It's beginning to look a lot like Christmas

Taylor

"Aaaaah non posso crederci!" esulto quando, aiutando Maddie a fare ordine sulla penisola di marmo,  mi trovo tra le mani il The New York Sides aperto proprio nella pagina che riporta il mio articolo "lo hai comprato!" credo di avere gli occhi a cuoricino. Maddie non smette mai di dimostrarmi che tiene davvero a me e da quando vedo i miei genitori sempre meno, apprezzo le sue attenzioni sempre di più. Non riesco a darle per scontate.

"Non mi conosci proprio eh?" dice agitando l'indice in segno di minaccia. Scoppio a ridere e la abbraccio, lasciandomi avvolgere dal profumo che emana, burro e zucchero e, vi dico la verità, se dovessi associare Maddie ad un profumo la assocerei proprio all'aroma che i biscotti natalizi stanno sprigionando dal forno - burro, zucchero, cannella e zenzero. 

"D'accordo, d'accordo, così mi farai smettere di respirare bella biondina..."

"E ti è piaciuto?" le chiedo con gli occhi lucidi per l'emozione. Anche se non credo che la mia strada sia il giornalismo, il mio tirocinio in redazione mi permette di esprimermi su tematiche che mi coinvolgono e come non lasciarsi coinvolgere quando l'articolo che ti propongono è proprio sul Natale?

"Piaciuto? L'ho adorato, soprattutto perché hai citato la nostra zuccherosa tradizione" dice schioccando le dita davanti a me e ondeggiando i fianchi. Scoppio a ridere di nuovo. Il capo redattore mi ha chiesto un articolo che parlasse della magia del Natale ed io ho sciorinato tutte le tradizioni di famiglia, i valori che mi hanno trasmesso i miei genitori, consigliando che la sensibilità che dovremmo respirare a Natale debba essere una sorta di comandamento, una sfida da perseguire per tutto l'anno attraverso la condivisione, la gentilezza, l'amore verso gli altri. Ok, forse è una smielata convinzione che ho io, ma sono cresciuta con tutto questo. D'altronde la mia famiglia, anche se è indiscutibilmente ricca, ha sempre portato avanti l'impegno per combattere la povertà di New York con campagne di beneficenza e donazioni. Ogni Natale organizziamo la mensa per le persone che non possono permettersi un pasto caldo da consumare e noi stessi ci rechiamo a servirli la sera della Vigilia.

"Sei stata proprio brava" mi acclama, aggiungendo un bacio sulla guancia.

"Grazie Maddie, sai quanto è importante per me la tua opinione."

"E sbagli... devi essere la prima e la sola ad essere orgogliosa del tuo lavoro, senza dar valore alle opinioni altrui. Quello che pensano gli altri conta poco, è quello che pensi tu di te stessa che è davvero importante" dice sfiorandomi la punta del naso con un dito. Sorrido. Mentre Maddie sforna i biscotti, incuriositi e forse stuzzicati dal profumo che invade la cucina, si fanno avanti Rick e Rock, i miei biondissimi golden retriever che stavano riposando nel salone riscaldati dal bagliore del camino.

"Oh chi si è svegliato!" li accarezzo mentre mi fanno le feste "sapete che non sono per voi..." dico quasi rimproverandoli. Ho sempre avuto la sensazione che mi capiscano anzi ne sono certa. Il loro sguardo è catturato ancora dalle invitanti teglie su cui i biscotti ora sono disposti per raffreddarsi.

"Va bene, allora facciamo così... andiamo prima a fare una passeggiata e quando torneremo e saranno finalmente pronti ve ne darò solo uno a testa, d'accordo?" Rick e Rock iniziano ad abbaiare e a dirigersi verso la porta dove si trovano i loro guinzagli e le pettorine in tartan che ho comprato per loro appositamente per Natale. Prima di raggiungerli non mi sfuggono gli occhi al cielo di Maddie.

