XXII. DUE PUNTI

S'alzò nel cimitero della chiesa
Il cannibale morto divorato
Dalla fanciulla della folle resa
Per il sensibil pianto rivelato

Bastarono maldetti e mal occhiata
E camminando sortì le sventure
Cannibale, costui l'ha divorata
La banalità schiava di culture

Ora canticchia e vuole dipingere
Due punti sulla lapide dannata
Ora cancella e gli pare stringere
L'arte per sua egoistica parata

Recita spoglio vittima d'imperio
Piantando i semi del fiore anormale
"Assai l'assale quel sol desiderio
Dolce e nubile lirica mortale"

E attende per cogliere l'aspro frutto
Per vincere il cuor che non pulsa il vero
Ricerca il terzo punto nel gran tutto
Per riempire il suo picciol buco nero

"Due punti" scrive allora sulla tomba,
Su tale porta dichiara al mondo
Perché due punti combattono all'ombra
Ma con due punti non giunge in fondo

Duole con sospensivi lì sospesi
L'affanno di una mente che a brandelli
Ambivalente negli enormi pesi
Vuole vivere senz'altri gemelli

Dunque li congiunge, i punti nemici
E con la linea retta dà l'inizio
E la fine di scontati auspici
E recide netto qualunque indizio

Così strugge il frutto nato ucciso
L'assapora allettando la fanciulla
Della sconfitta dal candido viso:
Lui trova il punto per l'oscuro nulla

Vien divorato dal critico "se"
Dentro la tomba aperta all'inganno
Scorda i valori dei due e del tre
E si congiunge con altrui malanno.

[10 strofe, 222 parole]


FINE.

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