16. Un'altra

Fatico io stessa a riconoscermi nello specchio del piccolo camerino all'ingresso del club. Tuta a rete blu notte che copre l'indispensabile, tacchi dello stesso colore e orecchie da gatto che sulle punte sfumano vero l'azzurro.
Ancora più sorprendente per i miei standard è il trucco. Stasera ho osato con sfumature marroni ad allungare l'occhio ed un rossetto intenso, scuro e rosso. Tanto basta ad esaltare gli occhi cristallini.

Sistemo per un'ultima volta il cerchietto che scosta all'indietro i capelli lasciando solo la frangia a coprirmi il viso. Pochi giorni fa il mio Padrone mi ha sorpresa un'altra volta.
Un corriere ha portato un piccolo pacco nero. Non ci ho messo molto a capire il mittente. All'interno ho trovato quelle orecchie blu che hanno ispirato il resto del "vestito", se così può definirsi.

Non è solo la mia immagine ad essere diversa, mi sento cambiata. Mi sento determinata ad affrontare queste sfide, stranamente sicura di me, fiera. A testa alta esco da quella stanza portando con me il mio collare.
L'ultimo pezzo del mio vestiario che mi metterà il mio Padrone. Anzi, il penultimo visto che ha già annunciato una piccola sorpresa. Immagino già di cosa si tratti, è piuttosto logico. Una coda.

Non mi spaventa, non sarebbe la prima volta che un plug allarghi le mie natiche. In realtà, mi eccita che voglia farlo davanti a tante persone. Voglio essere desiderata, invidiata, mostrare il lato di me che non emerge al di fuori di queste mura.

Oltrepasso la tenda senza curarmi molto degli occhi su di me. Non mi importa di essere osservata o meno né il modo in cui lo facciano. La mia meta è il bar, dove mi attende il mio Padrone.
Poggiato al bancone è colto da un leggero sorriso vedendomi andare incontro l'ignoto così sfrontata e temeraria. Posa il bicchiere senza staccare gli occhi da me «voltati».

Ubbidisco sorridendo. La sua mano mi percorre il braccio e le dita raggiungendo il collare. Lo prende e mi scosta i capelli per bloccarlo al collo pallido. Chiudo un istante gli occhi gustandomi questa sensazione. Sono sua, ancora.

Sfiora appena i miei fianchi, solo per accendermi un desiderio che non soddisferà presto, poi mi fa voltare e trovo il mio drink preferito ad attendermi.
Mi siedo su uno sgabello osservando il mio Padrone in piedi al mio fianco. Ancora non ne ho avuto l'occasione e anche lui questa sera è stato tenuto ad un abbigliamento tanto insolito per lui quanto affascinante.

Per i master il dress code è più in suggerimento che un vero obbligo, ma Dean l'ha seguito a pieno e forse essendo socio non ha avuto scelta. Pantaloni eleganti, più stretti del solito, privo di camicia e polsini neri in pelle, la stessa che mi cinge il collo. Il suo fisico riflette i suoi anni ma per me è affascinante sotto ogni aspetto.

«Ragazzina scommetto che se infilassi le dita tra le tue gambe ti troverei indecentemente bagnata».
Lo guardo maliziosa e liberando la cannuccia dalle labbra ci gioco leggermente, leccandola solo per fargli vedere cosa lo aspetta «non lo so Padrone, dovrebbe provare..»
Mi afferra i capelli facendomi reclinare la testa verso di lui, che anche con i tacchi è decisamente più alto di me.
«Così la mia ragazzina ha voglia di giocare..» mi mordo il labbro aspettando la sua prossima mossa.

La sua mano percorre prepotente l'interno coscia, arriva vicina la mia intimità e la sfiora appena. Sussulto a quel contatto desiderato e non concesso. Con ancora gli occhi nei miei assesta una sonora sculacciata che mi suscita un sorriso piuttosto che una smorfia.
«Non mi provocare ragazzina, sai che paghi con gli interessi».
«Mi perdoni, Signore» concludo quella piccola sfida con una punta di ironia.
La pagherò, è vero, ma ne varrà la pena per quella leggera erezione che posso vedere nei suoi pantaloni.

