Letters

Cinque anni dopo...

'Caro Shane,
so che le lettere son passate di moda e ora si dice qualunque cosa via messaggio, ma perdona il tuo vecchio se ha deciso di usare questo modo così 'antiquato' per scriverti. Ne è passato di tempo, eh? Un anno. Come stai? E come sta Chase? E la mamma e Crystal? La scuola va bene? Spero di sì. Qui, in un anno, è cambiato tutto e niente. Mi dice Troy, mentre scrivo queste righe, che sono poco comprensibile. Ah, quel ragazzino! Noi stiamo bene, però... manchi a tutti, sai? Soprattutto a Wave, stava lentamente deperendo come un fiore avvizzisce senza acqua e così... e così, come in una delle foto che ti allego, ora nel prato dietro casa pascolano due cavalli e mezzo. E mezzo?, dirai tu, perplesso. Già, perché, su consiglio di Shirley (la mia amica che m'ha insegnato a cavalcare), ho acquistato una compagna per Wave. Si chiama Blue. Dovevo aspettarmelo, eppure tanto improvvisamente da non accorgermene nemmeno è arrivato il piccolo Lucky. È un puledrino adorabile. Anche Troy s'è affezionato ai cavalli, ah, è vero, non te l'ho detto. Ora vive con me, e con sé ha portato quel dannatissimo pappagallo, Red... è una lunga storia, che forse un giorno ti racconterò. E a proposito di animali, poco dopo la tua partenza il dingo di Troy (sì, dingo!!!), Ghost, è passato a miglior vita e semplicemente non sono riuscito a dirgli di no quando mi ha chiesto se potessimo prenderne un altro... non chiedermi come diavolo ho fatto a trovare un cucciolo di dingo... comunque, l'ennesima bocca da sfamare. Ha voluto chiamarlo Choco. Che gusti strampalati, quel ragazzino.
Oh, si sta facendo tardi. Ehi, Shane? Perché non torni a farci visita, magari con Chase, anche per poco? Ci farebbe tanto piacere, e poi mi manchi davvero molto. Pensaci, mi raccomando. Salutami Chase, la mamma e tua sorella. Attenderò con impazienza la tua risposta.

Con affetto,

Papà'

Shane sorrise e ripiegò con cura la lettera, spiando l'amato di sottecchi. Gli poggiò il capo sulla spalla.

- Che ne dici, eh, amore mio? Andiamo a trovare papà?

Chase sorrise a sua volta e gli scostò con l'indice il ciuffo dalla fronte.

- Con te, fino alla fine del mondo - mormorò, socchiudendo gli occhi color porpora.

Lui gli strinse l'altra mano, sembrando riflettere attentamente su qualcosa di profondo.

- Grazie, Chase.

- Non mi devi ringraziare, non ce n'è motivo. Lo farei e basta. Per te qualunque cosa, amore mio.

Il castano scosse piano il capo, prendendo ad accarezzargli la mano grande e forte con delicatezza, passando e ripassando l'indice sull'anello d'argento che portava, come lui, all'anulare.

- E invece ti ringrazio, ti ringrazio davvero di tutto. Ti ringrazio di aver ricambiato i miei sentimenti, di esserti innamorato di me, di aver detto sì... e ti ringrazio di farmi sentire ancora speciale, nonostante siano quasi cinque anni che stiamo insieme, non mi fai mai sentire come se fossi solo 'un'abitudine'. È la forza dell'abitudine, quella che uccide.

Chase gli poggiò le labbra sul capo, un tantino perplesso.

- Ma Shane, tu sei speciale.

- Non è vero, io non sono speciale. Tu Chase lo sei, sei dolce, bellissimo, sei il ragazzo che amo e sei speciale. E io? Io cos'ho di speciale? E quando non troverai più nulla di speciale in me, io cosa farò? - disse l'ultima frase in un mormorio basso che si spense non appena chiuse la bocca, abbassando lo sguardo.

Il moro gli accarezzò i morbidi capelli castani. Be', aveva senso, capiva più o meno cosa sotto sotto intendesse realmente e al suo posto, piuttosto che stare con una persona il cui desiderio era spento, si sarebbe anche lui chiesto cosa fare. Ma non era il loro caso e non gli pareva di doverglielo stare a dire. Sospirò mentalmente dentro di sé.

