64. Resisteremo per sempre?

"Ash?" Sussurrai piano, ma nonostante questo la mia voce era sconvolta, cosi come lo ero io.

Fissai il suo viso, era più scarno, la barba era più lunga del solito, ma i suoi occhi mettevano i brividi.
Sembrava che avesse pianto per interi giorni fino a perdere le forze.

Tremava dalla testa ai piedi, mai l'avevo visto così sconvolto.
Sembrava appena uscito da una guerra.

Mi fissò dritta negli occhi e allora il panico prese il sopravvento.

Perché era così sconvolto?
Cosa aveva fatto per tornare da me in lacrime?

Mi terrorizzai nel vederlo così distrutto scosso dal pianto.
E quando la sua voce uscì in un sussurro per poco non mi ruppi in migliaia di pezzi.

"Perdonami.."

Aveva gli occhi sbiaditi per il pianto e il cuore fragile di chi amava davvero.

Lo osservai incredula,ero senza parole.
Mi avvicinai lentamente a lui e mi inginocchiai, nella sua stessa posizione.
Ormai sapevo che per farlo parlare dovevamo essere alla pari entrambi, solo così il suo cuore poteva aprirsi.

Ash alzò lentamente una mano, ero quasi sicura che stesse per accarezzarmi una guancia, invece portò la mano sulla mia pancia e io tremai.

La mosse lentamente su e giù e poi fissò i suoi occhi nei miei.

"Ho paura.." mi disse piano sorridendo debolmente.

Io annuii mentre una lacrima scendeva calda sul mio viso.
Sapevo cosa stava provando, quella paura paralizzante che ti fa pensare di non essere abbastanza brava o capace per affrontare tutto, o solamente di non essere abbastanza.

"Anch'io.." gli dissi mentre il mio cuore piangeva con me.

Presi la sua mano nella mia e la strinsi forte, poi lo tirai su.
Non appena fu in piedi mi accorsi di quanto fosse ubriaco e quindi instabile.

Misi un suo braccio intorno alle mie spalle e cercai di portarlo in camera.

"Perdonami..- disse ancora mentre entravamo in camera - io voglio te, e nostro figlio.."

Sorrisi involontariamente sentendo quelle parole.
Lo misi sul letto e lui mi trascinó giù con sé.

"Mi dispiace, avrei dovuto ascoltarti.." ammise poco dopo mentre la voce diventava sempre più sottile.

Mi sistemai bene e lo feci coricare con la testa sul mio ventre.

"Lo so.." gli risposi.

Avevo visto nei suoi occhi quanto fosse dispiaciuto.
Quelle lacrime che aveva versato, mi avevano fatto capire che nonostante tutto lui ci teneva a me.

"Ero troppo spaventato, non volevo essere come lei.." continuò lui mentre io gli accarezzavo i capelli.

"Lei chi?" Gli chiesi senza capire.

"Elizabeth. Ho paura di diventare come lei.. non voglio che nostro figlio soffra così, non sono all'altezza né tua né del bambino che verrà.." sussurrò piano.

Strinsi forte gli occhi e trattenni il respiro per evitare di piangere.
Aveva fatto tutto quello perché aveva paura di non essere all'altezza?

"Sarai il papà migliore del mondo.." sussurrai mentre il mio cuore tornava insieme.

Sorrisi e quando Ash non mi rispose capii che si era addormentato tra le mie braccia.

Lo osservai mentre dormiva su di me, con un braccio che circondava la mia vita.
Sembrava un bambino, un piccolo bambino fragile bisognoso d'amore e protezione.

Era possibile che non mi fossi mai accorta che aveva solo bisogno di essere rassicurato?

Con lui mi ero sempre sentita a casa, protetta, sana e salva.
Non mi era passato dalla mente che fosse lui il bisognoso di protezione.

Ash era così fragile e anche se non lo si faceva apposta da fuori era quasi impossibile accorgersene,con l'aria da duro che si era creato.

Forse un modo per proteggersi.

Ero contenta che si fosse aperto con me del tutto.
Ogni volta che ci lasciavamo andare completavamo la nostra storia aggiungendo altri pezzi del puzzle.

Respirai profondamente e poi mi costrinsi a chiudere gli occhi e rilassarmi.
Lui era con me, al sicuro.