«Hai capito qual è il mio regalo, vero Leyla?»
«Sì Padrone»
«Prepareranno una piccola piattaforma, sarai l'attrazione di uno spettacolo per qualche minuto. Ripensamenti?»
«Nessuno» rispondo decisa, quasi infastidita ormai dalle sue domande. Non mi crede forse all'altezza? Pensa che fuggirò solo per qualche sguardo?
Sono giovano, ben proporzionata, assolutamente fiera di questa vita che mi calza alla perfezione, che mi fa vedere ogni mio dolore sotto una luce diversa. Sono IO, di cosa dovrei vergognarmi?

Forse gli ultimi eventi lo hanno reso più cauto, anche per quella prova di fiducia che mi ha chiesto am di cui ancora non mi ha parlato.
«È tanto che vieni qui, ma se volessi una maschera stasera-»
«Non ho niente da nascondere» dico ancora più sicura. «La fiducia che mi hai chiesto.. come posso dartela?».
Passo lo sguardo dal bicchiere a lui. Ha di nuovo quello sguardo curioso che non mi riserva da molto. Vede una determinazione nuova e ne sembra affascinato, tanto che sorvola su come lo abbia interrotto.

Già dalla prima volta al club ho deciso di non indossare maschere, così come ho usato il mio vero nome. Nessuno mi conosce, a nessuno importa chi sia, perché sia lì, che vita abbia vissuto.
Mi nascondo ogni giorno, invisibile per chiunque, non voglio farlo anche qui al club.

«La lista che mi hai dato mesi fa. Non volevi andare con qualcun altro senza che te lo chiedessi».
Annuisco, invitandolo a proseguire. So bene la regola che ho posto, e Dean l'ha sempre rispettata. In questi mesi ci sono state due volte in cui me lo ha dimostrato.
Una volta mi ha condivisa con un altro master. Sono stata il loro giocattolo, ed è stata una delle sessioni più belle mai avute. La seconda lui ed una mistress hanno deciso di scambiare le proprie schiave, così qualche ora sono stata nelle mani di una bellissima donna dai capelli rossi mentre il mio Padrone si stava divertendo con Trim, prosperosa donna vicino ai trenta con cui avevo parlato qualche volta al bar.
In entrambi i casi ha chiesto la mia opinione ed io non mi sono pentita affatto di aver accettato.

«Un mio amico verrà al club stasera. Vorrei che tu fossi sua qualche ora.. considerati un regalo di ben tornato. E vorrei che tu accettassi ora, prima di incontrarlo».
È eccitante pensare di essere un regalo, al pari di un oggetto, ma il più prezioso. Ammetto che quando ho posto quella regola è stato perché non volevo ritrovarmi nelle grinfie di qualcuno che non trovavo attraente.
Vedendo la mia esitazione Dean sorride «non sei più tanto determinata eh.. tranquilla, ti piacerà».

Che sono determinata. Lo guardo con sfida ed ogni dubbio svanisce «accetto».
Non so cosa io voglia dimostrare, né a chi né il motivo per cui sento questa smania di apparire forte e decisa. So però che se mi chiedessero di gettarmi nel fuoco per  provare che non ho paura, lo farei.

Noto una piccola piattaforma rialzata che stanno allestendo ed una piacevole ansia inizia a salire, così come l'eccitazione. È semplice, bassa, appena sufficiente per far muovere due o tre persone.
Dean mi ha spiegato che non sarò l'unica della serata ad essere messa in mostra, anche se sarò la prima. Al centro pongono una cavallina e su un tavolo vari oggetti che dal bar non posso vedere, anche se tento in tutti i modi di scorgere la mia cosa.
Scommetto che sia in tinta con le orecchie, d'altronde sono anch'esse una scelta di Dean.

