49. Sola

Quando mi svegliai ero accocolata tra le braccia di Ash.

Mi stropicciai gli occhi e mi guardai intorno.

Chi sì sarebbe mai immaginato che mi sarei ritrovata in un vicolo di Las Vegas in un pick-up abbracciata al ragazzo che amavo?

Io no di certo.

Ash mi aveva fatto scoprire un nuovo mondo e io ero felice che l'avesse fatto.

Io e Ash insieme eravamo qualcosa di grandioso.

Mi ricordai la notte precedente e sorrisi.

Era stato il compleanno più bello della mia vita.

Alzai il viso verso Ash e lo osservai.

Dormiva beato, il viso era sereno e rilassato, aveva dei segni del mio rossetto rosso sul collo e sul viso.

Mi strinsi a lui, lasciando che la sua camicia ci coprisse dal resto del mondo.

Gli lasciai un bacio sul collo e lui dopo aver mugugnato qualcosa aprì un occhi sorridendo e poi lo richiuse.

Quando lo riaprii mi guardò e si mise a ridere piano.

"Mi hai sfinito ieri notte!"

Io sorrisi.

"Non ti è piaciuto?"

Lui spalancó gli occhi.

"Dov'è finita la mia ragazza? Quella che arrossiva per ogni cosa?"

Io risi.

"È colpa di Las Vegas!"

Lui rise e dopo avermi baciato mi aiutò a tornare sul mio sedile, io mi strinsi nella sua camicia che mi arrivava fino alle ginocchia.

"È meglio che ti vesti.. aspetta che ti prendo qualcosa.." detto questo Ash uscì dal pick-up con solo addosso dei jeans e mi passò dei vestiti.

Li indossai e mentre lui si cambiava presi il telefono e notai tutti i messaggi di compleanno da parte di Sasha, Alexis, i miei fratelli, Andy e perfino George e Luke.

Sorrisi e dopo aver risposto velocememte riposi il telefono nello zaino.

Partimmo uscendo dal vicolo e immettendoci di nuovo sulla Strip.

Ci lasciammo alle spalle la città delle sregolatezze.

Ero sicura che non avrei mai dimenticato Las Vegas.

Guidammo per ore, e solo quando in autostrada vidi il cartello San Francisco mi preoccupai nuovamente.

C'eravamo quasi.

Arrivammo a Los Angeles entro sera e decidemmo di fermarci a dormire.

Passeggiammo sulla costa godendoci le case di Hollywood e di Beverly Hills.

Poi tornammo in albergo e ci addormentammo stanchi morti.

***

"Non mi sembra vero, siamo a San Francisco!" Esultai felice io mentre Ash parcheggiava in un parcheggio vicino alla costa.

"Ebbene si..." mi rispose lui sorridendo.

Scendemmo e io iniziai a mettere in atto il mio piano.

Non avevo dormito molto la notte prima, avevo pensato ad un piano per farlo incontrare con sua madre.

Avevo cercato l'indirizzo e pensato ad un modo per portarlo lì.

Mi sentivo un'imbrogliona, ma continuavo a ripertermi che l'avevo fatto per il suo bene, anche se ormai avevo perso la mia sicurezza 100 km prima.

Con scuse banali lo trasportai vicino alla 20th Avenue.

Lo guardai cercando di sorridere per tranquillizzarlo.

Non riuscivo a leggere il suo volto.

Non riuscivo a capire se aveva compreso dove lo stavo portando o era ancora ignoto al mio piano.

Aveva cosi paura della sua reazione.

"Ho una sorpresa.." gli dissi sorridendo.

"Che?" Mi chiese.

Gli feci cenno di abbassarsi e usai la benda con cui mi aveva bendata pochi giorni prima e gliela misi.

"Non mi piace tutto questo.." mi disse serio.

Io tremai.

Dovevo farmi forza.

Lo stavo facendo per il suo bene, sperai solo che lui riuscisse a capirlo.

"Ti fidi di me?" Gli chiesi baciandolo sulle labbra.

"Non usare le mie parole contro di me, Jo.."

"Tranquillo.."

Lo trascinai verso destra, e quando mi trovai davanti alla casa di sua mamma, gli feci fare i tre gradini e poi bussai.

La porta poco dopo si aprii e Ash in quel momento si tolse la benda.

Non compresi cosa successe dopo.