- Shane, smettila di dire sciocchezze. Cioè, non voglio sminuire le tue insicurezze, ma... insomma, l'hai detto tu. Stiamo insieme da cinque anni. Ci siamo appena sposati. E diamine, guardati! Avevamo diciassette anni, eravamo poco più che due adolescenti. E già allora eri bello da mozzare il fiato. Adesso... adesso chiunque potrebbe benissimo scambiarti per un fotomodello da copertina. E a parte questo, non ho mai smesso di trovarti stupendo. I tuoi occhi... i tuoi capelli... le tue labbra... il tuo viso, e il tuo corpo così muscoloso! Shane... mi sembra inutile questo discorso, sai che non sono bravo a parole, ma se devo farlo lo faccio, dirò ciò che vuoi ogni volta che hai bisogno di sentirlo. Perché ti amo, ti amo non tanto per il tuo aspetto o il tuo carattere, ti amo perché sei tu.

Ed era così. Lo amava in ogni sua più piccola sfumatura senza riserve, dal corpo al cuore, dal cuore all'anima, e dall'anima alla mente.

Si baciarono.

- Mi dispiace - mormorò Shane, abbacchiato, e si passò una mano fra i capelli. Chase ridacchiò dolcemente.

- E di cosa ti dispiaci? È lecito avere dubbi, e d'altronde sono qui anche per questo. Resterò al tuo fianco per un lungo tempo, dunque... dovrai sopportarmi - gli bisbigliò di rimando all'orecchio, facendolo sussultare. Lentamente, le braccia forti del moro lo cinsero sotto le gambe e lo prese in braccio 'modello principessa' senza alcuno sforzo.

- Cosa stai facendo? - chiese, perplesso, e lui fece un gran sorriso.

- Ti sto per dare una dimostrazione di quanto ti amo!

Poco dopo si udì un tonfo attutito e uno scricchiolare di molle.

- CHASEEEEEEE!!!

~~~

'Caro papà,
è un tantino strano scrivere così, e in un certo senso inizio a capire chi parla del 'piacere della carta'... ma è irrilevante. Sono felice di sapere che state bene e altrettanto felice delle foto, le ho appese nella camera mia e di Chase. Chi le ha scattate? Sono belle. Qui tutto procede noiosamente bene, aha. Io sto bene, e anche Chase. La scuola va a gonfie vele. La tua mancanza si fa sentire, presto verremo a trovarti, promesso. Crystal ha detto che forse si aggiunge a noi, la mamma è rimasta in silenzio. Non so, forse è meglio così. Ora debbo andare. Da' una pacca sulla spalla a Troy da parte mia, e un bacio sul naso a Wave. Presto avrai di nuovo mie notizie.

Ti voglio bene,

Shane'

Dall'altra parte del globo James sorrise e poggiò la lettera al sicuro, poi chiamò il proprio ragazzo, ma invano. Doveva essere uscito, e non gli aveva neanche lasciato un foglietto con due righe.

S'indispettì e andò dai cavalli, fermandosi ad accarezzarli uno per uno e dedicando loro qualche parola gentile. Shirley diceva sempre che era un'ottima cosa, parlar loro.

Lucky gli mangiucchiò il bordo della t-shirt. Il puledro era, dopo Choco quand'era un cucciolino, l'essere più adorabile che avesse mai visto. Lo accarezzò fra le orecchie, lasciandolo fare. Aveva la criniera corta e ispida, rossiccia, ma il pelo morbidissimo e lanuginoso, tipico dei cuccioli. Dal padre pareva aver preso il buon carattere e dalla madre il bel colore sauro.

- Non è qui, Troy, vero?

Al sentire il nome dell'amato padrone Choco galoppò lì, fermandosi ad annusare in giro e a guardarlo perplesso, facendo oscillare la coda color sabbia in una sorta di strano pendolo. Lo adorava alla stregua di un proprio simile, quel dingo.

Scosse piano il capo.

Torna a casa presto...

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