Sette
- Giulia, vieni qui - Giulia si stava allacciando il giubbotto, sua madre si era rintanata in cucina dove non poteva vedere la porta ancora aperta e Kristina e Mary che aspettavano.
- Mica avrai intenzione di farti accompagnare a scuola da quelle due? - la madre di Giulia la guardò severa, Giulia fece finta di non capire, la madre sbuffò:
- Secondo te una persona che ti bacia in quel modo così, in pubblico, davanti ai tuoi nonni e a tua madre, è una persona che ti vuole bene? -
"E chi mi vuol bene, tu?" Voleva rispondere Giulia, oppure voleva semplicemente andarsene come aveva fatto al corso di teatro, ma invece aspettò che la madre continuasse a parlare con l'enorme faccia tosta che aveva in quel momento.
- Quelle due ti vogliono plagiare Giulia, sono come Erica. Non te l'ho detto perché eri piccola e poi pensavo ti fosse passata questa fissa, ma adesso ti comporti così da mesi... - di colpo sembrava una donna distrutta, come la sera prima. Giulia pensò che doveva andarci lei al corso di teatro, ad insegnare insieme alla Tardelli. Tanto avevano le stesse idee anche su di lei.
Dopo un attimo, lo sguardo si rifece severo e freddo : - Io devo proteggerti - disse e si avviò verso la porta dove stavano Mary e Kristina.
- Mia figlia non verrà a scuola con voi, né oggi né mai più. Questa è l'ultima volta che vedete la porta di questa casa aperta, e ieri è stata l'ultima volta che Giulia ha visto la vostra. Non vi vedrete se non in classe, e spero che avrete la decenza di non circuirla nei bagni- la donna si fermò, prese un respiro e fece per tornare in casa, ma si voltò di nuovo: - Mia figlia è solo confusa, non è come voi. Basterà aiutarla- la madre di Giulia annuì, come per convincersi da sola: - Si può ancora recuperare con lei - si rassicurò.
Mary fece un passo avanti e Kristina fece per trattenerla, ma la ragazza si liberò dalla stretta dell'amica e bloccò la porta che si stava chiudendo, con enorme stupore della madre di Giulia.
- Sua figlia, signora, è innamorata della mia amica e sì, sono due donne,con questo? Vogliamo impedire alle persone di amarsi in base a quello che hanno tra le gambe? Perché invece non pensiamo a quelli che si odiano e lasciamo chi si ama a fare l'amore, dico io? - la madre di Giulia sgranò gli occhi: - Oh si, signora, sua figlia e la mia amica fanno sesso, anzi fanno l'amore, e io personalmente, pur avendo sempre scopato con grossi cazzi duri, non ci trovo niente di strano se loro due se la leccano - la porta si stava chiudendo sempre di più, a Mary non restavano che poche parole: - Dovrebbe metterci una pietra sopra signora, sua figlia è lesbica e lei non può farci un accidenti - Sbam!
La porta si era chiusa e Mary continuava a batterci i pugni sopra e a ringhiare insulti.
- Mary... - Kristina scoppiò a singhiozzare.
- Kris... -
Si era seduta con la schiena contro gli scalini dell'ingresso, singhiozzava e la faccia era immersa nelle mani tanto da nasconderla tutta, Mary le si avvicino è sentì che si lamentava.
- Kris... dai andiamo, la aspetteremo fuori scuola... -
- Ma la hai sentita! - Kris singhiozzò - Ci ritiene dei mostri e crede che Giulia sia malata solo per non ritenere un mostro anche lei! -
- Kris... -
- Noi dobbiamo fare qualcosa - Kristina guardò Mary: - io devo fare qualcosa -
- Tipo cosa? -
- Non ne ho idea -
- Dai, intanto andiamo a scuola -
Kristina si alzò da terra e Mary la prese sottobraccio, andarono verso la scuola.
-Se ne sono andate - sbuffò Giulia, dentro era distrutta, aveva visto Kristina crollare dalla finestra e aveva sentito le parole di Mary, sopratutto aveva sentito quello che aveva detto sua madre. Solo la rabbia la aiutava a stare in piedi:
-Posso andare a scuola adesso? -
La madre di Giulia chiuse il telefono e prese il giubotto: - Niente scuola oggi, vieni con me - Giulia posò lo zaino: - Dove? -
- A fare una visita - la madre afferrò la borsa; le parole di Mary l'avevano turbata, si vedeva. Si risistemò i capelli con una mano e iniziò a cercare le chiavi dell'auto.
- Giulia! Che ci fai ancora a casa? -
- Nonno! - Giulia gli gettò le braccia al collo e lui la strinse forte, così scarmigliato in pigiama e ciabatte.
- Giulia, andiamo -
- Ma che è successo? Giulia... - il nonno sciolse l'abbraccio e vide il viso della nipote, contratto nel trattenere le lacrime -
- Papà, ti ho detto che io e Giulia dobbiamo andare - prese la figlia per un braccio e la strappò da quell'abbraccio sciolto, una lacrima scappò al controllo di Giulia, il nonno le seguì fino alla porta: - Ma che stai facendo? Dove andate? -
- A fare una visita papà. Una visita urgente - la madre aprì la porta.
- Una visita?... No! Non quella visita, tornate qui! Che accidenti ti passa per la testa? Giulia non è malata! Tornate... - la porta gli si chiuse in faccia. - ... qui - l'uomo si prese la testa fra le mani, batté un pugno sulla porta, poi le braccia gli caddero lungo il corpo come morte, la schiena s'incurvò un poco più di quello che era normalmente e la testa guardava in basso. Perché non era riuscito a far capire a sua figlia che l'amore era amore, e basta.
In macchina c'era un silenzio che sapeva di rabbia, ma solo in superficie. In realtà era disperazione, incomprensione. Ma alla fine era solo silenzio, quindi non importava granché.
- Siamo arrivate, scendi - ordinò la madre di Giulia dopo aver parcheggiato.
Si trovavano in una zona che Giulia non conosceva (non che conoscesse molte zone di Milano oltre la sua). La madre citofonò ad un cancello di ferro battuto, un uomo rispose al citofono, la madre di Giulia si presentò: - Sì, siamo qui sotto indicazione della professoressa Tardelli - l'uomo aprì. Giulia sgranò gli occhi, ma non disse nulla; pensò che avrebbe dovuto aspettarselo.
Arrivate nello studio l'uomo che aveva risposto al citofono, il segretario, le fece accomodare e dopo pochi minuti arrivò una donna sulla quarantina, bassa e non troppo magra che si sistemava gli occhiali: - Ciao Giulia, io sono la dottoressa Trumpolino. Vogliamo entrare e conoscerci un po' meglio? -
- Un po' meglio? - Giulia alzò le sopracciaglia
- Tua madre mi ha parlato molto di te -
- Allora stamo freschi - sussurrò la ragazza.
***
Sono stata un'imbrattacarte ingrata e non ho pubblicato per un'eternità, me ne rendo conto. Chiedo umilmente perdono.
Non so quando arriverà il prossimo capitolo, spero il prima possibile.
Sorry sorry sorry
Natalinna
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