Capitolo 5

In questo momento continuo a chiedermi perchè ho aspettato tutto questo tempo a provare la vasca da bagno, è come trovarsi in paradiso, non ho neanche bisogno di dormire, l'ultima volta che mi sono rilassata così tanto è stato prima dell'inizio dell'università...dovrei prendere l'abitudine e fare un bel bagno caldo più spesso, soprattutto in vista della settimana che mi attende.

Cosa ho appena detto? Che questo posto è un paradiso vero? Devo proprio imparare a stare zitta...vi starete chiedendo perchè, la risposta è a dir poco ovvia: il mio cellulare ha iniziato a squillare proprio ora, un instante dopo aver avuto questo pensiero.

Prendo il telefono senza prestarvi attenzione e rispondo meccanicamente, senza neanche controllare chi sarebbe stato il mio interlocutore da lì a poco

«Pronto»

«Marghe si può sapere che diamine di fine hai fatto per cortesia?» Giuse? Non capisco il motivo della chiamata visto che ho il turno alle 15 e saranno forse le 12, ma la sua voce sembra molto alterata

«Giuse, sono a casa torno alle 15 per il mio turno, mi spieghi il perchè della tua irritazione?»

«Ti sei risposta da sola, il tuo turno iniziava alle 15 e sai che ore sono? Credo di no, quindi te lo dico io: sono le 16:30 ed i tuoi pazienti ti stanno apettando...spero tu abbia una valida spiegazione tesoro mio» oh merda, ho fatto un bel casino, non sono mai stata una ritardataria, anzi sono sempre stata la più puntuale ovunque: a scuola, quando uscivo, a lavoro, quando avevo qualche impegno, sempre, ma a quanto pare oggi la stanchezza mi ha proprio atterrata.

«Giuse non sai quanto mi spiace» dissi con tono colpevole «non mi sono accorta dell'orario, dammi cinque minuti e sono da te, scusa, scusa, scusa»

«Okay, ma ora muoviti e fa si che sia la prima ed ultima volta» ora la sua voce si è tranquillizzata, ma conoscendolo sono sicura che in questo momento stia facendo su e giù per il suo ufficio con una voglia pazzesca di strangolarmi.

Chiusa la chiamata mi fiondo subito fuori dalla vasca per prepararmi e correre in auto, per fortuna non c'è molto traffico e arrivo abbastanza celermente, anche se credo di aver preso almeno una multa per aver superato il limite di velocità, ma di questo me ne occuperò in un secondo momento, ora devo pensare a recuperare il prima possibile il giro di visite e parlare con i famigliari.

Mi dirigo nel reparto di chirurgia e in base all'ordine delle stanze controllo tutti i pazienti e aggiorno loro e le loro famiglie sulle diverse situazione, solitamente impiego almeno due ore per visitare i pazienti, sono dieci i ricoverati nel mio reparto attualmente e mi piace fermarmi a parlare un po' con loro e le famiglie per capire come si sentono, ma oggi non posso perchè l'orario di visita è quasi terminato e devo parlare con le famiglie di tutti i pazienti, dunque ho dovuto accellerare.

In un'ora ho visitato ben nove pazienti, devo visitare solo l'ultimo e poi ho finito, ma il problema è che si tratta proprio di lui: Robert, si trova nella stanza alla fine del corridoio per poter tutelare la sua privacy, quindi con lui concluderò il mio giro e se da una parte spero mi trattenga il più possibile così da fare in modo che non debba subire la sfuriata di Giuseppe dall'altra spero di finire il prima possibile con lui, o almeno prima della fine dell'orario di visite così che ci sia anche Indio, perchè rimanere sola con lui mi mette in soggezione.

