Capitolo 35
A volte si crede di poter farcela da soli. Ma non ce la facciamo.
Crediamo di non aver bisogno di nessuno. Ma è quando più lo crediamo che ne abbiamo bisogno.
Più speri in una cosa, più quel sogno sarà il primo a svanire.
Proprio come la serie di disgrazie che incombevano su quei due.
Si può amare una persona più della tua stessa vita?
Era questo, quello che il ragazzo si chiedeva in continuazione.
Lui però la risposta già ce l'aveva, ed era si.
Era convinto che niente e nessuno gli avrebbe più potuti separare, ma forse anche questa convinzione presto sarebbe stata spazzata via.
Le parole feriscono, specialmente se escono dalla bocca di chi non ti aspetti.
Lo aveva imparato da tempo ormai.
Aveva imparato anche che quando vivi nell'ombra, non riesci a vedere la luce.
Sapeva di fidarsi troppo delle persone.
Ma non sapeva che non sempre, tutti i piani vanno come previsti.
Lo aveva imparato a sue spese.
I demoni del passato non muoiono mai.
Ashley, Calum, Zayn; aveva conosciuto nell'ultimo anno diverse persone.
Aveva fatto cose di cui non andava fiero, come quella scommessa.
Aveva amato una persona come mai aveva fatto.
Aveva trascorso un anno intenso, insomma.
Aveva deciso cosa voleva diventare nella vita.
Uno scrittore.
Si, perché scrivere lo faceva stare bene, lo faceva sentire vivo.
Voleva raccontare le storie di infiniti personaggi.
Voleva far conoscere attraverso le sue storie, il mondo.
Non si riteneva uno scrittore, ma sperava di diventarlo.
La vita è imprevedibile.
È proprio come quando si gioca al gioco del Ciuccio e tu tra due carte devi sceglierne una, e molto spesso prendi la carta dell'asino.
La vita è come stare sulle montagne russe, un continuo di scendere e salire.
Non puoi mai sapere il momento in cui sali e in cui scendi; non puoi sapere se stai prendendo la carta giusta o quella sbagliata.
La stessa cosa accadde quando, mentre Jo e Ashley osservavano le stelle insieme, forse per l'ultima volta, tutto cambiò.
Tutto cambiò con un: "Sono pronta a raccontati ogni cosa" e con l'arrivo di una strana luce proveniente da una macchina.
'Sto solo sognando' si ripeteva il ragazzo.
Peccato che quello non era un sogno, ma un incubo.
Ashley's pow
Mio padre guarda per un po Jo, poi senza dire niente gli va incontro e gli stringe la mano.
Poi, va in cucina e ritorna con una busta di piselli surgelati.
"Tieni" porge la busta a Jo, che la posa delicatamente sull'occhio nero.
"Matt ha proprio esagerato" borbotto.
"No, ha fatto bene" mi dice ridendo.
"In fin dei conti me lo sono meritato" conclude.
Lo fisso per un po, poi mi metto a ridere quando osservo il livido formatosi intorno agli gli occhi.
"Certo che però te la sei proprio cercata, almeno ora i tuoi occhi verdi risaltano con quel livido" rido.
Sbuffa.
"Perché?" chiede papà.
Jo mi guarda chiedendomi con gli occhi di non raccontarglielo ma io non lo ascolto.
Racconto di come l'ho incontrato e di quando siamo entrati nel locale.
Jo ha subito cercato Matt e quando l'ha trovato gli è corso incontro e gli ha detto un:
'Hey Matt, mi dispiace per tutto, ma sono ritornato" e Matt si è limitato a tirargli un pugno prima di riprendere a ballare con Hope, che come Matt era ubriaca.
"Sei stato un idiota, sai?" continuo.
"Certo che lo so, mamma" replica lui.
"Non chiamarmi mamma!" continuo.
Ormai papà è scappato a gambe levate, non sapeva che fare mentre stiamo discutendo.
Poi Jo mi ferma dal parlare.
"Andiamo in un posto?" chiede.
"Ovvero?"
"Vieni?" mi prende la mano delicatamente e usciamo di casa.
***
"Lo riconosco!" dico.
"Questo è il posto in cui scrivi!" affermo.
"Si, vieni qui" ride e ci distendiamo sull'erba.
"Jo, secondo te i segreti vengono sempre a galla?"
"Certo" dice.
"Bene allora, Jo, io sono pronta a raccontati il mio segreto" dico ormai pronta come non mai.
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