19. Takisha- La chiave della libertà
Passarono varie settimane che Valencia, Nasya e Zhem stavano cercando le cosidette ombre oscure. Nel frattempo Niyati studiava la magia per essere in grado di evocare Takisha l'ultima sua antenata. Riuscì ad evocarla e le cominciò a raccontare la sua storia.
Nell'anno 1795 vi erano due categorie di religioni musulmane: quella sciita e quella sunnita. Tra di loro c'era un profondo odio l'uno con l'altro perché hanno idee completamente diverse e non avendo alcun legame erano in rivalità tra di loro. Avevano fatto un patto di pace tra loro e quindi nessuno doveva attaccare nessuno. Dovevano vivere bene l'uno con l'altro. Le donne non avevano diritto di uscire ne di guardare un uomo negli occhi, neanche se era il padre. Era peccato per loro.
C'era una leggenda all'epoca, dicevano che le famiglie sciite praticassero stregonerie. Diceva che avevano risvegliato una creatura malefica e che viveva tra di loro. L'obiettivo di questa creatura era di trovare la chiave che gli avesse permesso di aprire le porte del suo mondo.
Takisha Baha stava cucendo nella soffitta che era l'unico posto dove poteva nascondersi per stare al sicuro. Lei faceva parte della famiglia sunnita.
«Takisha!!» la chiamò la madre di nome Amira.
«Arrivo mamma» disse la ragazza.
«Il mangiare è pronto.» disse nuovamente, mentre apparecchiava.
«Dove sei stata?» chiese Rihanna.
«Ero nella mia stanza» rispose Takisha.
«Bugiarda» disse Zeina.
«Sono tornato. State dentro casa e non aprite a nessuno, sto andando a cacciare quella dannata bestia!» disse il padre di nome Karim.
Dopo varie ore che finirono di mangiare e parlare. Andarono tutti a dormire. Improvvisamente qualcuno entrò in casa svegliando Takisha, incuriosita andò a vedere. Vide che c'era qualcuno e c'era anche del sangue a terra. Chiese chi c'era, lui si mostrò.
«Aiutami per favore» disse il ragazzo di nome Hani.
Era ferito, così Takisha lo potrò sopra in soffitta dove nessuno l'avrebbe potuto vedere. Se qualcuno avesse saputo che stava aiutando un ragazzo l'avrebbero punita. Si prese cura di lui quella notte fino a quando si svegliò. Appena si svegliò lei si allontanò.
«Hani» faticava a respirare «mi chiamo Hani. Qual è il tuo nome?»
«Mio padre mi ha detto che non devo dire il mio nome a nessuno» teneva la testa verso il basso.
«Saggio il tuo vecchio. Beh grazie per avermi aiutato, ma devo.. Ahi» cercò di alzarsi quando si accorse che aveva la gamba slogata.
«Attento. Hai una piede ferito. Non potrai muoverla per un po'. Io ti consiglio di stare qui fino a che non guarisci.» Le stava mettendo una benda sulla gamba.
«Ti ringrazio» disse Hani.
«Vado giù a momenti la mia famiglia si sveglierà. Appena mi sarà possibile ti porterò qualcosa. Ti ho lasciato da mangiare e da bere lì sul tavolo in tanto» disse Takisha.
«Va bene. Grazie» disse il ragazzo.
Takisha tornò giù dalla sua famiglia, stavano facendo colazione e suo padre stava raccontando di avere sparato alla bestia ieri sera e che voleva fare sposare le sue due figlie Zeina e Rihanna. Le avrebbe portate da persone abbastanza importanti. Ma per Takisha non voleva che si sposasse. Lei chiese del perché e in cambiò ricevette uno schiaffo in faccia per aver chiesto. Molte cose all'epoca non erano concesse e questa era una delle tante.
Salì in soffitta da Hani. Gli portò da mangiare e da bere poggiò le cose sul tavolo e si sedette vicino la finestra e non fiatò.
«Va tutto bene?» chiese Hani.
«Si» rispose continuando a guardare fuori dalla piccola finestra che aveva creato lei stessa dalla soffitta.
«C'è odore di sangue» si avvicinò a lei.
«Che fai!?» agitandosi.
«Chi ti ha fatto questo?» aveva un livido sulla guancia. Nel momento in cui lui si avvicinò, finì che lei per la prima volta nella sua vita guardò negli occhi un ragazzo. Quando se ne accorse guardò subito altrove. «Mi dispiace, scusa, ma posso sapere chi è stato?»
«Non ha importanza» disse Takisha.
«Per me ha importanza» disse Hani.
«Io devo scendere . Salgo dopo» disse nuovamente la ragazza.
Scese ignorando completamente la sua domanda. Andò nella sua stanza e cominciò a piangere. Lui la sentì dalla soffitta, quanto dolore provava nel suo cuore. Anche lei voleva potersi innamorare, anche lei voleva avere dei bambini. Ma suo padre tutto ciò non voleva.
_fine diciassettesimo capitolo_
Comunicazione
Ragazzi!!
Grazie mille per le persone che seguono questo libro.
Aggiornamenti disponibili nella mia bio. Vi aspetto al prossimo capitolo intitolato "Alla ricerca dell'ombra". Ne vedremo delle belle, vi aspetto al prossimo capitolo.
•Obiettivo per questo capitolo
-Una bella stella accesa per me se vi piace il capitolo :)
-Commenti a volontà per sapere le vostre opinioni
Saluti la vostra She
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