Capitolo 14
La tensione all'interno della stanza di potrebbe tagliare con il coltello, sono passati circa cinque minuti da quando ho finito di parlare e Robert non ha ancora aperto bocca, sembra essere del tutto assente ed io non riesco proprio a tranquillizzarmi.
Sento le lacrime, dovute alla tensione che ho in corpo, fare sempre più pressione per uscire e sono sicura di non poter reggere ancora per molto.
Io lo capisco, ovviamente se baci una donna, se in ogni vostra conversazione inserisci qualche frecciatina volutamente sessuale, se le scrivi, se la cerchi...non puoi accettare una semplice amicizia, è ovvio. Neanch'io vorrei una semplice amicizia: lui mi piace, mi intriga, mi tiene testa e ad essere sincera quel bacio mi ha scombussolato tantissimo...è stato meraviglioso, ma sono una donna di scienza e ho sempre preferito seguire la ragione, la logica e non i sentimenti ed il cuore, per questo credo che in questo momento, in questa situazione: la nostra...non trovo sensato rischiare per l'ignoto.
Cazzo Robert! Perché continui a non parlare? Vuoi forse farmi avere un infarto? Vuoi che mi metta a piangere davanti a te? Ti prego dimmi cosa vuoi, ma almeno dimmi qualcosa!
Basta! Non resisto più! Le lacrime che ho tentato di trattenere finora iniziano a solcarmi silenziose le guance, arrossandole leggermente.
Non posso stare ancora altro tempo nella stanza con lui, cazzo sono un medico non un adolescente in piena crisi ormonale disperata! A questo pensiero seguono i miei piedi che si muovono velocemente verso la porta che un istante dopo è chiusa alle mie spalle.
Cosa credevo? Che lui, il famosissimo attore, il divo di Hollywood, uno degli uomini più affascinanti sul pianeta decidesse di fare amicizia con una donna che lo ha respinto? Credo di dover fare un giro in psichiatria.
Sono abbastanza lontana dalla stanza di Downey per potermi chiudere in bagno e scaricare tutta la frustrazione...aspettate un attimo...devo riformulare la frase...sono abbastanza lontana dalla sua stanza che potrei chiudermi in bagno e scaricare tutta la frustrazione, ma così non è perché il mio cerca persone inizia a suonare e si tratta di una chiamata dalla sua stanza...che stronzo.
Cerco con gli occhi la prima infermiera che mi capita e la dirotto nella stanza del signor Downey...necessita anche lui di un giro in psichiatria se crede che tornerò così da lui, come fossi un cagnolino addestrato.
Una volta inviata un'infermiera dall'uomo mi dirigo da Giuseppe: ho bisogno di uscire prima, mi inventerò una scusa (non posso certamente dirgli come stanno le cose) e mi farò sostituire.
Busso alla porta e vengo subito accolta dalla sua voce...una volta entrata lo vedo indaffarato con delle carte allora cerco di essere breve e coincisa per non fargli perdere troppo tempo
«Giuse, scusa il disturbo, ma non mi sento molto bene...ho già controllato tutti i pazienti e parlato con i famigliari...posso andare a casa per favore? Recupererò le ore più avanti.»
solleva lo sguardo dalle carte e mi squadra velocemente, ha uno sguardo quasi preoccupato e sicuramente protettivo
«Certo tesoro, per qualsiasi cosa chiamami e verrò a darti una mano» non pensavo sarebbe stato così facile, ma non gli do tempo di ripensarci, lo salutò e mi fiondo in auto.
Appena aperta la porta decido che ho bisogno di un bagno caldo e un buon calice di vino...forse meglio una bottiglia, non si sa mai...lascio il telefono sul tavolo in cucina, prendo una sedia la porto in bagno, inizio a far riempire la vasca e vado a recuperare il pc e una bottiglia di vino rosso.
Preso tutto mi spoglio ed entro in vasca, faccio partire un film vecchio "Vacanze Romane" e mi verso del vino.
Passo quasi due ore in ammollo, poi decido di uscire e mangiare qualcosa anche perché ho finito tutto il vino. Controllo il telefono e vedo 30 chiamate perse da Robert...vada al diavolo mi ha fatto anche passare la fame.
Meglio dormirci su.
Buonanotte.
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Spazio Autrice
Non so che dirvi...scusate per il ritardo amori miei.
Kiss, kiss :)
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