Alla mamma di Ash spuntarono le lacrime e Ash continuò a spostare lo sguardo da me a sua madre.

"Mamma.." biascicò lui.

I suoi occhi vagavano d'appertutto, aveva le mani strette a pugno e io ero immobile cercando di capire cosa passava nella sua testa..

"Bambino mio.." sussurrò sua mamma portandosi le mani alla bocca e piangendo sempre di più.

Mi guardai intorno.

Le altre persone continuavano a camminare spedite, sembrava che nessuno si fosse accorto della tempesta che avevo appena scatenato.

Quando gli occhi di Ash si fermarono nei miei capii di aver fatto lo sbaglio più grande della mia vita.

Lui si era fidato di me e io lo avevo tradito.

"È per questo che siamo qui vero?" Mi chiese.

La sua voce era calma, ma solamente guardandolo negli occhi chiunque avrebbe potuto capire che era furioso.

Io abbassai lo sguardo e annuii.

"Mi hai mentito per tutto il tempo!" Alzò la voce.

Io alzai lo sguardo e mi avvicinai a lui, stringendogli un braccio.

"Ti posso spiegare!" Dissi d'impulso.

"Non mi toccare! Mi sono fidato e tu mi hai mentito dall'inizio!!" Scostó il braccio e mi fulminò con lo sguardo.

"Si, ti ho mentito, dammi pure la colpa Ash, ma non sai perché l'ho fatto. Quando ti comporterai da persona adulto te lo spiegherò!" Urlai io contro di lui.

"Ti ho detto tutto,Jo, ti ho dato tutto e tu mi hai tradito!!" Mi urló lui, non mi guardò, fissó il muro davanti a sé.

"Guardami!" Urlai.

Con la coda dell'occhio vidi qualche passante notarci.

Ash non mi diede retta.

"Mi distruggeva vederti infelice, okay? L'ho cercata e ho pensato che riconciliarti con lei ti avrebbe fatto bene.." lo fissai.

Non mi stava neanche ascoltando.

"L'ho fatto per te!" Urlai.

Si voltò e in un sussurro disse.

"Vattene.."

Mi morsi il labbro, mi asciugai le lacrime e dopo essermi passata una mano tra i capelli biondi e averlo guardato un'ultima volta, mi girai e scesi i tre gradini davanti a casa.

Ero furiosa.

Tutte le mie paure si erano avverate.

La sua reazione era stata proprio quella che temevo di più.

La perdita di fiducia.

Ma lui non aveva ragione, non aveva il diritto di comportarsi così, beh forse un pochino, ma non di accusarmi senza farmi spiegare.

La cosa ridicola era che non ero effetivamente riuscita a capire se alla fine rivedere sua madre gli aveva fatto piacere o no.

Gli occhi azzurri di Elizabeth, proprio come quelli del figlio, si erano illuminati non appena l'avevano visto, ma Ash?

Le lacrime iniziarono a scendere copiose sul mio viso.

Mi avrebbe abbandonato per sempre per questo?

Forse me lo meritavo.

Mi sentivo una persona orribile.

Iniziai a correre verso il pick-up disperata.

Quando lo raggiunsi, mi appoggiai alla portiera e mi imposi di smettere di piagermi addosso, prendere un respiro profondo e ragionare.

Fu allora che tremai per la paura.

Sola.

Ero sola.

L'idea di un futuro senza Ash iniziò ad insinuarsi nella mia mente, terrorizzandomi.

Dopo l'ultimo anno senza di lui, avevo giurato a lui e a me stessa che non l'avrei lasciato ancora.

Lui mi aveva salvata, era stato la mia ancora di salvezza e ora la mia più prossima possibilità era vivere senza di lui per sempre?

Allo stesso tempo ero arrabbiata con lui.

Infondo l'avevo fatto per il suo bene, forse avrei potuto escogitare un altro modo, ma dopo averlo visto distrutto mentre mi parlava della sua infanzia, della sua vita e della sua famiglia, non mi aveva lasciato altre scelte.

Avevo messo amore.

E lui non se n'era accorto.

Mi aveva respinta.

Tutti i passi avanti che avevamo fatto nella nostra relazione, tutto quello che avevamo fatto di giusto mi si era rivoltato contro senza pietà.