Mentre i miei pensieri continuano a vagare liberamente mi avvicino alla porta

«Avanti» non è lui a rispondermi, ma Indio

«Buonasera Robert, ciao Indio, allora i tuoi parametri sono stabili: questo ci conferma ulteriormente la riuscita dell'intervento, come ti dicevo questa mattina, però, dovrai passare qualche giorno qui in osservazione, in modo da scongiurare qualsiasi problema» ho detto tutto velocemente, forse troppo, infatti sul volto del mio paziente appare un risolino divertito, mentre il figlio continua a guardarmi in modo serio

«Dottoressa, vorrei sapere se è possibile per me passare la notte qui con lui, non mi piace molto l'idea che sia qui da solo» aveva gli occhi da cucciolo in cerca di coccole mentre mi poneva questa domanda, ma per quanto io ami i cuccioli non posso fare nulla per lui

«Indio mi spiace non è proprio possibile, va contro il regolamento della struttura anzi è anche terminato l'orario di visite e se ti trovano qui non saranno molto felici, mi spiace davvero tanto, comunque puoi stare tranquillo tuo padre sarà in ottime mani, i nostri infermieri e le nostre infermiere sono tra i migliori della nazione» man mano che parlo lo vedo farsi triste, ma vedo anche molta comprensione nei suoi occhi, se dipendesse da me potrebbe restare qui tutto il tempo che vuole, ma purtroppo non è possibile

«O...okay, allora ciao, io devo proprio andare, per favore tienimi informato nel caso dovessero esserci problemi» detto questo si avvicina al padre e gli scocca un bacio sulla fronte «notte papà, comportati bene ci vediamo domani»quanta tenerezza, questa inversione di ruoli tra genitori e figli che vedevo spesso in reparto è meravigliosa: i genitori passano la vita a crescerti e poi ad un certo punto è il tuo turno di occuparti di loro.

Il sorriso di Downey dopo l'uscita di scena di Indio non mi fa prospettare nulla di buono, ma dato che ho detto tutto quello che dovevo posso benissimo darmela a gambe prima che la situazione diventi imbarazzante.

«Dottoressa, allora come mai sei arrivata così tardi? Nel mio tempo libero ho letto l'orario in cui avrebbe dovuto visitarmi e sono certo che il suo arrivo è stato almeno un'ora dopo?» ecco, come non detto, non ha perso tempo

«Oh, Robert, nulla di che ho solo avuto un contrattempo» sicuramente mi basta dover dare spiegazioni al mio capo non vedo il motivo per darle anche a lui

«Oh, e come si chiama il tuo contrattempo?» la sua voce se possibile diventa ancora più ironica e il suo sguardo intenso

«Non che siano affari tuoi, ma hai proprio frainteso, non era quel tipo di contrattempo» perchè gli sto dando spiegazioni? Non ha senso

«Allora di cosa si trattava? Ti conviene rispondere, almeno guadagnerai una manciata di minuti prima della fatidica domanda?» so bene di cosa sta parlando, ma non mi piace arrendermi subito quindi gli darò un po' di filo da torcere

«Quale domanda?»

"Oh, dottoressa con me non può fare finta, sa bene di quale domanda sto parlando e dato che questa mattina l'ha scampata non si salverà anche ora» il suo sorriso cambia mentre dice queste parole, vi compare una punta di...di sadismo

«Ero in vasca e non mi sono accorta che era ora di tornare a lavoro ok?»

«Era in vasca? Da sola?»

«Si, con chi altrimenti?» voglio vedere fin dove riesce a spingersi

«Non saprei, dato che io ero allungato qui presumo con un altro uomo» quest'uomo è pazzo...non c'è altra spiegazione, come fa a stare in queste condizioni dopo neanche ventiquattro ore dopo un'operazione complessa come quella che ha subito? Non è normale. Vorrei mentirvi e dirvi che in questo momento non sono rossa, ma non mi piacciono le bugie quindi potete anche ridere perchè sono diventata dello stesso colore di un pomodoro bello maturo e questo sicuramente non sta passando inosservato a Downey che sta sorridendo sornione.

«Mi spiace deluderti Downey, ma ero sola» dico un tantino piccata, ma non troppo, in fin dei conti mi stavo divertendo, non avevo mai avuto un paziente simile

«Mi dispiace, magari prossimamente potremmo rimediare, se ti va» dice ridendo come un matto che Joker può solo accompagnare

«Basta Downey, ora riposati che sta arrivando la cena, io vado» gli punto un indice contro ridendo a mia volta mentre raggiungo la porta

«Dottoressa non hai ancora risposto alla mia domanda...»

__________________________________________________
Spazio autrice

Come promesso ecco il secondo capitolo di oggi: è molto lungo rispetto agli altri, ma credo sia anche abbastanza bello.

Fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto se vorreste qualche capitolo dal punto di vista di Robert.

Kiss, kiss :)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top