Solo questo contava.


***

Quando mi svegliai ero rannicchiata su un fianco e delle lenzuola bianche leggere ricoprivano il mio corpo.

Mi passai le mani sugli occhi per abituarmi alla luce del sole e poi stirandomi mi alzai.

Indossavo ancora i pantaloncini della tuta e la maglia bianca della sera prima.

Mi guardai intorno e mi accorsi di essere sola in camera, così pian piano uscii in corridoio e mi diressi in cucina.

Ash era lì come ogni mattina mentre preparava la colazione, come se quello successo negli ultimi 5 giorni non fosse mai esistito.

Unii le mie mani e le strinsi per scaricare la tensione che aleggiava nell'aria e nella mia anima.

Lo osservai in silenzio ancora per qualche secondo finché lui non si voltò e mi notò.
Sembrava il solito Ash, forte, coraggioso e irraggiungibile, ma quello che avevo visto la sera prima era decisamente tutto meno che forte.

Mi sorrise, un sorriso che urlava perdono e la voglia di dimenticare tutto per ricominciare, ma io non avrei mollato così.

La sera prima aveva detto tutte quelle cose perché aveva bevuto, volevo vedere ora cosa avrebbe detto.

"Parla." Dissi seria, lo guardai senza avvicinarmi maggiormente.
Rimasi ferma in attesa, anche se non sapevo molto bene cosa stessi aspettando.

Ash spense il fornello, spostò la padella sulla quale stava cuocendo i pancakes e si voltò completamente verso di me, mettendosi a mia disposizione.

Incrociai le braccia al petto e strinsi le labbra in una linea rigida.

Ash mosse la testa e dopo aver preso un respiro profondo parlò.

"Mi dispiace.. "

Io abbassai lo sguardo a terra e annuii.

"Perché?" Gli chiesi io.

Sapevo il motivo del suo comportamento, ma ero sicura che lui non ne fosse certo e sapevo anche che per accettare nostro figlio doveva ammettere a sé stesso la sua più grande paura.

"Ieri pomeriggio sono andato in un bar, mi sono ubriacato e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare eri tu.. nient'altro. Tutta la mia rabbia era sparita, lasciando spazio alla paura. Avevo una fottuta paura di perderti ancora.. e non riuscivo a ragionare.
Sono tornato da te perché è quello che farei ogni volta, ogni stramaledettissima volta. Sono tornato per dirti che l'unico motivo per cui ho reagito così è stata la paura.."

Ash si avvicinò velocemente a me, e prese il mio viso tra le mani costringendomi a guardarlo.

"Ho paura di essere come lei. Di svegliarmi un giorno insoddisfatto della mia vita e prendermela con te o con lui.." continuò Ash.

"O con lei.." sussurrai io.

"Cosa?" Mi guardò senza capire.

"Potrebbe essere una femmina.." dissi piano e sorrisi quando lui annuì sorridendo a sua volta.

"O con lei. Svegliarmi e ubriacarmi e ferirvi, non sopporterei di farvi questo. Non penso di essere abbastanza per te o per lei/lui.." abbassò lo sguardo sulla mia pancia.

"Per questo ho reagito così, ho paura veramente tanta, ma non esiste niente al mondo che io voglia come voglio te e una vita insieme... farò del mio meglio se me lo permetterai, lo prometto.." sussurrò piano appoggiando la fronte sulle mia e muovendo i pollici sulle mie guance.

Io annuii vigorosamente mentre ormai le mie guance erano solcate da lacrime.

"Sarai tutto quello di cui avrò bisogno e sarai abbastanza sempre.." gli dissi io.

Lui mi sorrise e poi dopo aver cercato il mio consenso con gli occhi, mi baciò regalandomi la parte migliore di lui.

Quando si staccò dalle mie labbra, mi abbracciò stringendomi a sé.

"Se sarà maschio, potremmo chiamarlo Ed?" Disse poi sogghignando e guardandomi.

Io alzai lo sguardo verso di lui e risi.

"Vedremo.."

Lui mi strinse forte e a sè e rise riempiendo la stanza di quel suono meraviglio che era la sua risata.
Mi era mancato come niente al mondo.

Si allontanò da me e prendendomi per mano mi trascinó in corridoio.

"A proposito.." disse mentre apriva la stanza che portava sul tetto.

