13. Perduta
Ringrazio di cuore tutti per i voti, le visualizzazioni, i commenti e soprattutto il supporto che mi mostrate sempre nell'attesa ❤️Questa storia sta raggiungendo numeri che non mi sarei mai aspettata (complice la quarantena sicuramente) e non potrei esserne più felice.
Tra l'altro per cercare di immergermi di nuovo nel racconto ho riletto i primi capitoli, e anche se ha funzionato sono rimasta senza parole. Sono pieni di errori e cose insensate! Ahahah Sarà che sono piuttosto severa con me stessa, ma non mi spiego tanto gradimento. Penso che mi dedicherò anche alla revisione ;)
Detto ciò, GRAZIE e buona lettura C:
°°°°
Per la terza volta indosso il mio collare uscendo di casa per recarmi all'università. Non sono in soggezione come la prima volta, non mi importa più di cosa gli altri possano capire.
Saprei rispondere a chiunque senza esserne scalfita. Con la primavera è arrivata anche la mia determinazione.
Questa mattina, complice l'aria tiepida e profumata, sono eccitata più del solito. Il mio Padrone mi ha ordinato di indossare il segno della mia devozione perché ci vedremo dopo l'università.
Verrà solo per me, per portarmi nel suo appartamento. Al pensiero un fremito mi attraversa e non posso trattenere un leggero sorriso.
L'ultima volta che ci siamo visti mi ha detto che questo fine settimana, al club, accadrà qualcosa di importante. Non si è certo lasciato sfuggire alcun dettaglio. Ha scientemente alimentato la mia curiosità per poi non soddisfarla.
Tuttavia, ha detto che mi chiederà ancora una volta la prova della mia fiducia e stavolta non sarà semplice. Così, come per preparami a quello che a breve affronterò, mi ha concesso questa premura.
Mi sento fortunata ad averlo incontrato.
Queste settimane, dopo lo strano pomeriggio ali cimitero, ho cercato in tutti i modi di evitare Sam e soprattutto il suo sguardo. È stato difficile condividendo con lui un corso di sei ore a settimana, ma sono abbastanza soddisfatta di non aver ceduto a lui. Mi causerebbe solo problemi e non ne ho bisogno.
L'ha detto anche lui, "mi divorerebbe". Non sono d'accordo però sul fatto che mi piacerebbe.
La mia paura più grande è l'abbandono e sono convinta che uno come lui non si farebbe scrupoli. Senza contare che non rinuncerei mai ad appartenere a qualcuno, ai colpi di cinghia, ai giochi malati che mi sono ormai indispensabili.
Solo il mio Padrone sa darmi tutto ciò. Un normale ragazzo non fa per me.
Dopo la prima lezione nei corridoi incontro poche persone. Mi poggio ad un muro aspettando Alissa, con cui seguirò la prossima lezione.
Scorro annoiata il telefono quando i miei occhi si alzano inconsapevolmente. In lontananza vedo Sam, solo, caminare nella mia direzione. Torno a fissare il telefono sperando che non venga. Non può turbare la mia sanità mentale proprio oggi.
Il mio corpo inizia a reagire, il battito velocizza.
«Leyla..» impreco mentalmente al suo saluto che non posso ignorare.
«Sam..» mi studia qualche instante con l'ombra di un ghigno, poi si sofferma sul mio collare. Nei suoi occhi cambia qualcosa. Si avvicina di un altro passo. Inchioda lo sguardo nel mio e non lo distoglie neanche un istante. L'interezza non sa cosa sia.
«Piccola, sai cosa significa la collana che porti con tanta strafottenza?».
Sorvolo sul soprannome e lo sfido con lo sguardo. Sono stanca che mi consideri una preda, una ragazza da aggiungere all'elenco. Non voglio più stare al suo gioco.
«Sì» drizzo la schiena, fiera «significa che appartengo al mio Padrone, che lui più fare di me ciò che vuole, che eseguo ogni suo ordine senza esitare, con devozione» mi avvicino leggermente, affatto intimorita. «Significa che se lui ora venisse e mi ordinasse di farmi scopare da te in un bagno, lo farei». Mi prendo un istante e lo vedo deglutire, poi mi poggio nuovamente al muro alle mie spalle «ma non ci sperare, perché non accadrà mai».