Tutte quelle volte che ero riuscita a scorgere di più su di lui, quando mi aveva permesso di capirlo fino in fondo, tutte quelle volte avevano innalzato un muro per dividere me e Ash.

Come se l'unico modo per difendersi di Ash fosse allontanarmi.

Se era così che la pensava, non l'avrei contraddetto.

Salii sul pick-up presi il mio zaino e me lo misi in spalla, presi le cose che avevo lasciato in macchina le misi nella borsa e poi sbattei la portiera.

Camminai lungo la spiaggia per ore, finché mi ritrovai su degli scogli.

Non c'era molto gente intorno, solo qualche persona sulla spiaggia.

Posai tutto sullo scoglio di fianco a me, poi strappai un foglio al dal mio album e iniziai a scrivere.

Caro Ash...

Quando fui soddisfatta, chiusi la lettera e sopra ci scrissi il nome di Ash.

Tornai al pick-up e la posai sul suo sedile.

Mi sentivo sola, con tutto contro.

Mi sentivo sola contro vento.

Forse era la soluzione migliore, lasciargli dello spazio, tornare a casa e lasciarlo libero.

Annuii convinta, così mi sporsi e chimai un taxi.

"Buon Pomeriggio, dove la porto?" Chiese l'uomo pelato alla guida.

"All'aereoporto, grazie.."

Lui annuii e partii, osservai il pick-up parcheggiato che sparì dalla mia vista dopo aver svoltato l'angolo.

Non sapevo nemmeno cosa pensare.

Non avevo mai pianificato di avere sempre Ash nella mia mente, ma neanche lasciarlo andare per sempre.

Come si dice se si ama veramente una persona bisogna lasciarla andare.

Ma era la cosa giusta da fare?

Non lo sapevo.

Avevo solo voglia di urlare e tornare a casa.

Mi aveva mandata via con l'occhiata più gelida che mi aveva mai rivolto.

Voleva che me ne andassi, l'avevo visto nei suoi occhi.

Sperai soltanto che la nostra distanza avrebbe portato qualcosa di buono, che per lo meno avrebbe chiarito con sua madre.

Ora poteva essere lontano da me, ma non sarebbe mai stato lontano dal mio cuore.

Quando arrivai, pagai il taxista e scesi.

Entrai in aereoporto sperando di trovare un ultimo posto su un volo per Chicago.

"Salve, ha bisogno?" Mi chiese la signorina.

"Salve, si avrei bisogno un posto sul primo volo per Chicago.."

"Mi faccia controllare.." digitó sul computer e poi mi guardò.

"È fortunata, si appena liberato un posto.. ecco il suo biglietto. Deve andare da quella parte, si sbrighi il volo parte tra un'ora.." mi diede il biglietto e mi sorrise.

Io annuii pagai e mi diressi verso sinistra dove mi aveva indicato la signorina.

***

"Tutti i gentili passeggeri devono allacciare le cinture, siamo pronti al decollo. Grazie" una voce risuonó nell'aereo e io feci quello che aveva detto.

Era la prima volta che viaggiavo in aereo.

Non ero molto tranquilla, ma non potevo contare su nessuno a parte me stessa.

"Ragazzina, non ti preoccupare.." voltai lo sguardo verso la mia sinistra e sorrisi alla signora anziana seduta al mio fianco.

"Ummh grazie..." sussurrai imbarazzata.

L'aereo decolló emettendo suoni strani, scrolloni e fischi.

"Dopo questo è tutto finito.." Mi consoló la signora.

Mi venni stretta ai braccioli della poltrona e guardai fuori dal finestrino San Francisco che diventava sempre più piccola.

~~~~~~~

Ciao!!!

Come state?
Buon Lunedì a tutte.

Beh questo capitolo... doveva succedere, ma non preoccupatevi troppo.

IL PROSSIMO CAPITOLO SARÀ DAL PUNTO DI VISTA DI ASH *_*

Grazie grazie grazie grazie per le 100K di visualizzazioni e per i 2.7 voti.

Devo fare PUBBLICITÀ.

Passate da lei e leggete la sua storia.

@DaianaFracassi

A past that we complete.

Boh vado, me ne vado.

COMMENTATEE FATEMI SAPERE LE VOSTRE IPOTESI SU COSA SUCCEDERÀ NEL PROSSIMO CAPITOLO.

bye.

xoxome

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