L'amnesia
Sentii urlare mio padre per la colazione, e con molta fatica lottai contro le coperte per liberarmi ed alzarmi. Misi i piedi a terra, accorgendomi solo dopo che stavo calpestando la scatola della pizza
-oh, cazzo! Ma proprio qui dovevo gettare la pizza?
Mi alzai e mi incamminai in cucina sbadigliando e strofinando i piedi per pulirli
-buongiorno Ametista, come al solito ti svegli con una bestemmia
-ho schiacciato quella dannata pizza
-come le altre mille giornate... Sta lì da un anno, potresti pure pulire la stanza ogni tanto... E anche girare per casa con almeno uno slip...
Guardai il mio corpo completamente nudo ed esposto alla vista di tutti quelli che guardavano da fuori la finestra
-in casa mia voglio essere libera di muovermi
Presi una fetta di pane con la marmellata
-ascolta, oggi devi andare dalla dottoressa, vedi di vestirti bene
-mi vesto come mi pare...
Prese una fetta di pane pure lui mentre indossava la giacca
-ci vediamo tesoro, papà va a lavoro
Poi mi diede un bacio in fronte
-ciao papà...
Lo guardai uscire col sorriso, poi la porta si chiuse
-attento papà, torna da me stasera...
Mi avviai in stanza e presi i primi vestiti che trovai, poi uscii. Arrivai al palazzo della dottoressa.
-Ciao piccola Amerista, come stai?
Chiusi la porta della sala
-sto bene, e tu Docy?
-io sto bene, grazie per averlo chiesto... Sdraiati
Mi sdraiati sul lettino delle visite, lei si sedette sulla sedia accanto
-allora, hai fatto qualche sogno in questi giorni?
-come al solito... Demoni, vampiri, zombie... Quello che vedo la sera lo sogno la notte... A parte un giorno
Si fermò a scrivere
-dimmi... Racconta
-ho sognato una sala scura, poi delle luci seguite da spari... Tanti spari... Poi una donna... Diceva di sterminare... Poi nulla
-sembra che ora ci siano più dettagli, ne sono felice... L'amnesia e ancora molto forte, ma piano piano stiamo vincendo, brava mia cara
-Docy, potrebbe raccontarmi ciò che abbiamo scoperto?
- certo... All'inizio ricordavi solo due mani rovinate e l'urlo di aiuto di una donna, la seconda volta hai sognato un seminterrato pieno di armi... E ora questo... Anche se è poco è un ottimo passo avanti
Mi alzai
-devo andare, vuoi che ti porto qualcosa?
-se la prossima volta mi porti una ciambella, mi fai un favore
La salutai con un'occhiolino e uscii. Aspettavo a casa che mi chiamassero, intanto mi distraevo con la console. Lanciai il joystick per l'ennesima partita persa
-dannazione... Questo personaggio non ha i miei riflessi, non riesco a giocarci bene...
Mi fermai. I miei riflessi. Riflessi e istinto omicida degno dei migliori. Da quando ero una bambina avevo questi riflessi, da quando mi svegliai nelle braccia di mio padre. Già dall'età di dodici anni facevo parte della squadra di polizia locale, per poi passare a sedici anni in quella della S.W.A.T. e a diciannove nei servizi segreti U.S. Come prima fila. Avevo un talento fuori dal comune, un esperienza nell'uso delle armi fuori dalla portata di qualunque essere umano in circolazione e un istinto alla lotta corpo a corpo insuperabile. Per giocare con la nomina che avevo mi misi delle corna finte in testa e mi feci un tribale ala nera sulla schiena, e usando come nome in codice "demonietta". Ma anche se ero diventata la migliore che esisteva, il passato continuava a tormentarmi. Cosa ero prima? Perché ero così esperta già da bambina? Chi era mia madre? Mi ripresi dai pensieri grazie al suono del cellulare
-pronto?
-DEMONIETTA! ALLARME ROSSO NELLA BANCA! UNA SQUADRA DA DIECI HA PRESO POSSESSO DELLA ZONA, VENTI GUARDIE SONO MORTE E TRE SONO FERITE GRAVEMENTE... ARMAMENTI PESANTI... VIENI SUBITO!
-si si... Che ti urli? Passo dal tabacchino e arrivo
-CI SONO DEGLI OSTAGGI CORRI SUBITO!
Mi battei una mano in fronte
-okay okay, mi vesto e arrivo...
Chiusi la chiamata e mi preparai. Arrivai nella zona con un taxi, scesi e guardai la zona: una strage di proiettili ed auto bruciate, cadaveri a terra e altri poliziotti dietro alle auto per proteggersi. Camminai in mezzo ai proiettili fin dove stavano le guardie S.W.A.T.
-METTITI AL RIPARO, DEMONIETTA!
-zitto anticappato... Dimmi la situazione
-non possiamo avvicinarci, il perimetro è pieno di mine... Ci sono tre cecchini e sette persone dentro... Ci sono dodici ostaggi... due anziani, cinque adulti e cinque minori... Un ostaggio e già morto, e ne uccideranno altri ogni due ore
-che vogliono?
-vogliono semplicemente il presidente... Vogliono ucciderlo e prendere il suo posto...
-sempre le stesse cose... Dannazione
Feci un fischio a due soldati
-voi due, andate nel taxi e prendete la mia borsa!
I due si guardarono
-che aspettate?
-ci dispiace Demonietta ma ci hanno dato ordini di non toccare il suo armamentario o di aiutarla durante l'operazione... Mi dispiace
-maledetto anticappato stellato...
Tornai dal tassista e presi la borsa
-ehi, carino... Il conto mandalo ai servizi U.S. e dici che Diavoletta non ha pagato, capito?
Il ragazzo era sdraiato sui sedili per paura di essere colpito da qualche proiettile, fece un cenno con la testa poi se ne scappò in sgommata. Trascinai la borsa fin davanti al campo minato, poi guardai la zona
-EHI! SONO VENUTA PER UCCIDERVI, POTETE LASCIARMI ENTRARE?
Notai un leggero riflesso di luce sull'angolo destro del tetto, e con un leggero movimento della spalla scansai un proiettile puntato verso di me
-D'ACCORDO! MA ALMENO MI MANDATE QUALCUNO CHE PUÒ PRENDERE LA BORSA? E PESANTE!
un altro riflesso di luce, e stavolta sparai in quella direzione. Dal tetto cadde un corpo inerme
-ORA MI MANDATE QUALCUNO? O DEVO AMMAZZARE ANCHE L'ALTRO CECCHINO?
una figura uscì dalla porta principale. Era una donna molto grande di età armata con solo un coltello
-ciao Ametista... Figlia mia...
-cosa? Figlia?
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