L'oceano nei suoi occhi sta bruciando. Mi desidera. Sono riuscita a togliergli il suo sorriso beffardo ed ora non promette nulla di buono.
Si avvicina ancora, quasi annullando le distanze.
«Voglio che tu sia mia». L'intensità con cui pronuncia quella parola mi fa tremare, brividi attraversano il mio corpo. Non mi ritraggo, forse anzi mi avvicino appena.
«Allora prendimi..».
È un solo istante, poi le sue labbra mi raggiungono e sono perduta.
Le labbra morbide mi divorano, la lingua mi possiede, la mano tra i capelli mi impedisce di fuggire. Le gambi quasi cedono. Mi sembra di annegare.
Quando ci allontaniamo i nostri respiri sono irregolari. Tutto il mondo sembra essersi dissolto e riesco a vedere solo quegli occhi che desidero ed odio al tempo stesso.
Torno con i piedi per terra. Anche letteralmente, abbassando i talloni. La mia attenzione viene catturata da qualcosa alle sue spalle. Una ragazza riccia, alta e curata ci sta fissando, la mano smaltata sulla bocca.
È Violet, la riconosco all'istante. È difficile non ricordarmi di lei dopo che, la settimana scorsa, mi ha "gentilmente" detto di stare lontana dal suo ragazzo, ignorando che i fatti sono esattamente opposti.
«Credo che tu abbia un problema» dico guardando ancora verso Violet.
Sam si volta per seguire il mio sguardo e subito sgrana gli occhi «merda..» impreca.
La ragazza si volta e quasi corre via con una sua amica, allora Sam si gira nuovamente verso di me. La sua mano è ancora sulla mia spalla, i suoi occhi in tempesta.
«Ti conviene andare» dico come se la cosa non mi riguardi.
«Mi dispiace.. ti spiegherò, promesso».
Si allontana ed io resto immobile. Non mi deve spiegazioni in realtà, sono io ad aver sbagliato ogni cosa. Ci sono cascata, ho lasciato che mi baciasse. Anzi, l'ho provocato.
Man mano che i secondi passano la mia consapevolezza aumenta. Sto tornando padrona dei miei pensieri, succube delle mie paranoie. Realizzo cosa è accaduto e fatico a riconoscermi. Se non fossi in un luogo pubblico avrei già iniziato a parlare da sola, emettendo probabilmente strani versi.
Arriva Alissa ed io sono del tutto persa nei pensieri, sconvolta, forse rossa in viso. Mi chiede cosa sia successo e mento con un semplice "niente".
Abbandono tutti questi pensieri, vado come un automa in aula. Non mi sforzo neanche di seguire, sarebbe inutile. Penso solo a quel bacio, solo a Sam.
Ripenso al primo bacio con Dean. Era stato indubbiamente eccitante e ricordo la cosa che mi colpì profondamente. Quel bacio aveva scosso la mia passione, l'avevo sentito nel basso ventre. Non era stato un classico primo bacio perché l'unica attrazione provata verso Dean era fisica.
Il bacio con Sam invece l'ho sentito nel petto, fin dentro al cuore. L'ho sentito nella gola, nei piedi, nel ventre, nella testa. Non solo è stato un "classico primo bacio", è stato anche una decina di volte più intenso.
Chino il viso premendo una mano sulla fronte, quasi cercando di far uscire questi pensieri e ricordi, queste emozioni. Perché di emozione ce n'è stata tanta, troppa.
Prendo istintivamente il telefono, riflettendoci appena. Scrivo a Dean poche semplici parole.
"Devi punirmi oggi. E seriamente, non i giochi che fai di solito".
Per quanto Dean sia severo ed esigente, so che non mi ha mai punti realmente. È anche vero che non ho mai fatto nulla di tanto grave per meritarlo, ma lui non è mai stato seriamente crudele con me.
Oggi invece lo merito, più di ogni cosa al mondo. Mi sono lasciata baciare. Ho sfidato Sam, l'ho provocato. Ma la cosa peggiore sono le emozioni che ho provato. Il mio Padrone dovrà cancellarle con la sua punizione.
Inizio a sentirlo come un bisogno vivo, pulsante. Una fiamma che rischia di consumarmi se non la estinguo con i suoi occhi. Ho bisogno di un'altra sessione, in quest'istante. Devo essere sua per qualche orata altrimenti non riuscirò a respirare.