" Se farai così anche quando sarai madre allora non avrai scampo..." sentenzia e scoppia a ridere. Non ho ben chiaro cosa voglia dire davvero, così lascio cadere quelle parole e raggiungo i miei cuccioli... che poi così cuccioli non sono.

Amo la mia città e non c'è giorno che non la attraversi senza il sorriso, come adesso, e poi, passeggiare per le avenue con Rick e Rock è ancora meglio – è per questo che mi propongo io stessa di portarli fuori senza che se ne occupi Maddie o Roger. Essendo due cani di taglia grande, fungono da spartiacque per le strade perennemente affollate ed io ho modo di godermi le vetrine mentre i passanti sono costretti a fermarsi, indisposti, per farci spazio. Ed è proprio mentre cammino a testa alta, noncurante della temperatura gelida che mi imbalsama il viso, che vengo catturata da un vestito rosso Valentino che impera nella vetrina della maison: l'immagine di me che indosso quell'abito la sera di Natale prende forma nella mia testa e mi immobilizzo all'istante, come avessi avuto una visione. Devo entrare. Devo prenderlo. È mio. Ipnotizzata, mi appresto ad entrare dimentica dei guinzagli di Rick e Rock.

"Ehi" dico strattonata dalla loro opposizione a seguirmi. Dovrei lasciarli al bodyguard che in questo momento è dentro e sta parlando al trasmettitore.

"Ehi state fermi" li richiamo mentre sembrano attratti da qualcosa.

"Ma che..." non riesco a fermarli che mi ritrovo ad essere trascinata da loro "fermi, ehi, fermi!" ma che cos'hanno? Provo a tener fermo il cappello bianco di lana in testa con una mano, senza rischiare di perdere la borsa, mentre mi sforzo con l'altra di reggere entrambi i guinzagli. Non si sono mai comportati così, almeno non con me. Cerco di aguzzare la vista per capire cosa li abbia attirati, oh no... topi! Sta per cadermi la borsa quando, distrattamente, inciampo e mi ritrovo a terra. Non completamente a terra... la caduta è stata attutita da un cappotto blu... un cappotto blu? Ma... mi guardo intorno per capire cosa sia successo, poi ritorno sul cappotto. Sollevo un po' di più lo sguardo e incontro due labbra carnose, ancora un po' più su e vedo un naso sottile per poi imbattermi in due profondi occhi azzurri. Cavolo! Sono caduta su un ragazzo... e sono ancora sopra di lui.

"Scusami! Scusami!" lui si rialza faticosamente mentre io incredula rimango a terra, cercando di capire cosa sia successo. Lui, dopo essersi scrollato il cappotto, mi porge una mano.

"Ma dove..." mi guardo intorno. Non vedo più i miei golden retriever.

"Oh cavolo!" dico portandomi le mani ai capelli.

"Oh cavolo? Tu dici oh cavolo ? Ma hai visto cosa mi hai combinato?" sto ancora cercando di individuarli tra la folla di persone che serpeggia davanti a me che non presto attenzione a quello che dice. E ora come faccio? Dove li trovo? Come li trovo? Tutta colpa di quei topi! Istintivamente sbatto i piedi a terra e serro le mani in pugni. 

"Ehm..." si schiarisce la voce "sono ancora qui. Almeno delle scuse me le aspetterei, non credi?" mi volto verso di lui, ancora pensierosa. Sapranno tornare a casa da soli? In fondo facciamo questa strada tutti i giorni e se non la percorrono con me sono abituati a percorrerla con Maddie. Improvvisamente mi rendo conto di cosa sia successo, ho sbattuto contro di lui e... non riesco a ricordare cosa mi abbia appena detto perché i suoi occhi azzurri tornano a catturarmi. Come fanno ad essere così limpidi? Sembrano di vetro...

"Ma cosa mi aspetto da una signorinella viziata newyorkese..." sbotta.

"Come scusa?" signorinella viziata a chi?

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