Un altro drink e, quando il club è ormai colmo, il mio Padrone si congeda dalla mistress con cui stiamo parlando «scusa Linda, la mia gattina ha bisogno di una coda».
Mi conduce sulla piattaforma. Lo spettacolo può iniziare.
Sono felice quando "R U Mine?" inizia a risuonare per il locale. Amo questa canzone, che riesce ad eccitarmi con la voce calda ed i bassi tuonanti. La musica rende ogni cosa meno teatrale, dando l'illusione di essere una normale ballerina su un cubo. Io però non dovrò ballare, a malapena potrò muovermi.
Il mio Padrone mi passa le dita sul collare, come per ribadire la sua proprietà anche a chi non l'avesse notato, poi mi solleva il mento per darmi un lieve bacio.

Decido di non prestare attenzione a chi circonda la piattaforma. I miei occhi si poseranno sul mio Padrone se possibile, altrimenti il pavimento sarà un buon punto su cui focalizzarsi.
Mi sento sicura ma temo che uno sguardo troppo audace o la vista di qualcuno che si tocca guardandomi mi destabilizzerebbe, facendomi perdere questa sicurezza tanto nuova quanto rara.

Con una corda raggiunge i miei avambracci dietro la schiena, lasciando libero il sedere da ogni ostacolo. In fondo sarà lui il protagonista.
A piccoli passi arrivo davanti la cavallina, su cui non potrei chinarmi da sola senza perdere l'equilibrio. Dean mi posa una mano sulla spalla ed una sulla vita per farmi chinare.

Ora sono completamente dipendente da lui, perché alzarmi sarebbe quasi impossibile senza il suo aiuto. Mi carezza il gluteo, ci possa le unghie tirando a tratti il vestito e lasciando segni rossi.
La prima sculacciata mi fa sussultare. Non è il dolore quanto il fatto che, ancora una volta, sono privata della vista e dell'udito, a causa della musica del locale.

Sollevo appena lo sguardo e vedo che gran parte delle persone hanno rivolta a noi l'attenzione. Un brivido d'eccitazione raggiunge la mia intimità già troppo lubrificata dai miei umori.
Con la coda dell'occhio lo vedo prendere un ometto vibratore. Sorrido. Quel piccolo oggetto è entrato presto tra i miei preferiti. Lo mette senza problemi e lo accende.
Mugugno appena sento le scosse che mi causa e chiudo gli occhi, smettendo un istante di prestare attenzione a Dean.

Non vedo cosa prende, ma sento un metallo freddo sulla schiena. E sottile, mi sfiora appena. Senza farmi notare troppo chino maggiormente la testa per scorgere quell'oggetto e confermo i miei timori. È una lama.
La paura mi serra lo stomaco. Ha detto che non  mi avrebbe mai lasciato ferite, perché quest'oggetto?
Il mio respiro si fa più pesante e il metallo continua ad accarezzarmi, premendo a tratti con più insistenza ma sempre con delicatezza.

Volto lo sguardo verso il mio Padrone che mi fissa qualche istante, cercando di comunicare con me senza usare alcuna parola. Subito mi rendo conto di quanto sia stata stupida a pensare che avrebbe potuto ferirmi.
È solo un altro modo per dimostrargli che mi fido di lui. Quella lama non inciderà mai la mia carne.

Consapevole di ciò inizio a rilassarmi e mi abbandono di nuovo a quel tocco, scegliendo i muscoli che ho inavvertitamente contratto.
La lama si ferma su un punto ed insiste, premendo la punta. Non mi oppongo, non affonderà.
Come se non avesse atteso altro che la mia fiducia Dean stacca il metallo freddo e lo posa, aumentando poi l'intensità della vibrazione.

Ho capito, mi sono fidata, non mi sono opposta ed ora ho il mio premio. Lievi ansimi iniziano a disperdersi dalla bocca semiaperta e il viso inizia a bruciare. Eppure, mi serve ben altro per poter essere soddisfatta.
Le sue dita mi raggiungono il clitoride, si bagnano dei miei umori inserendoli nella fessura pulsante di voglia. Soddisfatto dalla mia situazione mi porta quelle stesse dita davanti la bocca e senza esitare le lecco, facendomele scorrere tra le labbra.

