10. Valencia
Shravan la stava portando a casa e quando si svegliò lui non c'era, ma c'era la ragazza che vide alla spiaggia. Era completamente identica a lei solo che indossava degli abiti particolari, venivano indossati all'epoca romana. Aveva o capelli ondulati, occhi azzurri, un vestito molto gonfiato come nell'epoca romana, alta più o meno 1.70 cm e aveva un profumo particolare di lilla.
🎶Ruth B.-If This is Love🎶
«I miei saluti» , disse la misteriosa ragazza inchinandosi ai suoi piedi.
«Chi sei?» disse spaventata Niyati.
«Prima ero confusa e mi dispiace avervi spaventata. Mi chiamo Valencia.»disse.
Il suo nome fece ricordare quello che c'era scritto nel libro. Valencia era nata nell'anno 130, in un paesino lontano dall'imperatore, precisamente nella parte dove vivevano i contadini. Viveva con la madre, suo padre e le sue sorelle.
Raccontava queste cose a Niyati continuando a darle del lei. L'osservava attentamente nei minimi dettagli, era proprio uguale a lei, aveva la pelle così candida. Nonostante fosse un fantasma riusciva a percepirla solo grazie a quell'anello.
Mentre le spiegava come fosse possibile quello che stava vedendo, menzionò di aver conosciuto sua nonna e come avesse fatto quel l'incantesimo.
C'erano altre antenate di Niyati ed erano morte tutte nello stesso modo.
L'anello fu creato per proteggere Niyati ma anche Valencia e le antenate. Poiché ci fossero le ombre che divoravano le anime. Essendo quattro antenate in tutto, si erano creati quattro ombre alla loro ricerca per divorarle in modo tale da non farle reincarnare.
Rimase stupefatta da quello che disse la ragazza. Vennero interrotte dalla madre che le chiese con chi stesse parlando e lei rispose di essere con l'auricolare. Così decise di lasciarla continuare a parlare e se ne andò nella sua stanza.
«Perché lei non può vederti?» chiese incuriosita.
«Perché sono un fantasma» rispose Valencia.
Niyati stava parlando con un fantasma e la cosa non la spaventava anzi era ancor più incuriosita. Voleva sapere del perché era stata condannata con una maledizione. Questa cosa l'aveva letta nel diario della nonna, voleva capire come potesse fermare questa maledizione.
Valencia cominciò a raccontare che molto tempo fa' circa nell'anno 150 regnava un grande imperatore molto potente a Roma. Egli era cristiano e possedeva gran parte dei territori dell'Italia. Viveva in un gran palazzo e aveva tanti servitori tra cui si fidava di uno in particolare, ovvero di Octavio.
L'imperatore era seduto a tavola e i suoi servitori stavano portando le prelibatezze appena cucinate sul tavolo.
Octavio era il suddito più leale e sincero che aveva. Erano cresciuti insieme e si volevano bene l'uno con l'altra fin da piccoli. Lo considerava come un fratello e gli dava tutte le necessità che aveva bisogno. Octavio aveva perso entrambi i genitori ed era rimasto orfano. Aveva occhi castani, capelli neri, alto poco più 1.82 cm, era molto affascinante e buono di cuore. Dopo la morte del padre aveva dedicato tutto se stesso per l'imperatore Augusto.
«Oh mio dio è tardissimo devo andare all'università» Niyati interruppe il racconto di Valencia.
«Dimenticavo che qui la scuola è diventata un elemento essenziale di questa epoca» osservando la ragazza che si vestita più in fretta possibile.
«Non immagini quanto» corse a vestirsi il più veloce possibile.
Niyati uscì di casa e cominciò a correre per andare a prendere il pulmino che portava alla sua università. Valencia decise di seguirla nel suo percorso. Niyati chiamò il fidanzato per dirgli che stava bene e che durante il weekend voleva invitarlo a cena a casa sua per poterlo presentare ai suoi.
«Posso farti una domanda?» Chiese Valencia a Niyati che fece un sorriso di disperazione. Era nel bel mezzo della lezione di storia e non poteva mica risponderle davanti a tutta quella gente. Avrebbero pensato che era pazza.
