!

E a quella risposta James non poté che sorridere, e pensare che poteva anche farsi piacere quel soprannome odioso.

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