Con l'altra mano inizia a lubrificare il mio sedere portandovi gli umori decisamente abbondanti che mi colano tra le gambe. Un dito inizia a penetrarmi e mi causa un verso più forte degli altri. Quell'intrusione è divenuta ormai più piacevole che dolorosa.
Mi libera la bocca e scegli un altro oggetto. Stavolta lo vedo, è un gatto a nove code. La scelta mi sembra logica considerando che l'ha usato per la mia ultima funzione, che ho interrotto bruscamente senza neanche dargli spiegazioni.
Mi torna in mente il motivo, mi torna in mente Sam, ma è solo un secondo. L'attimo dopo il primo colpo mi svuota la mente.
Libera finalmente.

La vibrazione aumenta, i colpi anche, le dita continuano ad insinuarsi in me, a volte davanti altre dietro. Ogni cosa mi spinge verso l'orlo del baratro.
Lo prego, senza neanche sapere se mi sente. Tra le preghiere esplodo di piacere. La testa sollevata, gli occhi chiusi, la bocca aperta, completamente persa in un mondo troppo distante dalla realtà che mi circonda.

Liberata dalla tensione chino la testa ormai pesante, sfinita anche se non avevo fatto alcunché. Le dita si sottraggono, il vibratore anche. Una mano mi prende il viso sollevandolo. Davanti a me il mio Padrone fissa i miei occhi ancora velati di piacere «sei stata brava, ora la tua coda gattina».
Sorrido ed annuisco appena, nonostante la sua non sia una richiesta ma un annuncio.

Mi passa le mani sulla schiena, aiutando a rilassare i muscoli e riprendermi dall'orgasmo. Man mano che l'eccitazione scende la realtà torna a bussare.
Ho appena avuto un orgasmo davanti a tutto il club. Io. Se me lo avessero detto mesi fa non lo avrei creduto possibile, eppure lo è. Sono qui, sono soddisfatta. Ovviamente un po' imbarazzata, ma in qualche modo orgogliosa di me stessa.

Il plug inizia a spingere. L'ho intravisto prima di stendermi. Come avevo immaginato i colori della coda sono in tinta con le orecchie, quello che non mi aspettavo è la dimensione, maggiore di quelli usati finora. Non è eccessivo però, quindi non me ne preoccupo, almeno finché non sento come preme per farsi strada nel corpo troppo stretto.

Brucia leggermente e mi irrigidisco. La mano del mio Padrone prontamente mi carezza, accompagnando quell'intrusione. Mi ricordo delle sue parole, dei suoi consigli.
Respiro, assecondo quel movimento. Il plug termina la sua corsa ed in un attimo mi abituo alla sua presenza.

Sento un richiamo dentro di me. L'istinto mi conduce ad alzare lo sguardo verso le persone che mi circondano. Sono attratta da qualcosa che ignoro.
Appena scopro il motivo della mia attrazione, il cuore inizia a battere tanto forte da surclassare il rumore della musica.
Quel sorriso, quegli occhi blu, quei capelli spettinati. Quel Sam.

She's  silver lining climbing on my desire.

Just wanna hear you say: "You got me. Baby, are you mine?"



°°°°

Tante cose scontate, forse ha un po' deluso 😅

Per la canzone ho scelto le frasi che mi colpiscono di più, che secondo me hanno un significato davvero profondo, oltre ad essere inerenti. Soprattutto la seconda mi colpisce sempre (ve lo spiego perché vorrei condividere con voi qualcosa che mi appassiona). È come se non si accontentasse che lei sia sua, ma vuole che sia lei stessa a dirgli che è totalmente presa e gli chieda se anche lui è suo. Non so perché mi da sempre l'idea di un desiderio cocente. Scusate se sono stata prolissa❤️

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