12. Insania

In compagnia di un nuovo Flip, Harry, per la prima volta da molto tempo, mangiò una mela e bevve un po' di latte.

Trascorse la giornata a guardare l'uccellino e a sorridergli e ,nei giorni successivi ,non vide mai il suo padrone.

Una sera il ragazzo era seduto sul suo letto, quando Louis comparve sulla soglia della sua camera.

Harry si irrigidì all'istante e, pur cominciando a tremare, iniziò a spogliarsi.

" No" lo fermò il Romano " questa sera no...sono solo venuto a vedere se stavi meglio."

" Io sto bene, padrone, grazie....e ti ringrazio anche per Flip...lui è così bello e canta così bene" sussurrò il ragazzo.

" È ammaestrato, lo sai?"

" Cosa vuol dire ammaestrato?" chiese dubbioso il giovane.

" Apri la gabbia e vedrai" rispose Louis

Harry lo fece e Flip saltellò fuori volandogli sulla spalla e colpendogli con il becco il lobo di un orecchio, non facendogli male, però.

Il ragazzo si voltò verso il Romano e gli fece uno splendido sorriso facendo comparire sulle guance due adorabili fossette.

Louis, per non far capire con il suo volto l'emozione che sentiva nel cuore ,si girò e uscì.

Non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte, la sua testa era piena di pensieri e sentiva una grande confusione.

Rivisse nella mente la sua infanzia fredda e solitaria, senza la madre e con un padre che non gli rivolgeva mai la parola.

Era stato felice quando lui era morto, era stato felice di non sentirsi più chiamare " bastardo" , " scherzo della natura" o " lurido effemminato".

Per questo si era creato una corazza di cinismo e durezza e ora non poteva cambiare, non voleva cambiare per colpa di due occhioni verdi .

Harry era uno schiavo, un oggetto e come tale andava trattato...non avrebbe dovuto regalargli quel dannato uccello...non avrebbe proprio dovuto.

Non doveva mutare il suo comportamento, non poteva permetterselo e fu con questa risolutezza che alle prime luci dell'alba mandò Pomponio a chiamare il ragazzo.

Lo aspettò sulla soglia del suo studio e, quando lo vide arrivare, lo tirò all' interno della camera e, dopo aver chiuso la porta, lo sbattè contro il muro.

Con una furia che non aveva mai avuto gli strappò i vestiti di dosso facendoli a brandelli.

Il ragazzo , stupefatto dal repentino cambio di umore rispetto alla sera prima, cercò di ribellarsi e divincolarsi dalla sua stretta.

Il Romano allora lo colpì violentemente al volto e non riuscì più a fermarsi finché Harry non scivoló a terra non facendocela più a stare in piedi.

Cercò di nascondersi da qualche parte strisciando sul pavimento, ma a Louis non bastava ancora...voleva umiliarlo, voleva distruggerlo....

Si avventò allora sul suo corpo possedendolo con spinte violente e forti ed Harry per la prima volta cominciò ad urlare e a piangere come non aveva mai fatto.

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So che odierete tutti Louis, ma come personaggio rispecchia davvero il comportamento che avevano i padroni con gli schiavi a Roma.

Vorrei dedicare questo capitolo a tutte le fanciulle che  votano e commentano i capitoli che scrivo e soprattutto a chi invece di seguire le lezioni a scuola ...aspetta i miei aggiornamenti!

Siete adorabili davvero!

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