«Giusto. Ci sono persone, ti potrebbero prendere per pazza.» Niyati annuì con la testa «Comunque trovo molto barbaro il fatto che dovreste studiare così» Niyati fece una faccia «Però mi piace» affermò nuovamente.
La campanella suonò e i ragazzi andarono alla mensa.
Abitualmente si vedeva con Cat per mangiare insieme, ebbe l'occasione nell'accennare che la vedeva strana e se andava tutto bene. Ovviamente non poteva dirle che parlava con un fantasma non l'avrebbe creduta, così si limitò a dire che stava bene senza allungare il brodo.
Karen era in quella mensa e improvvisamente Valencia vide un ombra malvaggia alle spalle della ragazza.
«Signorina Niyati abbiamo un problema».
Valencia era parecchio preoccupata.
«Che succede?» sussurrò alla fanciulla.
«L'ombra malvaggia è qui» sparì dallo spavento.
«Io vado a casa adesso vieni?» disse Cat.
«Si dovrei andare anche io a casa» disse Niyati.
Le ragazze uscirono dall'università. All'uscita c'era Shravan che l'aspettava. Mentre parlavano, vennero interrotti da Karen.
«Shravan» era Karen che li vide da lontano.
«Andiamo Niyati» tirando la sua ragazza.
«Sono contenta che hai trovato la ragazza giusta» disse Karen.
«Chi è lei?» Niyati chiese a Shravan.
«Sono Karen, l'ex di Shravan» rispose al posto del ragazzo.
«Piacere sono Niyati» porgendole la mano.
«Niyati Arora del corso di informatica» ricambiò la stretta di mano di Niyati.
«Esatto. Come fai a saperlo?» chiese Niyati.
«Ho letto le tue presentazioni nella bacheca della scuola. Sei considerata una delle più brave» rispose la ragazza.
«Noi adesso dobbiamo andare» disse Shravan. Entrarono in macchina e se ne andarono.
In macchina c'erano i due ragazzi e nel sedile posteriore c'era Valencia. Nessuno parlava.
«Che silenzio. Perché non parlate? Signorina Niyati deve stare lontano da quella fanciulla» avvertendo la ragazza.
«Amore» Niyati interruppe Valencia, cercando di parlare con Shravan «sei arrabbiato?»
«No» diede una risposta secca e continuò a guidare senza neanche guardarla.
«Guardami» disse Niyati.
«Sto guidando» affermò il ragazzo.
«Ferma la macchina per favore» disse.
«Mi hai ignorata» disse Valencia interrompendola per fargli capire il pericolo che c'era.
«Ferma la macchina!» disse Niyati continuando ad ignorare Valencia che fece frenare il ragazzo molto bruscamente.
«Eh, che c'è ?» lo guardò in mondo serio e arrabbiato.
«C'è che io ti sto parlando e tu neanche mi rivolgi la parola. Che ho fatto?» chiese con le lacrime agli occhi.
«Hai ragione scusami, non è colpa tua. E che quando c'è di mezzo lei, io perdo la testa. Lei mi ha rovinato la vita. Se entrasse di nuovo nella mia vita so come andrebbe a finire.» disse preoccupato.
«Come andrà a finire sentiamo?» chiese la ragazza.
«Ci dividerà» guardandola dritta negli occhi.
«Questo non accadrà perché io ti amo e tu ami me» il ragazzo guardò altrove «hey io ti amo e non c'è niente e nessuno che ci dividerà hai capito?» disse la ragazza.
«Me lo prometti?» disse Shravan.
«Parola di Boy-scout» rispose sorridendo.
«Eri dei boy-scout?» ironizzando.
_fine ottavo capitolo_
Comunicazione
Ragazzi!!
Grazie mille per le persone che seguono questo libro.
Aggiornamenti disponibili nella mia bio. Vi aspetto al prossimo capitolo intitolato "Octavio", dove verrà presentato il primo antenato di Shravan.
•Obiettivo per questo capitolo
-Una bella stella accesa per me se vi piace il capitolo :)
-Commenti a volontà per sapere le vostre opinioni
Saluti la vostra She
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