"A proposito che cosa?" Chiesi curiosa.

Si fermò a metà scala e mi guardò sorridendo.

"Ora lo vedrai.."

Ash aprì la botola e mi guidò sul tetto.
Tutto sembrava normale, un vento fresco accarezzo la mia pelle mentre il sole di Giugno mi scaldava.

Ash si diresse verso il centro, portandomi dolcemente con sé.

Si mise davanti a me e poi dopo aver lasciato un bacio sulla punta del mio naso, si inginocchió davanti a me.

Spalancai gli occhi e Ash rise vedendo la mia reazione.

" Io non lo so. Non ne ho la più pallida idea. Non sono sicuro di niente. Non so se ti merito, non so se sono abbastanza per te, non so se mi amerai per sempre, non so cosa faremo, dove finiremo. Non so se farò altri casini e se sarò un disastro.Non ho nessuna certezza con te a parte una. So che nessuno è, e mai potrà essere come te. Nessuno potrà mai essere più adatta di te per me. Nessuno mai riuscirà a rubarmi anima e corpo come hai fatto tu. So perfettamente che non voglio nessun' altra persona al mio fianco al mattino quando mi sveglio, o quando alla sera mi addormento.
So che nessuno saprà mai amarti come io ti amo e come amo nostro figlio e la famiglia che saremo - Ash mise una mano nella tasca dietro dei pantaloni che indossava e tirò fuori una scatoletta nera di velluto. Io spalancai la bocca e gli occhi mentre delle lacrime di gioia non volevano fermare il loro corso, poi Ash ricominció a parlare - Ecco perché nonostante io non abbia certezze, sono qui a chiederti di diventare la donna della mia vita. Quindi Jocelyn Rosie Smith, vuoi sposarmi?"

Aprì il cofanetto e mi mostrò un anello.
Era semplice, argentato e lumisono, decorato con dei brillanti.

Ero senza parole, nonostante due lettere continuavano a ripetersi nella mia mente, non avevo la forza per pronunciarle.
Ero letteralmente sotto shock.

Mi aveva veramente proposto di sposarlo?

Sapeva che era un impegno importante?
Se ne rendava conto?

"Si..." quella parolina uscì dalle mie labbra senza il mio comando, fu una cosa naturale, fu il mio cuore a decidere.

In pochi secondi,senza neanche rendermi conto della situazione, mi ritrovai a volteggiare in aria stretta tra le braccia di Ash che rideva e urlava dalla gioia.

"Dio quanto ti amo!" Mi disse non appena mi riportò sulla terra ferma.

"Ti amo anche io.." risposi mentre Ash prendeva la mia mano sinistra e posizionava l'anello.

Poi alzò il viso verso i palazzi vicini e non appena vide una signora stendere i panni, chiamò la sua attenzione e gridò.

"Lei sarà mia moglie!!!"

La signora sorrise e scosse la testa probabilmente rimproverandoci per questa decisione così affrettata.

Io risi e lo baciai per farlo smettere di urlare.

"Sei pronta per diventare la signora Carter?" Mi chiese lui sorridendo.

"Non aspetto altro.." gli risposi sorridendo.

Ed era vero, nonostante la paura avevo sempre desiderato diventare sua moglie e la madre dei suoi figli, forse troppo presto, ma per niente al mondo avrei sprecato ciò che la vita mi stava dando.

Ma tutto questo quanto sarebbe durato?
Ero sicura solo di una cosa, noi saremmo resistiti per sempre.

~~~~~~~~~~~

Salve ragazze!

Okay nello scorso capitolo avete fatto il record di commenti!!! Hahaha.

Comunque mi spiace farvi aspettare tanto, ma nonostante voi mi chiediate di aggiornare se non ho niente di pronto, anche con tutta la mia buona volontà non posso darvi niente.

Fino alle 4.30 di questo pomeriggio il capitolo 64 era un buco vuoto, poi ho scritto queste poche righe, che alla fine non sono niente di che, ma vabbeehh.

Spero vi piaccia lo stesso!!!

COMMENTATE E DITEMI!!!

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- @maybe-tomorrow "Vince chi non s'innamora"

Passate a leggere la sua storia!!

Vi ringrazio tanto, al prossimo capitolo.

xoxome


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