Sto tremando e quasi non me ne accorgo, mi sento in preda ad una crisi di astinenza e la mia droga sono i suoi ordini. Voglio sentirmi libera, con lui.
La prima metà della lezione passa tra minuti interminabili ed altri rapidi come i miei pensieri. Ci concedono una pausa e decido che questo è il momento per raccontare ad Alissa ogni cosa.
Ho bisogno di parlarne con qualcuno o sarò lacerata dagli eventi degli ultimi mesi.
«Ali devo chiederti un favore.. possiamo saltare la fine della lezione? Ho bisogno di parlarti..».
Mi fissa preoccupata «ma certo.. stai bene? È da prima che sei quasi pallida».
«Si, niente di serio, ma devo raccontarti delle cose».
Troviamo un posto riservato e le racconto tutto. Le dico la verità su Dean, le parlo del nostro rapporto tra dominante e sottomessa, del club in cui l'ho conosciuto.
Poi le dico di Sam, dell'incontro al cimitero, di quelle frasi enigmatiche che mi hanno confusa. Concludo con questa mattina, con quel bacio che non avrebbe dovuto esserci, con le emozioni che non avrei voluto provare «..e tra un'ora mi vedo con Dean, e non so che fare!».
Non è stato facile parlare, non sono mancati momenti di imbarazzo, battute e risate nervose. Eppure, come mi aspettavo, Alissa non ne è tanto sorpresa. Anzi ha detto che se lo aspettava, che lo aveva capito anche senza le mie parole.
«Dio Santo Leyla, sembra quasi che ti piaccia complicarti la vita!» dice ridendo.
«Ti sbagli! È per questo che avevo chiuso con le relazioni e che evitavo Sam. Che posso farci se oggi il mio cervello ha deciso di tradirmi!»
«Beh senti, secondo me non ha senso parlarne a Dean. Alla fine era solo un bacio e non state insieme. Certo, da come parli di lui capirà che qualcosa non va prima ancora di dirti ciao..»
«Si, lo penso anch'io» rispondo quasi affranta.
«In ogni caso non me ne preoccuperei troppo, saprà passarci sopra. Il punto è.. vuoi passarci sopra? Perché da come ne parli sembra proprio che Sam ti piaccia, è inutile fingere il contrario»
Sospiro sorridendo «non lo so! E va bene, mi attrae cazzo, è evidente.. eppure non mi ci vedo con lui, sento che mi distruggerebbe. Alla fine è solo un bastardo traditore, arrogante e viziato».
Mento in parte. Questo è solo il lato di sé che mostra gli altri. Piano, tra le righe, mi ha fatto notare che c'è di più in lui, per questo ne sono tanto attratta. Di cosa sia però non ne ho ancora idea.
In ogni caso, quello che prevale è una persona troppo lontana da me.
«Allora se non vedi una possibilità non mettere in dubbio quello che hai con Dean. Per quanto non lo capisca del tutto sembra speciale, e di sicuro ti ha resa felice»
«Hai ragione, grazie».
Restiamo sedute ancora un po'm parlando di banalità. A pomeriggio inoltrato arriva il momento che avevo tanto atteso e temevo, così con il cuore in gola raggiungo il punto in cui dovrei incontrare Dean.
Lui non c'è. Guardo il telefono, sono in orario. I minuti passano e ancora non lo vedo. Non è da lui tardare e capisco subito.
La mia punizione è già iniziata. Non mi ha risposto né mandato altri messaggi. Devo solo aspettare e così faccio.
Non so neanche quanto tempo passo guardando a destra e a sinistra in attesa di vedere la sua figura. Non ho il coraggio di guardare che ora sia.
Alla fine però mi raggiunge, fiero come ogni volta. Il sorriso che mi rivolge si ferma alle labbra e non raggiunge gli occhi, che restano severi. È il sorriso di un becchino.
«Allora Leyla.. credo che tu mi debba delle spiegazioni».
°°°°
So che è più corto del solito, ma forse tornerò a fare capitoli di questa lunghezza, almeno aggiornerò in tempi umani ahah Non disperate, del prossimo ne ho già scritta metà. L'attesa non dovrebbe essere lunga ;)
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