11. Vivendi malum
Il medico arrivò nel giro di un'ora e fu introdotto nello studio di Louis.
" Nobile Louis!" parlò il dottore con voce ossequiosa " Che cosa posso fare ? Quali sono i disturbi che accusi?".
" Non è per me, è per uno schiavo.."
" Uno schiavo?" chiese incredulo Ipparco.
" Senti, non ti pago fior di sesterzi per fare domande cretine! Fai quello che ti ho chiesto e poi vieni a riferirmi la diagnosi".
L'uomo si inchinò e uscì.
Ritornò poco dopo accompagnato da Pomponio.
Dopo che lo schiavo fu uscito, Ipparco disse:
" Dunque, a parte i segni di morsi e i lividi che ha sul corpo che sono stati provocati da...beh...si sa...insomma..." cominciò a balbettare.
" Vieni al dunque!!!" gridò il Romano.
" Non ha più voglia di vivere, mio nobile signore, si sta lasciando morire."
Louis respirò a fondo, si alzò, consegnò al medico un sacchetto di monete e lo congedò.
" Pomponio!" sbraitò come suo solito " suppongo tu abbia sentito ciò che ha detto Ipparco, data la tua abitudine di origliare...."
Lo schiavo anziano arrossì e fece per protestare, ma venne interrotto dal nobile che continuò a parlare:
" Harry non ha speranze, quindi voglio un altro ragazzo. Rivolgiti a qualche mercante di schiavi e fammi sapere quando hanno disponibilità di bei giovani, chiaro?".
Pomponio rabbrividì e annuí sospirando, quindi uscì.
Era ormai notte inoltrata quando Louis decise di andare a dormire e, senza sapere come e perché, si ritrovò nei quartieri degli schiavi , di fronte alla porta di Harry.
La aprì e vide che il letto era vuoto.
Entrò e si guardò attorno e fu allora che notò un corpo raggomitolato nel giardino illuminato dalla luna.
Uscì di corsa pensando di trovarlo ormai morto, ma vide che respirava flebilmente e che teneva la mano sopra una piccola zolla di terra, circondata da sassolini... sembrava una tomba.
E fu così che si ricordò del corpo dell' uccellino che stringeva fra le mani giorni prima...
Fece per andarsene, ma ci ripensò.
Si inginocchiò, prese in braccio il ragazzo e lo riportò nel suo letto, spostandogli dalla fronte un riccio ribelle.
Lo fissò per alcuni istanti, poi uscì.
La mattina dopo Louis sparì per diverse ore, ma non appena rientrò in casa, cominciò ad urlare chiamando Pomponio.
Il servo arrivò nello studio e aspettò gli ordini.
" Porta questa nella stanza di Harry, ora!" disse il nobile voltandosi poi verso la finestra.
Lo schiavo non poteva credere ai suoi occhi: sul tavolo c'era una bellissima gabbia di legno con, al suo interno, un passerotto che cinguettava allegramente.
Sorridendo con gioia la prese e corse da Harry.
" Piccolo, guarda! " disse il vecchio " c'è un regalo per te!"
Il ragazzo aprí a fatica gli occhi, ma, non appena sentì cinguettare, si sedette sul letto e guardò ciò che Pomponio aveva fra le mani.
Grosse lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi verdi, mentre continuava a ripetere:" Un altro Flip, un altro Flip.."
Poi rivolto allo schiavo disse:" Grazie! É il dono più bello che potessi farmi..."
" Non sono stato io, Harry, è stato il padrone..." rispose Pomponio.
" Lui??".
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Nell'antica Roma i passeri venivano tenuti molto spesso come animali domestici.
Molti di voi avranno letto le poesie di Catullo sul passero della donna da lui amata, Lesbia....
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Siete lettori e lettrici fantastici!
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